I
Intervista a Edy
Incoletti, Presidente dei Giovani imprenditori di
Confindustria Valle d'Aosta. Questa intervista è già stata pubblicata sul Corriere della Valle.
Edy Incoletti |
Nei giorni scorsi si è svolta in Valle la finale regionale di Eureka funziona. Di cosa si tratta?
E' un progetto che abbiamo adottato in Valle d'Aosta per il primo anno, mentre a livello nazionale siamo già al terzo, e che nasce sotto l'egida di Federmeccanica. Il progetto, rivolto alle Terze, Quarte e Quinte, intende proporre un’esperienza di creatività e conoscenza, di sperimentazione, scoperta e autoapprendimento, portando gli studenti a utilizzare in modo creativo alcune delle conoscenze acquisite in ambito disciplinare. L’idea nasce da una sperimentazione iniziata nel 2003, nelle scuole primarie finlandesi e quest’anno ha coinvolto oltre che la Valle d’Aosta, anche le città di Ancona, Bari-Barletta, Belluno, Bergamo, Bologna, Brescia, Como, Cuneo, Firenze, Lecco, Lucca, Milano, Monza, Padova, Pesaro-Urbino, Reggio Emilia, Roma e provincia, Torino, Treviso e Vicenza. Si tratta di un progetto molto bello che ha alla sua base una filosofia molto semplice. Concretamente si parte da degli elementi molto semplici, un kit composto da bastoncini, rotelle - quest'anno dei magneti in quanto il tema era proprio il magnetismo – dato a dei ragazzini delle Elementari chiamati a costruire un giocattolo in base alla loro fantasia con l'unico limite che questo giocattolo deve avere una parte in movimento.
Come è stata
la partecipazione valdostana e soprattutto quali sono stati gli
esiti?
Una
partecipazione eccezionale. Il
17 aprile, al Campo Sportivo di Plan Felinaz di Charvensod, dove
si
è tenuta la Finale
regionale del progetto, grazie alla collaborazione con
il Comune di Charvensod e all’Assessorato alle Attività
Produttive della Regione Valle d’Aosta e al patrocinio
delle ditte Vierin S.r.l. e Sorgenti Monte Bianco S.p.A., abbiamo
avuto venti
classi
partecipanti con circa 300 bambini. Siamo la città che ha aderito al
progetto che ha avuto la partecipazione maggiore.
Sono
state premiate
alcune classi...
Noi
abbiamo cercato di dare un premio a tutti i
partecipanti
offerto da Fondimpresa Valle d'Aosta in
quanto mi sembra giusto che chiunque partecipi e si impegni abbia un
riconoscimento. In ogni caso una
giuria composta da un componente designato da Confindustria Valle
d’Aosta, dal Gruppo Giovani, dal Comitato della Piccola
Industria e da AIF valuterà i progetti in gara ha premiato il
giocattolo migliore nelle tre categorie “Gruppo classi
terze”, “Gruppo classi quarte” e “Gruppo classi quinte”.
Ai Gruppi Vincitori sono stati inoltre assegnati ulteriori premi
consistenti in una fornitura di materiale alle corrispondenti
istituzioni scolastiche e le classi quinte andranno anche in viaggio
premio al Museo dell'automobile di Torino, premio aggiuntivo che
abbiamo aggiunto noi come giovani imprenditori, e parteciperanno
anche alla finale nazionale a Roma il 15 maggio. Due giorni a Roma
dove verrà eletto il miglior premio nazionale.Perché è così importante un simile appuntamento?
Questo appuntamento è stato fortemente voluto da noi come Gruppo Giovani, dalla Piccola Industria, è stato poi sposato dal delegato delle aziende metalmeccaniche della Valle d'Aosta e da tutta Confindustria Valle d'Aosta perché ha l'obiettivo di avvicinare i bambini a quelle che sono le specializzazioni più tecniche, cercare cioè di far nascere nei bambini una passione verso quelle che sono le professioni dell'ingegnere, del perito meccanico. Tutte figure di cui l'Italia ha estremamente bisogno e che spesso vengono un po' scartate o sottovalutate a fronte di materie più scientifiche.
