15 aprile 2015

La valdostana #Touchware sogna la filiale americana

Michelangelo Chasseur
Intervista Michelangelo Chasseur della Touchware, azienda valdostana di sviluppo informatico. 

Di cosa vi occupate?
La Touchware nasce da una idea imprenditoriale nel 2012. L'obiettivo era quello di sviluppare nel mondo mobile. Nel 2012 era un po' meno evidente ma c'è questo trend che oggi è sotto gli occhi di tutti, cioè la crescita del fruire delle informazioni in mobilità, mi riferisco chiaramente agli smartphone.

Di recente avete realizzato un'App. In cosa consiste?
E' un'app molto specifica che abbiamo realizzato con il supporto non condizione di una casa farmaceutica che è la Bracco ed è un'applicazione dedicata ai medici radiologi nel mondo specifico del 'utilizzo dei mezzi di contrasto per la Tac ed è un supporto alla pratica clinica quotidiana dei medici che devono somministrare ai pazienti questo tipo di farmaco che  a volte può avere anche degli effetti collaterali. L'applicazione voleva dare un supporto alla decisione clinica nella pratica quotidiana.

Un'app che ogni medico può utilizzare per conto proprio...
Assolutamente sì . Abbiamo coordinato un board scientifico di tre medici che sono riconosciuti almeno a livello italiano come dei professionisti di successo in questo ambito. E' stata consultata una serie di paper scientifici a supporto della valenza scientifica dell'applicazione. Ognuno è in grado di utilizzare l'applicazione in autonomia ed è abbastanza user friendly.
E' un prodotto di nicchia ma di interesse mondiale?
In questo momento l'applicazione è in italiano ma stiamo già lavorando sempre con Bracco per portare questo stesso concetto a livello internazionale. La piattaforma che stiamo sviluppando non sarà soltanto più su Tac ma anche su risonanza e verrà rilasciata in diversi altri paesi sia europei che extraeuropei.

L'app è gratuita in questo momento. Proviamo a spiegare dove sta il vostro business...
Questa è una domanda che mi sento fare quasi quotidianamente. Noi lavoriamo principalmente come terzisti. Abbiamo fatto alcune piccole esperienze di applicazioni sui consumatori finali ma gli sforzi che è necessario fare in termini di pubblicità per raggiungere il mercato, per far conoscere la propria applicazione sono talmente elevati che poi ci siamo scoraggiati e abbiamo deciso di lavorare principalmente nel btob. facciamo servizi per altre aziende. L'altra cosa che è difficile far capire anche a potenziali clienti è il costo dell'applicazione. Ma quota costa un'applicazione? A questa domanda io rispondo con un'altra domanda: ma quanto costa un'automobile? Questa può sembrare una provocazione ma in realtà ci sono tutta una serie di parametri dalla dimensione  alle integrazioni con servizi esterni,  con particolari feature, localizzazione e via dicendo che possono far lievitare notevolmente il costo di un'applicazione. Una delle ultime applicazioni che abbiamo fatto era quella del catalogo prodotti del Roi Merlin che dovrà uscire a fine aprile che ci ha impegnato un team di quattro persone per quasi cinque mesi. Basta fare due conti e si capisce quali possono essere i costi di uno sviluppo di questo tipo.

Voi operate spesso con partner di rilievo internazionale...
Noi abbiamo cercato di posizionarci fin da subito come una realtà che guardasse non soltanto al di là ei confini nazionali, ma anche internazionali. Noi oggi lavoriamo in un settore informatico, in particolare quello delle applicazioni mobili, dove la competizione ormai è internazionale. Non ci sono confini. Anche il team di persone che abbiamo creato - oggi siamo in nove - è stato pensato per permetterci di aggredire anche dei progetto di un certo rilievo.

