Quest'anno Maison Rosset festeggia vent'anni
di attività. Sicuramente un bel traguardo, come pensate di solennizzare questo
momento?
Nel 1993
infatti abbiamo iniziato con la parte del ristoro della casa padronale, la sede
dell'azienda agricola in quell'anno era ancora all'interno del Borgo. Vogliamo
solennizzare questa ricorrenza con una prima produzione di vino delle nostre
vigne. Brinderemo con il nostro vino.
In questi venti anni tanti significativi
passi in avanti. L'azienda è cresciuta. Quante sono le persone che ruotano
intorno all'Agriturismo Maison Rosset?
Attualmente
otto.
In questi vent'anni come è cambiato il fare
impresa?
Sicuramente i
cambiamenti ci sono stati. Si continua a parlare di semplificazione ma in
realtà non è così. Io vorrei semplicemente occuparmi del mio lavoro ma in
realtà sono diventato un burocrate. L'aspetto burocratico è peggiorato e si è
complicato. Passo le mie giornate a girare carte. Per quanto riguarda invece
l'aspettativa del cliente ho notato che si è raffinato, è diventato molto
attento a me personalmente piace molto lavorare con un cliente un po' più
difficile anche perché è più stimolante. Per quanto riguarda invece il settore
della ristorazione sono aumentate le intolleranze e le allergie. Vent'anni fa
l'intolleranza al glutine quasi non esisteva. Invece oggi quotidianamente
viviamo con queste problematiche: il glutine, l'intolleranza al latte, il no ai
formaggi. Quest'ultimo era già diffuso ma il glutine ormai è imperante.
Potendo ricominciare che cosa cambierebbe?
Direi di no.
Mi ritengo fortunato rispetto al percorso seguito in questi anni. E' chiaro ho
avuto un cantiere. Ho vissuto nella polvere e nei debiti per vent'anni e forse
si poteva fare tutto subito però non avrebbe dato sicuramente la stessa
soddisfazione.
Cosa significa fare ristorazione in Valle
d'Aosta? Atout e ostacoli?
Sicuramente
la mia è stata una decisione voluta anche perché l'agriturismo propone prodotti
della propria azienda e comunque del territorio e il fatto di essere così
specifico da una parte può frenare una serie di clienti ma dall'altra è un
atout. Il turista che si trova nella media valle e vuole vivere un'esperienza
di cucina valdostana anche un po' rivisitata come nel caso della Maison Rosset
è ovvio casca abbastanza su Maison Rosset e questo è un atout importante.
La cucina valdostana si sta ritagliando un
suo posto nel panorama della cucina italiana? Sta crescendo l'apprezzamento dei
turisti?
Direi costante
crescente. Possiamo dire che l'elemento veramente nuovo è che il valdostano
vent'anni fa era meno orgoglioso della proposta del suo prodotto sul tavolo.
Oggi abbiamo migliorato la consapevolezza di avere prodotti sul nostro
territorio, nelle nostre aziende interessanti, di ottima qualità, genuini e,
quindi, siamo anche orgogliosi di proporli. Forse vent'anni fa questo ci
mancava un po'. Non ci sentivamo così convinti dei prodotti a disposizione sul
territorio.
Come è il dialogo con le altre strutture agrituristiche?
Riuscite a fare rete?
C'è una rete.
Il rapporto con gli altri miei colleghi è sicuramente ottimo e quindi mi posso
ritenere soddisfatto. Esiste l'associazione degli agriturismi valdostani anche
se da alcuni anni a questa parte siamo collegati tutti con l'Adava in quanto
quella che un tempo era l'associazione degli albergatori della Valle d'Aosta
oggi è l'associazione degli operatori valdostani e così - direi anche
fortunatamente - raccoglie tutte le proposte di accoglienza esistenti sul territorio
regionale. E' sembrato giusto perciò anche
a noi fare parte di questa grande famiglia dell'ospitalità.
Maison Rosset ha come obiettivo la quasi
autarchia. E' vero?
Assolutamente
sì. L'azienda agricola Rosset nel 1993 quando io inizia l'attività collegando
la parte agricola alla ristorazione di fatto era già una piccola azienda
agricola con un concetto autarchico di sopravvivenza famigliare. Io ho voluto
nel corso degli anni proseguire questo progetto e far diventare questa
autarchia famigliare un'autarchia dell'azienda ristoro Maison Rosset. Ci stiamo
avvicinando infatti quest'anno avremmo addirittura la prima produzione di vino
di cui ho già detto in precedenza. L'unico aspetto su cui non stiamo ancora
lavorando è quella cerealicola che presenta alcune difficoltà.
Un'altra novità da annunciare?
Stiamo
apportando alcuni miglioramenti sul fronte dell'ospitalità. In futuro potremmo
pensare ad uno spazio dedicato al benessere. Al momento possiamo contare su sei
chambre d'hôtes e su un'attività di turismo rurale, cioè di appartamenti ad uso
turistico.
Il sogno imprenditoriale da realizzare?
Per chiudere
il cerchio rivedere l'aspetto della monticazione del bestiame. Per il futuro
siamo un po' proiettati verso l'alpeggio.
Insomma c'è lavoro per altri vent'anni?
Certamente.
Altrimenti che cosa si fa? Bisogna porsi degli obiettivi. E poi la Valle
d'Aosta offre molto e di conseguenza è giusto dedicarsi a questo.
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