Confindustria Valle d'Aosta ha reso noti oggi i risultati della sua indagine trimestrale previsionale, redatta dallo staff guidato da Edda Crosa. Si tratta del primo trimestre 2015.
Il quadro economico regionale che viene fuori dalla consueta indagine effettuata da Confindustria Valle d’Aosta su di un campione significativo di imprese associate (24,4%) relativa al primo trimestre 2015 è, in linea con quanto osservato a livello nazionale, caratterizzato ancora da una forte incertezza. In generale peggiorano tutti i principali indicatori congiunturali ad eccezione del dato relativo all’utilizzo medio degli impianti e delle previsioni di produzione che rimangono sostanzialmente stabili. Questo perché, molto probabilmente, le imprese ipotizzano di mantenere sostanzialmente invariati i livelli di produzione attuando politiche di riorganizzazione e di riduzione dei costi. Anche le aspettative degli imprenditori valdostani continuano ad essere per il prossimo trimestre poco ottimistiche, ulteriore segnale di una crisi che il nostro tessuto imprenditoriale considera piùlunga e profonda rispetto a quanto previsto. Unico dato in controtendenza è quello relativo alle attese sulle esportazioni che di solito sono il sintomo di un avvio di un circolo virtuoso per l’intera economia.
«Dai dati forniti dal campione di nostre imprese associate – afferma il Presidente di Confindustria Valle d’Aosta, Monica Pirovano – emerge, ancora una volta, un quadro complessivo del sistema produttivo regionale piuttosto incerto e problematico. Non si vedono ancora quei segnali che possano assicurare continuità di crescita e d’altro canto permangono sul territorio regionale elementi che ci mostrano chiaramente come la nostra economia regionale sia ancora lontana da poter raggiungere i livelli pre-crisi. In tal senso, Confindustria Valle d’Aosta ritiene sia necessario avviare politiche coraggiose che vedano nella centralità dell’impresa e del lavoro le priorità daperseguire e che abbiano come scopo un sensibile aumento del PIL. In tal senso, accogliamo con favore la misura varata dalla BCE che prevede l’acquisto di titoli per 1.140 miliardi di euro che dovrebbe portare, in base alle valutazioni fatte dal Centro Studi di Confindustria, ad un aumento del PIL dell’1,8% e 3,2 miliardi di risparmio sugli interessi per le imprese».
A conferma di una chiusura d’anno poco rosea è il dato relativo al carnet ordini: aumenta la quota di aziende che ritengono il carnet ordini sufficiente a coprire solamente da uno a tre mesi che passa dal31,8% del trimestre precedente ad un 40% dell’attuale.
Dato sostanzialmente stabile è quello relativo al grado medio di utilizzo degli impianti che passa dal58,53% del trimestre precedente al 62,50% dell’attuale.
Rallenta il trend positivo fatto registrare lo scorso trimestre relativo alla variazione negli investimenti
programmati. A dicembre la percentuale degli imprenditori che dichiara un andamento dei pagamenti in ritardo è del 45%.
Il dato relativo alle aspettative per l’export passa da un -31,25% dello scorso trimestre, ad un -16,67 , anche se resta ancora negativo. Sul fronte dell’acquisizione di nuovi ordini, il dato fa registrare un’ulteriore discesa il saldo scende ulteriormente a -13,64%.
Dato sostanzialmente stabile è quello relativo al grado medio di utilizzo degli impianti che passa dal58,53% del trimestre precedente al 62,50% dell’attuale.
Rallenta il trend positivo fatto registrare lo scorso trimestre relativo alla variazione negli investimenti
programmati. A dicembre la percentuale degli imprenditori che dichiara un andamento dei pagamenti in ritardo è del 45%.
Il dato relativo alle aspettative per l’export passa da un -31,25% dello scorso trimestre, ad un -16,67 , anche se resta ancora negativo. Sul fronte dell’acquisizione di nuovi ordini, il dato fa registrare un’ulteriore discesa il saldo scende ulteriormente a -13,64%.
L’andamento della aspettative circa i livelli di produzione riflette queste difficoltà: nel trimestre gennaio-marzo 2015 il saldo fa registrare una debole flessione rispetto al trimestre precedente calando fino a quota -13,04.
Continua il trend negativo degli investimenti: la metà degli imprenditori prevede di non realizzare alcun investimento e la quota di imprese che prevede di effettuare interventi per ampliamento della capacità produttiva diminuisce leggermente e continua ad attestarsi su livelli marginali. Aumenta, ma non in modo significativo, la quota di impresa che pensa di effettuare investimenti ma solo per sostituzione di impianti preesistenti (dal 28% dello scorso trimestre al 30%dell’attuale).
Il mercato del lavoro riflette gli andamenti dell'economia ed i fattori di rischio presenti sui mercati hanno ripercussioni anche sull'occupazione. Infatti sia il dato relativo all’andamento occupazionale che quello relativo alla Cassa Integrazione fanno registrare un peggioramento.
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