In Valle d'Aosta per ora qualche commessa?
Al momento abbiamo all'attivo un progetto di ricerca realizzato in collaborazione con l'Università di Pavia con il supporto dell'Azienda Sanitaria locale che è partito un anno fa circa grazie ad un finanziamento europeo cioè l'adozione sulle ambulanze del 118 di strumenti informatici in mobilità, quindi di tablet che serviranno a supporto dell'attività clinica e quindi per la consultazione in tempo reale di parametri, di documentazione clinica dei pazienti soccorsi piuttosto che la comunicazione in tempo reale di dati presi dalla scena dell'incidente verso le strutture di soccorso.

Perché uno dovrebbe rivolgersi specificatamente a voi?
Il modo in cui ci siamo strutturati ci permette di gestire la fliera produttiva nella sua interezza. Dall'analisi delle esigenze del cliente, alla progettazione, all'implementazione di quanto definito, al design, alla comunicazione e riusciamo a dare delle soluzioni complete con standard qualitativi elevati. Noi non facciamo semplicemente applicazione web, ma ci posizioniamo su un target di riferimento superiore che è quello delle applicazioni native con sogli di ingresso più alte perché richiede delle competenze più specifiche. Questo è sicuramente un altro elemento che fa sì che il cliente preferisca rivolgersi  a noi.

I vostri prodotti sono tagliati su misura...
Esattamente noi partiamo dall'analisi delle esigenze e spesso si cerca di condurre il cliente che  a volte non sempre sa di cosa ha bisogna. Sa di avere bisogno di una strategia digitale ma deve comprendere qual è la migliore. E noi li aiutiamo in questo.

Le vostre prospettive di impresa da qui a tre anni?
Per noi è un tempo molto lungo in quanto non li abbiamo neppure ancora compiuti tre anni di vita. Li fare a ottobre quest'anno. Mi piacerebbe pensare che continueremo ad avere la crescita che abbiamo avuto fino ad ora. Quando siamo partiti ero da solo oggi siamo in nove. Sarebbe bello fra tre anni essere in venti.
 
Qualche novità aziendale in vista?
Ci stiamo lanciando su due filoni interessanti. Il primo è una piattaforma di logistica. Stiamo lavorando con Magneti Marelli come partner che produce hardware per sviluppare una piattaforma per il traking in tempo reale delle flotte. Ci sarà questa specie di black-box - molto simile a quella che certe assicurazioni già oggi propongono - che permette di tenere traccia in tempo reale di dove si trovano i mezzi. Il secondo è nel campo del sociale con un paio di rapporti con due strutture molto grandi, da un lato la Sacra Famiglia a Cesano Boscone con 1900 posti letto che si occupa dei più disperati di cui nessuno si vuole prendere cura e l'Aias di Monza che si occupa degli spastici. Con loro stiamo cercando di trovare delle soluzioni informatiche che permettano di facilitare la loro attività.

Vi state avvicinando al no profit...
Sì. E' un settore più difficile in quanto i budget sono limitati ma ci sono delle opportunità a livello di bandi anche europei che potrebbero permettere di realizzare anche dei progetti interessanti.

Qual è il vostro sogno imprenditoriale?
E' una domanda difficile. A noi piacerebbe aprire una filiale all'estero. Noi abbiamo una sede operativa a Milano che ci permette di partecipare ad attività anche della Camera di Commercio di Milano con la quale l'anno scorso abbiamo preso parte ad una mission aziendale negli Stati Uniti e abbiamo attivato una collaborazione con un'agenzia di Chicago che sta cercando di portare alcune delle nostre soluzioni sul mercato americano. Questo è il prodromo di una possibile attività all'estero. Adesso a fine aprile parteciperemo insieme ad Italia start up, associazione italiana che raggruppa sia start up sia aziende consolidate, ad un'altra missione a Singapore dove porteremo alcune delle nostre soluzioni e io spero che prima o poi riusciremo ad aprire anche un canale verso l'estero.






0 commenti:

 

© ImpresaVda Template by Netbe siti web