2 ottobre 2013

#Vino: ti spiego come nascono i Tre Bicchieri valdostani!


Qualche settimana fa ho dedicato un post ai nuovi tre bicchieri valdostani. E così avevo concluso il mio scritto: «Di Barro e Château Feuillet sono sicuramente meritevoli ma è possibile che la «truppa» valdostana non potesse passare da sei a otto?». Con piacere ho scoperto che qualcuno si è sentito in dovere di rispondermi e spiegarmi come vengono decisi i 3 bicchieri ai piedi delle Alpi.

A riferirmi il tutto è il contatto valdostano del Gambero Rosso che ormai da cinque anni dà il via ad una macchina seria e complessa. Il nome non è importante. Chi ha voluto informarmi non cerca pubblicità personale. Non ne ha bisogno. La prima cosa che mi ribadisce è che ha accettato di farsi carico di questo ruolo (che ha più oneri che onori) a patto di avere “campo libero”. 

Inutile dire che il personaggio in questione è uno dei massimi esponenti della cultura del vino nella nostra regione (e non solo)e ha un grande credito a livello nazionale e internazionale. Un credito che spende con convinzione a beneficio della Valle d’Aosta. Il premio a La Vrille come miglior passito italiano ne sono un esempio. Il Gambero Rosso anche in presenza di una qualità elevata non prende in considerazione produzioni inferiori alle 6000 bottiglie. Ma come disse lui ai signori del Gambero Rosso: «se il vino è buono il problema del numero di bottiglie è del produttore». E così fu.

Ma torniamo all’iter che porta al 3 bicchieri. Prima di tutto a priori non c’è nessun numero stabilito. Il Gambero rosso interpella tutti i produttori affinché inviino le loro bottiglie. Queste arrivano presso un Centro raccolta in Valle d’Aosta, l’addetto al centro numera e copre le bottiglie dividendole per tipologia. Arriva poi la Commissione che fa la degustazione al buio. 

La Commissione è composta da un rappresentante di zona, uno del Gambero Rosso, un giornalista e due esperti provenienti dall'estero. 

Le regole sono precise. I vini che raggiungono o superano i 90 centesimi si inviano a Roma, per quelli fermi a 89 se ne discute. In questi ultimi cinque anni la media di vini inviati è stata fra i 17 e i 20. Quest’anno sono stati 17. 

A Roma i vini vengono nuovamente divisi e separati. Gli Chardonnay con i Chardonnay, gli autoctoni, come ad esempio la Petite Arvine, con vini similari. Le commissioni sono estratte a sorte e poi la prassi è identica a quella regionale:  90 centesimi significa 3 bicchieri,  89 si discute. 

I vini valdostani quest’anno hanno abbondantemente superato i 90 centesimi.

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