La
lotta conto gli OGM di Coldiretti Valle d’Aosta è iniziata sin
dal 2004 attraverso l’adesione di alcuni Comuni (Chambave,
Champdepraz, Donnas, Etroubles, Valsavarenche, Valtournenche, Verrès
)
al progetto “liberi da OGM” che, con delibere Comunali
dichiaravano volontariamente, sin da allora, il divieto di uso di OGM
sul loro territorio. Ricordiamo ancora che il Consorzio tutela DOP
Fontina, già dal 2006, primo Consorzio di tutela DOP in Italia,
bandiva, in autoregolamentazione, l’uso di mangimi OGM quali
integratori dell’alimentazione delle vacche il cui latte è
destinato alla produzione della Fontina DOP.
In
Consiglio Regionale dopo la L.R. sulla coesistenza nel 2008 si è
riaperto il dibattito nel 2010 con nuove proposte di legge che si
sono scontrate con l’evoluzione delle normative Comunitarie. Ora
che anche l’Unione Europea sembra tener conto delle esigenze degli
agricoltori e dei cittadini consumatori (8 su 10 contrari) la nostra
Regione ha già dichiarato il territorio Regionale OGM Free con
l’abrogazione delle norme che prevedevano la coesistenza e la
dichiarazione di divieto di coltivazione di OGM.
A
livello Comunitario la definitiva approvazione della modifica della
direttiva in materia di emissione deliberata nell’ambiente di ogm
messa a punto dal Consiglio e dal Parlamento Europeo è recentissima
(13 gennaio) mentre, naturalmente, si è in attesa del recepimento
Nazionale.
«Non
siamo mai stati contro gli OGM in maniera strumentale e ideologica, o
peggio demagogica,
- afferma il
direttore della Coldiretti Ezio Mossoni – ma
la nostra posizione è una semplice conseguenza coerente della
conclamata posizione a favore della tipicità, dell’origine
esclusiva della materia prima legata al territorio, della
biodiversità, della valorizzazione dell’ambiente e dell’economia
legate alla produzione locale agroalimentare.
Se si crede
in tutto ciò non
si può essere a favore degli OGM, che sono omologazione,
appiattimento e massificazione delle produzioni, l’esatto contrario
dell’agricoltura in cui crediamo, la nostra agricoltura – anche
quella Nazionale e non solo quella locale - non potrà mai competere
sulla base di bassi costi e bassi prezzi, ma solo giocandosela a
livello di distintività e qualità»
.
«Stanno
cadendo tutti i paradigmi sugli OGM, che si stanno rivelando utili
solo all’industria che li produce: ormai è ampiamente dimostrato
che non si deve più produrre per sfamare i Paesi poveri, il cibo c’è
già, il problema è la giusta distribuzione tra chi spreca e chi ha
fame,
- conclude
Mossoni
– è
stato ampiamente dimostrato che non sono convenienti; laddove gli
OGM sono consentiti le produzioni non sono aumentate, non sono
diminuiti né i costi per gli agricoltori né prezzi i prezzi per i
consumatori , si è creata solo una nuova dipendenza tra gli
agricoltori e l’industria biotecnologica, naturalmente a tutto
favore di quest’ultima».
Secondo
una analisi della Coldiretti nell’Unione Europea nonostante
l’azione delle lobbies che producono Ogm, nel 2013 sono rimasti
solo cinque, su ventotto, i paesi a coltivare Ogm (Spagna,
Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania), con appena
148mila ettari di mais transgenico MON810 piantati nel 2013, la quasi
totalità in Spagna (136.962 ettari). Si tratta quindi di fatto -
conclude la Coldiretti - di un unico Paese (la Spagna) dove si
coltiva un unico prodotto (il mais MON810).
In ogni caso, sino all’11 febbraio, vale ancora il divieto di
coltivazioni di ogm a livello nazionale in forza delle misure
straordinarie disposte dalle amministrazioni competenti nel 2013.
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