27 giugno 2013

Alessandro #Cavaliere (#Adava): Storia e Impegno (prima parte)

Sul Corriere della Valle della scorsa settimana ho pubblicato un'intervista al neoeletto Presidente degli albergatori valdostani Alessandro Cavaliere. Te la propongo in due post disponibili entrambi nella giornata di oggi. 
Alessandro Cavaliere


Ci racconti la sua storia imprenditoriale?
Ho 41 anni, la mia famiglia gestisce tre alberghi a Courmayeur e uno a La Thuile. I miei genitori si sono conosciuti nel 1967 a Courmayeur lavorando al’Hotel Royal. Mio padre era capo ricevimento, mia madre segretaria di direzione. E da lì è partita la vita mia e di mio fratello. In un albergo. Sono nato nel 1971. Mio padre era già direttore ma di strutture fuori valle. D’estate eravamo a Spotorno e d’inverno a Sestrière. Nel 1973 è nato mio fratello. Abitavamo a Milano Marittima dove mio padre era direttore de Doge. Nel 1976 siamo ritornati in Valle. A mio padre è stata assegnata la direzione del Cristallo a Cervinia che con il Billia, a quel tempo, era il Grand Hotel per eccellenza in Valle. Noi avevamo un appartamento dentro all’Hotel e lì è iniziato il mio percorso professionale. Nel 1981 siamo tornati a Courmayeur e. Io avevo dieci anni e con mio fratello non avevamo più voglia di spostarci in quanto era quello il posto dove volevamo vivere. Dopo cinque anni i miei genitori hanno trovato la possibilità di gestire un’azienda per mettersi in proprio: il Palace Bron. Era un quattro stelle che la mia famiglia ha fatto rinascere. E da lì è continuata la nostra strada, sempre sul territorio e con progetti di lungo periodo. Rimane la volontà di ancorarci anche dal punto di vista immobiliare. Non è facile. Come si sa si tratta di un investimento notevole visto il prezzo del mattone a Courmayeur.

A livello di studi?
Ho fatto il liceo a Torino. L’Università a Milano. Mi sono laureato in economi a e commercio dopodiché ho conseguito due master. Il primo sul turismo in Italia e il secondo a Londra sulla politica internazionale del turismo. La mia passione è sempre stata la macroeconomia. La teoria dello sviluppo economico mia ha sempre affascinato.

Che cosa può fare in questo momento un’associazione di categoria?
Un nuovo importante percorso è  già stato tracciato dai miei predecessori. L’associazione di categoria nasce storicamente come sindacale e quindi in prima istanza con l’obiettivo di difendere e proteggere gli associati. Negli anni – e non solo nella nostra piccola realtà regionale – tutte le associazioni si sono spostate su un territorio più strategico. La società civile non sono soltanto i singoli cittadini, ma pure i cittadini riuniti all’interno di gruppi che hanno già fatto un lavoro di mediazione al loro interno. Non sono lobby, ma delle rappresentanze che a livello democratico hanno già fatto dei percorsi, una sintesi. E l’associazione può presentare  questa sintesi al mondo politico cercando di essere incisiva a livello strategico.

Si tratta anche di dare un quadro reale del settore che non sempre gli attori politici hanno…
Come primo approccio cerco sempre di dare un contributo. E’ chiaro che se ci sono delle battaglie da fare si fanno, però inizialmente va sempre cercato l’incontro, il dialogo, essendo propositivi con dei contenuti concreti. Aggiungo poi che il nostro settore di azione non è soltanto quello alberghiero. L’Adava – una denominazione che in un futuro dovrà sicuramente variare - in questi ultimi anni ha raccolto sotto il suo tetto tutta l’industria dell’ospitalità e dell’accoglienza. In questo momento  con noi ci sono gli agriturismi, i rifugi, i campeggi, le Rta, già presenti da tempo, i dortoir, le case vacanza, les chambres d’hote. Di conseguenza avverto l’importanza di rappresentare un parte fondamentale del comparto turistico. L’ospitalità è un tassello importante ma è strettamente collegato agli impianti a fune, alle attività sportive, alle terme, ai centri congressi…

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