Inevitabilmente
una simile iniziativa non può non farci interrogare sul rapporto
Scuola-impresa. Qual è la situazione in Italia e in Valle
d'Aosta?
Il problema è
sempre lo stesso. Trovare una preparazione negli studenti che sia già
in prospettiva di una occupazione all'interno delle imprese. Con i
nostri progetti noi cerchiamo di lavorare molto in questo senso, per
portare la cultura dell'impresa all'interno delle scuole. Stiamo
lavorando anche per incentivare l'alternanza scuola-lavoro. Vorremmo
veramente che dal punto di vista dello Stato venissero approvate
delle leggi che favoriscano questa alternanza e consentano di avere
dei ragazzi che escano dalle scuole avendo già un'idea ben precisa
di cosa significa lavorare.
Come giovani
imprenditori avete realizzato altre iniziative con il mondo della
scuola?
Eureka è la
prima che si conclude. Era infatti già iniziata a gennaio. In questi
giorni stiamo lavorando sul nostro progetto valdostano che è
“giovani imprese”, cioè andiamo nelle scuole a parlare di come
si fa il colloquio di lavoro, come si cerca lavoro, come si
predispone il proprio curriculum, spiegando un po' la realtà
dell'industria valdostana. Altro progetto molto importante che avrà
la sua finale il 25 maggio con una esibizione credo in Piazza Chanoux
– devono ancora confermarmelo – realizzato in Collaborazione con
Structure Vda e con Junior Enterprise è Imprese in azione dove
undici classi delle Superiori realizzeranno un progetto di impresa.
Fingeranno di mettere in piedi un'impresa con la realizzazione di un
vero e proprio prodotto che presenteranno in quell'occasione. Da
quando lo facciamo, questo è il quarto anno, è il numero più alto
di classi coinvolte.
Quali sono le
maggiori difficoltà nel relazionarsi con il mondo della scuola?
Con Eureka siamo
rimasti stupiti. Noi ci attendevamo una partecipazione inferiore: 4-5
classi al massimo. Un successo dovuto principalmente al modo diverso
in cui sono strutturate le attività alle elementari c'è un maestro
che porta avanti tutto il progetto. Questa è la difficoltà
principale che troviamo soprattutto alle Superiori in quanto troppo
spesso questi progetti che dovrebbero essere d'Istituto sono delegati
al singolo insegnante che giudica non tanto in base a un quadro
complessivo ma al suo tempo e alla sua voglia e alla sua materia di
competenza e non secondo un ragionamento di utilità vera del
progetto. L'augurio è che addirittura questi progetti siano
adottati a livello regionale.
Verrebbe da
pensare che nelle scuole oltre al laboratorio informatico ci vorrebbe
anche quello tecnologico... Penso al programma makers in onda su
Deakids...
Bisogna ragionare
in questo senso anche perché abbiamo scoperto che è un luogo comune
che i giovani non abbiano più inventiva o fantasia. In realtà non
hanno modo di esprimerla, ma ne hanno più adesso di quanto ne
avevano anni fa in quanto hanno molti più stimoli, ricevono molte
più idee. Bisogna metterli in grado di esternare questa creatività
e creare dei progetti che li conducano a fare non soltanto a studiare
in modo da avvicinarsi di più a quella che è la realtà, creando
nuove idee e dando una spinta verso la nascita di nuove imprese.
Altri progetti
in vista?
Continuiamo con
quelli citati e vorrei pure segnalare il lavoro che stiamo facendo
con l'Università della Valle d'Aosta con la quale abbiamo finanziato
sia una tesi sia una borsa di studio per il corso di laurea
magistrale recentemente lanciato. Ovviamente deve essere una tesi
legata al territorio. In questi giorni stiamo selezionando il
candidato vincitore. La borsa è triennale. L'anno prossimo sarà
riproposta.
Un sogno
imprenditoriale da realizzare?
Il sogno più
grande sarebbe che questi progetti che abbiamo avviato con tanta
fatica come iniziative della nostra singola associazione diventassero
un po' il tema conduttore per quelle che sono le politiche
dell'istruzione. Sono stati tutti molto apprezzati questi progetti.
Se si andasse verso un obbligo di far progetti simili in tutte le
scuole, in tutte le classi sarebbe veramente un bel
successo.
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