Andrea Carlotto e Cristina D'Arienzo |
Che cosa è un fablab?
D’Arienzo: E’ un laboratorio dove è possibile costruire
quasi qualunque cosa. E’ concepito per dare la possibilità a tutti coloro che
desiderano realizzarlo un progetto di riuscire nell’intento. Il fablab mette
così a disposizione competenze e attrezzature che altrimenti sarebbero
difficilmente accessibili ai singoli.
Come nasce il
fablab in Valle d'Aosta…
D’Arienzo: Come ogni progetto nasce dall’incontro di più
persone con esperienze e competenze diverse ed eterogenee accomunati dalla
passione per l’innovazione e la tecnologia.
Voi siete un'associazione quali obiettivi vi
proponete?
D’Arienzo: Siamo un’associazione di promozione sociale e il
nostro obiettivo primario è sostenere la diffusione di questo nuovo artigianato
digitale del fare. In che modo? Faremo divulgazione, formazione e creeremo rete
per far sì che ci sia un trasferimento tecnologico orizzontale. Inoltre ci
occuperemo di dare supporto per la realizzazione di progetti interni o esterni,
piccoli o grandi che siano.
Concretamente che
cosa si farà in un fablab… Ad esempio io vado al fablab e…
D’Arienzo: Troverai dei macchinari a disposizione di tutti
come ad esempio stampanti 3D, laser cutter e schede di elettronica Arduino. In
questo modo si può prendere consapevolezza di queste tecnologie.
E voi aiutate queste persone ad usarle…
D’Arienzo: Sicuramente ci sarà un supporto in quanto i macchinari non
sono complicati, ma necessitano di un minimo di spiegazione.
Fablab vuol dire anche collaborare con le aziende del
territorio e qui abbiamo una prima testimonianza. Si parla di droni è vero?
Come nasce questo connubio?
Carlotto: Diciamo che si sposano molto bene. La mia attività
comprende anche l’utilizzo di droni, un termine che io preferisco non
utilizzare in quanto ha una connotazione un po’ troppo militare, preferisco APR
che non sarà bellissima ma in italiano significa aeromobile a pilotaggio
remoto. La mia attività nasce tanto tempo fa’. Io nasco come musicista, sono
poi diventato musico terapista e sono arrivato ad aprire questa mia attività
come una condensa di tutte le esperienze che ho vissuto e che propongo come la
mia professionalità. Io mi occupo di audio, video, musica, di newmedia, cioè
nuove maniere di proporre i media e quindi mi occupo di proiezioni, interazioni
e mi sono reso conto che nel mio lavoro alla fin fine opero in maniera molto
artigianale pur non essendo l’artigiano classico come il falegname. Io ho il
mio laboratorio, con i miei strumenti. Un lavoro cucito su misura. Non ho dei
prodotti finiti, ma esiste un processo creativo che si sviluppa sulla base di
chi mi richiede i servizi ed è proprio un lavoro laboratoriale e artigianale.
Di qui l’incontro con il Fablab che da tempo auspicavo, avendo conosciuto realtà
simili in città più grandi come Milano o Torino, è stato inevitabile. Ci occupiamo
entrambi di artigianato digitale. E in questo possiamo aiutarci reciprocamente.
Molti interesse sono comuni. E così dopo esserci un po’ parlati ci siamo
guardati negli occhi per chiederci in che cosa possiamo aiutarci a vicenda
E il Fablab che
dice del connubio?
D’Arienzo: Per noi è importante creare partnership con
imprese in modo da creare un tessuto nuovo valdostano produttivo attraverso la
condivisione di risorse sia materiali che culturali. Per noi è importante che
il Fablab porti a qualcosa che sia creazioen di impresa o di progetti. E con
Andrea ci stiamo trovando molto bene è sempre presente ai nostri eventi e speriamo
di poter conoscere sia nuovi imprenditori o imprese già costituite sia
cittadini che hanno voglia di fare, di creare.
Il fablab è uno splendido volano per la diffusione della
cultura imprenditoriale...
Carlotto: Sicuramente. Il fablab io l’ho sempre inteso più
come un luogo che come un’istituzione. Dove si va, ci si scambia. E’ un
magazzino di possibilità che si possono dispiegare a seconda delle persone che
frequentano. Sono le idee che arrivano a dare vita al fablab. Qui magari si
possono incontrare delle persone interessate alle tue idee e che possono
aiutarti a svilupparle.
Il fablab è un rete nazionale oltretutto…
D’Arienzo: Noi siamo appoggiati dal Fablab Torino che cis
tanno aiutando su diversi settori. Ad esempio abbiamo in comodato d’uso una laser
cutter che è un macchinario molto costoso. Creiamo delle partnership facendo
dei corsi di formazione da noi e pure da loro. Il fare rete è perciò importante
per crescere ed imparare. Vorrei poi aggiungere che il fablab non ha età. Chiunque può venire ed approcciarsi alle
nuove tecnologie. Il nostro obiettivo è far capire anche che la tecnologia è
facile, che l’innovazione deve essere di tutti e per tutti. E quindi passate a
trovarci.
Una novità da annunciare come Fablab?
D’Arienzo: il 25 aprile in Cittadella, nel pomeriggio, ci
saranno dei workshop, e apriremo le porte del fablab e le iscrizioni all’associazione.
In più potrete incontrarci e pure incontrare Andrea che farà una piccola dimostrazione.
Carlotto: Faremo una piccola dimostrazione di volo in modo
da far vedere le potenzialità di questi mezzi.
Un sogno da realizzare?
Carlotto: Più che un sogno è un auspicio. Mi piacerebbe
essere testimone di un rinnovamento generazionale un po’ su tutti i fronti che
non significa soltanto di età, ma di mentalità e di apertura rispetto a quello
che accade intorno a noi. A livello
locale mi auguro una maggior condivisione tra le imprese, i professionisti
valdostani. Troppo spesso c’è un po’ di gelosia, un po’ di ritrosia nel collaborare
mentre invece è la chiave perché Valle abbia un futuro.
D’Arienzo: Nello stesso modo vorrei che il nostro territorio
migliori, che ci sia più collaborazione. Che riusciamo a raccontarci i nostri
sogni, i nostri progetti senza paura che il vicino ce lo rubi. Che le imprese
per davvero possano far rete senza paura. L’idea dell’open, cioè di fare
insieme allo stesso livello, di imparare l’uno dall’altro sia per quanto riguarda glia spetti
tecnologici che di vita.
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