27 giugno 2013

Alessandro #Cavaliere (#Adava): I progetti (seconda e ultima prima parte)


Ecco la seconda parte dell'intervista ad Alessandro Cavaliere, il nuovo presidente degli albergatori della Valle d'Aosta (Adava). Clicca qui per la prima parte.


Quale sarà il primo atto della sua presidenza?
Questa prima fase è impegnativa, ma è anche quella più ricca di emozione, di significati in quanto per me e per il mio vice Alberto Charles è indispensabile visitare tutti i comprensori. La scorsa settimana ho conosciuto la realtà dello slow holliday che raggruppa piccole strutture con non più di venti camere la cui filosofia è quella della lentezza per poter prendere per mano il cliente e fargli conoscere il nostro territorio. Sono convinto che sia quello che dovremmo fare in qualsiasi tipo di struttura indipendentemente dalla dimensione. E’ fondamentale essere ambasciatori del turismo. Per i nostri ospiti noi siamo il tramite per tutto quello che c’è intorno alle nostre case. Di qui la necessità di fare sistema. Non è uno slogan. Vuol dire – tanto per essere pratici -  andare alla fiera del Turismo e vendere la fontina. E così pure i produttori di fontina che vanno ad una fiera dell’alimentare devono essere consapevoli di vendere il nostro territorio.

Le sottopongo alcuni dati e alcune considerazioni. Gli arrivi e le presenze crescono, ma la permanenza media della vacanza è in calo. Inoltre questi risultati nascono anche da margini aziendali sempre più risicati. Come vi ponete di fronte a questo quadro?
Sicuramente ci possono essere delle politiche decise a monte che stabiliscono delle strategie. Su che tipo di turismo puntare? Su quali mercati? Va però detto - anche che se è vero che dal 2006 ad oggi non abbiamo perso quote di mercato, anzi c’è stata pure una leggera crescita – che contemporaneamente  il soggiorno medio si è accorciato rispetto ad altri nostri competitors.  Se sia un bene o un male si può discutere. Se si è preoccupati, ad esempio, dell’impatto ambientale sarebbe meglio allungare la vacanza, d’altra parte si può anche preferire che più persone vedano la nostra regione affinché facciano conoscere di più il prodotto. La vera emergenza è che i margini si sono ridotti tragicamente. In alcuni casi con le nostre aziende siamo in perdita, in sofferenza o comunque ad un punto di pareggio che non ci dà la possibilità di fare qualche minimo investimento in più. Il ricavo medio per camera è crollato e non perché l’albergatore ha deciso di fare delle politiche più aggressive, ma perché si è reso conto al telefono con il cliente che quello che chiedeva l’anno prima non poteva più chiederlo in quanto le risposte erano “ci penso”, “richiamero più avanti” e non richiamava più nessuno. Al di là della crisi che c’è il turista è molto più evoluto di dieci anni fa. Con un tablet o  un telefonino entra in un sito specializzato e confronta non gli alberghi all’interno della stessa località, ma le località tra di loro, italiane ed estere. La competizione è diventata faticosa e i costi di gestione sono lievitati. Basta pensare alla spesa del riscaldamento.

Che cosa si può fare?
La vera differenza la fa la qualità. Ed è un must internazionale. Recentemente sono stato in una fiera a Pechino. Mi hanno portato in un ristorante dove mi è stata proposta l’anatra alla pechinese. Ora in un paese come la Cina dove solitamente è il prezzo la leva più importante, il vanto del titolare era quello di avermi portato un’etichetta  che letta con un cellulare mi mostrava tutta la tracciabilità dell’animale. Dal piccolo allevamento di anatre al ristorante. Quella giustamente era qualità ed il prezzo era adeguato a quella qualità.

L’identikit dell’assessore al Turismo ideale?
Premetto che In questi ultimi anni come associazione abbiamo lavorato molto bene con la precedente amministrazione.  Ciò detto non credo che debba essere a tutti i costi un albergatore o un imprenditore del settore turistico. Io mi auguro che sia una persona di vedute molto aperte e di una mentalità davvero contemporanea, che sappia guardare anche al di fuori dalla nostra regione dove possiamo appropriarci di strumenti già utilizzati da altri facendoli nostri.  E’ fondamentale la capacità di captare tutto ciò che c’è di innovativo nel settore non solo a livello di prodotto, ma pure di organizzazione. Lasciamo comunque alla politica fare il suo corso.

Un ultimo appello?
Per me è fondamentale che sia chiaro che non siamo una lobby. Ma una parte della società civile che fortemente vuole essere propositiva. Io sono convinto che se il turismo va anche la Valle va. Il nostro interesse è un interesse diffuso. Io stesso ho ricevuto molti messaggi di solidarietà, di sprono, di incitamento anche al di fuori del comparto turistico.

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