Ospito una serie di articoli sul Piano di sviluppo rurale pubblicati sull'ultimo numero dell'Agriculteur valdôtain, il periodico di Coldiretti Valle 'Aosta.
La nostra
Associazione si è particolarmente impegnata nei lavori relativi alla
programmazione del prossimo PSR. Il parto è avvenuto, anche se non definitivo.
Non senza problemi ma il Consiglio Regionale ha licenziato un programma che –
adesso – dovrà essere discusso, e fatto digerire in sede Comunitaria, a
Bruxelles.
I tempi di crisi
si sono fatti pesantemente sentire e il tema centrale è stato quello delle
risorse aggiuntive che la Regione – in una procedure denominata “tot-up”, una
sorta di recupero dal bilancio regionale – aveva destinato al PSR nella scorsa
programmazione. Si tratta di ben cinquanta milioni di euro sulle misure a
superficie – indennità compensativa e misure ambientali.
Salvo questa
(peraltro forte) criticità l’impegno finanziario delle due programmazioni
risulta in equilibrio. “Equilibrio” sembra un buon risultato in questi tempi ma
– ricordiamolo – vuol dire soltanto portare il sostegno del 2007 al
2020 senza niente di più mentre i costi di produzione sono aumentati in maniera
esorbitante.
La nostra
Associazione ha prodotto, nell’ordine, una scheda progetto sottoscritta con
l’Arev, un secondo documento di valorizzazione del territorio
dell’allevamento e delle produzioni con Arev e Cia, un documento – inviato a
giugno – al presidente della Giunta, all’Assessore all’Agricoltura e
all’Autorità di gestione del PSR sottolineando le criticità e il contemporaneo
crollo delle risorse sulla legge di settore. Sono poi seguiti numerosi e
costanti incontri con l’Assessorato stesso e l’audizione in III Commissione
Regionale Consigliare.
Le tesi
sostenute sono state le seguenti:
- Le misure a superficie
sono pressoché gli unici interventi che vengono erogati direttamente alle
imprese agricole per la loro attività sul territorio; compensano solo parzialmente
le difficoltà che il territorio stesso e l’ambiente provocano alla azienda
e ricevono “un premio” per il corretto comportamento aziendale dal punto
di vista ambientale, azione di cui beneficia per la società intera.
Per tali motivi abbiamo chiesto che le misure vengano finanziate almeno
così come sinora accaduto.
- Le simulazioni sul primo
pilastro della PAC devono ritenersi quello che sono ( vedi articolo a
parte a pagina 5/6) cioè delle simulazioni e, mediamente, non ci
pare ipotizzabile che le misure del primo pilastro, pur in aumento,
possano compensare completamente i cinquanta milioni di euro che mancano
sulle due misure.
- Vi è, all’interno del
PSR, la possibilità di reperire risorse che, spostate da altri capitoli
possano intervenire a sostegno dei premi a superficie. Le proposte hanno
riguardato:
a)
Il capitolo degli investimenti ove,
praticamente, sono stati inseriti circa 28 milioni di euro. Si introducono così
nel PSR alcune misure che erano previste nella legge 32 in conto capitale (c.d.
a fondo perso). Tali misure sono indispensabili per giovani e per azioni di
ristrutturazioni fondiarie ma, ci pare, che sulla somma totale destinata ( ben
quasi 28 milioni di euro) si possa trovare un risparmio, da destinare all’aiuto
in conto interessi attraverso mutui agevolati e fondi di rotazione.
b)
In ambito della progettazione Leader si rilevano
ben 9 milioni di euro destinati ai Gal. E’ probabilmente – e i motivi non
sono ascrivibili a responsabilità specifiche ma alla complessità della materia
– una situazione in cui non si è riusciti a scaricare sul patrimonio rurale
complessivo tutto l’investimento eseguito per cui si è chiesta una
riflessione su questo capitolo, certamente non sulle attività da mettere in
campo ma sulla cifra complessiva di nove milioni di euro.
c)
In ambito di politiche di investimenti nello
sviluppo delle aree forestali rilevando anche qui il finanziamento di 5,5
milioni di euro e il fatto che i beneficiari delle misure siano principalmente
legati alla P.A. si è chiesto una riflessione che possa portare ad eventuali
risparmi e ad una più specifica destinazione delle risorse anche verso il mondo
agricolo.
Altra proposta
maturata nelle discussioni è stata quella di trovare delle risorse che possano
garantire una “caduta morbida” andando a finanziare non più i 50 milioni
mancanti – oggettivamente difficili da reperire – ma almeno il corrispondente
delle prime tre annualità per dare garanzia di continuità agli aiuti almeno per
tale periodo, poi le norme sul primo pilastro saranno meglio
definite (vedi art. a pagina 5/6) e si potrà capire se si possono apportare
modifiche nella revisione di medio termine. Allo studio, nella stessa ottica,
una progressività a “a scendere” delle misure a superficie proporzionale al
premio “ a salire” del primo pilastro.
Altra richiesta
– come detto congiunta con AREV – quella di dare la giusta rilevanza ai premi
della zootecnia sotto forma di benessere animale in quanto il progetto di
scheda di misura accoglie le richieste del mondo agricolo ma, allo stato
attuale, il finanziamento non è sufficiente a coprire l’intervento. Coldiretti
VdA ha poi prodotto alla Autorità di Gestione tutta una serie di ulteriori
osservazioni, più legate alla fase tecnica : dalla formazione, ai giovani
agricoltori, dalla consulenza aziendale alla promozione. La giusta attenzione è
anche stata richiesta per settori formalmente esclusi quali gli
apicoltori e i produttori di piccoli frutti per giungere fino alle
erbe officinali, settore in cui la regione ha investito in termini di diversificazione.
I settori del vino e della frutta sono stati analizzati dai rispettivi
rappresentanti associativi territoriali.
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