1 settembre 2014

#PSR e #Agricoltura: La #crisi taglia il finanziamento aggiuntivo regionale

Ospito una serie di articoli sul Piano di sviluppo rurale pubblicati sull'ultimo numero dell'Agriculteur valdôtain, il periodico di Coldiretti Valle 'Aosta.


La nostra Associazione si è particolarmente impegnata nei lavori relativi alla programmazione del prossimo PSR. Il parto è avvenuto, anche se non definitivo. Non senza problemi ma il Consiglio Regionale ha licenziato un programma che – adesso – dovrà essere discusso, e fatto digerire in sede Comunitaria, a Bruxelles.
I tempi di crisi si sono fatti pesantemente sentire e il tema centrale è stato quello delle risorse aggiuntive che la Regione – in una procedure denominata “tot-up”, una sorta di recupero dal bilancio regionale – aveva destinato al PSR nella scorsa programmazione. Si tratta di ben cinquanta milioni di euro sulle misure a superficie – indennità compensativa e misure ambientali.
Salvo questa (peraltro forte) criticità l’impegno finanziario delle due programmazioni risulta in equilibrio. “Equilibrio” sembra un buon risultato in questi tempi ma – ricordiamolo – vuol dire  soltanto  portare il sostegno del 2007 al 2020 senza niente di più mentre i costi di produzione sono aumentati in maniera esorbitante.
La nostra Associazione ha prodotto, nell’ordine, una scheda progetto sottoscritta con l’Arev,  un secondo documento di valorizzazione del territorio dell’allevamento e delle produzioni con Arev e Cia, un documento – inviato a giugno – al presidente della Giunta, all’Assessore all’Agricoltura e all’Autorità di gestione del PSR sottolineando le criticità e il contemporaneo crollo delle risorse sulla legge di settore. Sono poi seguiti numerosi e costanti incontri con l’Assessorato stesso e l’audizione in III Commissione Regionale Consigliare.
Le tesi sostenute sono state le seguenti:
  • Le misure a superficie sono pressoché gli unici interventi che vengono erogati direttamente alle imprese agricole per la loro attività sul territorio; compensano solo parzialmente le difficoltà che il territorio stesso e l’ambiente provocano alla azienda e ricevono “un premio” per il corretto comportamento aziendale dal punto di vista ambientale, azione di cui beneficia per la società intera.  Per tali motivi abbiamo chiesto che le misure vengano finanziate almeno così come sinora accaduto.
  • Le simulazioni sul primo pilastro della PAC devono ritenersi quello che sono ( vedi articolo a parte a pagina  5/6) cioè delle simulazioni e, mediamente, non ci pare ipotizzabile che le misure del primo pilastro, pur in aumento, possano compensare completamente i cinquanta milioni di euro che mancano sulle due misure.
  • Vi è, all’interno del PSR, la possibilità di reperire risorse che, spostate da altri capitoli possano intervenire a sostegno dei premi a superficie. Le proposte hanno riguardato:
a)      Il capitolo degli investimenti ove, praticamente, sono stati inseriti circa 28 milioni di euro. Si introducono così nel PSR alcune misure che erano previste nella legge 32 in conto capitale (c.d. a fondo perso). Tali misure sono indispensabili per giovani e per azioni di ristrutturazioni fondiarie ma, ci pare, che sulla somma totale destinata ( ben quasi 28 milioni di euro) si possa trovare un risparmio, da destinare all’aiuto in conto interessi attraverso mutui agevolati e fondi di rotazione.
b)      In ambito della progettazione Leader si rilevano ben 9 milioni di euro destinati ai Gal.  E’ probabilmente – e i motivi non sono ascrivibili a responsabilità specifiche ma alla complessità della materia – una situazione in cui non si è riusciti a scaricare sul patrimonio rurale complessivo  tutto l’investimento eseguito per cui si è chiesta una riflessione su questo capitolo, certamente non sulle attività da mettere in campo ma sulla cifra complessiva di nove milioni di euro.
c)       In ambito di politiche di investimenti nello sviluppo delle aree forestali rilevando anche qui il finanziamento di 5,5 milioni di euro e il fatto che i beneficiari delle misure siano principalmente legati alla P.A. si è chiesto una riflessione che possa portare ad eventuali risparmi e ad una più specifica destinazione delle risorse anche verso il mondo agricolo.

Altra proposta maturata nelle discussioni è stata quella di trovare delle risorse che possano garantire una “caduta morbida” andando a finanziare non più i 50 milioni mancanti – oggettivamente difficili da reperire – ma almeno il corrispondente delle prime tre annualità per dare garanzia di continuità agli aiuti almeno per tale periodo, poi  le norme  sul primo pilastro saranno meglio definite (vedi art. a pagina 5/6) e si potrà capire se si possono apportare modifiche nella revisione di medio termine. Allo studio, nella stessa ottica, una progressività a “a scendere” delle misure a superficie proporzionale al premio “ a salire” del primo pilastro.
Altra richiesta – come detto congiunta con AREV – quella di dare la giusta rilevanza ai premi della zootecnia sotto forma di benessere animale in quanto il progetto di scheda di misura accoglie le richieste del mondo agricolo ma, allo stato attuale, il finanziamento non è sufficiente a coprire l’intervento. Coldiretti VdA ha poi prodotto alla Autorità di Gestione tutta una serie di ulteriori osservazioni, più legate alla fase tecnica : dalla formazione, ai giovani agricoltori, dalla consulenza aziendale alla promozione. La giusta attenzione è anche stata richiesta per settori formalmente esclusi quali gli apicoltori  e i produttori di  piccoli frutti per giungere fino alle erbe officinali, settore in cui la regione ha investito in termini di diversificazione. I settori del vino e della frutta sono stati analizzati dai rispettivi rappresentanti associativi territoriali.  

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