Ti propongo l'editoriale che ho pubblicato sul Corriere della Valle di questa settimana a commento del risultato elettorale.
Ci sono tre punti saldi da cui partire dopo questa tornata elettorale. Il «tornado nichilista» del non
voto che ha imperversato sul resto d’Italia non si è abbattuto sulla Valle d’Aosta; siamo in presenza di una
maggioranza definita e di una coalizione uscente riconfermata. Si tratta però - e qui sta il terzo elemento – di una maggioranza ristretta e con numeri che non consentono, come fatto rilevare da alcuni osservatori, l’approvazione di "leggi statutarie" su importanti materie, compresa quella elettorale, per le quali è richiesta una maggioranza di 24 voti.
Di conseguenza chi governa è chiamato al difficile esercizio di predisporre leggi che possano anche, in talune occasioni, essere accolte dalle opposizioni. Occorre insomma un’attenta azione di concertazione esterna, non dando per scontata quella interna.
In tutto questo io però leggo una opportunità importante. Ritorna nuovamente centrale il ruolo del Consiglio e viste le sfide a cui la Valle d’Aosta sarà chiamata nei prossimi cinque anni occorre l’apporto davvero di tutti e si deve avere davvero a cuore il bene di tutti. Una produzione legislativa che segua anche canali alternativi a quelli della Giunta o che comunque possa implementare l’azione di questa al di là delle singole casacche deve essere letta come una ricchezza, un’elevazione del dibattito politico di cui abbiamo disperato bisogno.
Sia chiaro. Non auspico larghe intese tout court, ma un esercizio profondo - da parte dei futuri protagonisti
della legislatura - del proprio ruolo esecutivo e legislativo, di maggioranza e di opposizione, vissuto senza
pregiudizi ideologici.
Imprescindibile sia il rispetto delle singole persone e del loro desiderio di portare un contributo alla vita della nostra comunità. Cito, pensando all’impegno dei futuri consiglieri, quanto detto da
Mons. Lovignana nell’intervista che pubblichiamo su questo numero del Corriere della Valle (da oggi in edicola) in merito all’ultima Assemblea della Cei dove il
card. Angelo Bagnasco ha invitato la politica a non perdere di
vista i veri problemi del Paese. «
Si tratta di mettere al centro delle preoccupazioni la persona e la famiglia. – ha detto il nostro Vescovo -
Il lavoro ha a che fare con la dignità dell’una e dell’altra. Qui la responsabilità grande è in mano alla politica e all’imprenditoria che possono attingere ispirazione e luce dalla dottrina sociale della Chiesa. Sono però necessarie quali premesse indispensabili onestà, rettitudine, disponibilità a servire il bene comune, rinunciando ad interessi personali e di parte».
Buon lavoro a tutti.
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