7 maggio 2015

Edy Incoletti (#Confindustria Valle d'#Aosta): «Consolidare il rapporto tra #impresa e #scuola»


I
Edy Incoletti
Intervista a Edy Incoletti, Presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria Valle d'Aosta. Questa intervista è già stata pubblicata sul Corriere della Valle.

Nei giorni scorsi si è svolta in Valle la finale regionale di Eureka funziona. Di cosa si tratta?
E' un progetto che abbiamo adottato in Valle d'Aosta per il primo anno, mentre a livello nazionale siamo già al terzo, e che nasce sotto l'egida di Federmeccanica. Il progetto, rivolto alle Terze, Quarte e Quinte, intende proporre un’esperienza di creatività e conoscenza, di sperimentazione, scoperta e autoapprendimento, portando gli studenti a utilizzare in modo creativo alcune delle conoscenze acquisite in ambito disciplinare. L’idea nasce da una sperimentazione iniziata nel 2003, nelle scuole primarie finlandesi e quest’anno ha coinvolto oltre che la Valle d’Aosta, anche le città di Ancona, Bari-Barletta, Belluno, Bergamo, Bologna, Brescia, Como, Cuneo, Firenze, Lecco, Lucca, Milano, Monza, Padova, Pesaro-Urbino, Reggio Emilia, Roma e provincia, Torino, Treviso e Vicenza. Si tratta di un progetto molto bello che ha alla sua base una filosofia molto semplice. Concretamente si parte da degli elementi molto semplici, un kit composto da bastoncini, rotelle - quest'anno dei magneti in quanto il tema era proprio il magnetismo – dato a dei ragazzini delle Elementari chiamati a costruire un giocattolo in base alla loro fantasia con l'unico limite che questo giocattolo deve avere una parte in movimento.

Come è stata la partecipazione valdostana e soprattutto quali sono stati gli esiti?
Una partecipazione eccezionale. Il 17 aprile, al Campo Sportivo di Plan Felinaz di Charvensod, dove si è tenuta la Finale regionale del progetto,  grazie alla collaborazione con il Comune di Charvensod e all’Assessorato alle Attività Produttive della Regione Valle d’Aosta e al patrocinio delle ditte Vierin S.r.l. e Sorgenti Monte Bianco S.p.A., abbiamo avuto venti classi partecipanti con circa 300 bambini. Siamo la città che ha aderito al progetto che ha avuto la partecipazione maggiore.

Sono state premiate alcune classi...
Noi abbiamo cercato di dare un premio a tutti i partecipanti offerto da Fondimpresa Valle d'Aosta in quanto mi sembra giusto che chiunque partecipi e si impegni abbia un riconoscimento. In ogni caso una giuria composta da un componente designato da Confindustria Valle d’Aosta, dal Gruppo Giovani, dal Comitato della Piccola Industria e da AIF valuterà i progetti in gara ha premiato il giocattolo migliore nelle tre categorie “Gruppo classi terze”, “Gruppo classi quarte” e “Gruppo classi quinte”. Ai Gruppi Vincitori sono stati inoltre assegnati ulteriori premi consistenti in una fornitura di materiale alle corrispondenti istituzioni scolastiche e le classi quinte andranno anche in viaggio premio al Museo dell'automobile di Torino, premio aggiuntivo che abbiamo aggiunto noi come giovani imprenditori, e parteciperanno anche alla finale nazionale a Roma il 15 maggio. Due giorni a Roma dove verrà eletto il miglior premio nazionale.

Perché è così importante un simile appuntamento?
Questo appuntamento è stato fortemente voluto da noi come Gruppo Giovani, dalla Piccola Industria, è stato poi sposato dal delegato delle aziende metalmeccaniche della Valle d'Aosta e da tutta Confindustria Valle d'Aosta perché ha l'obiettivo di avvicinare i bambini a quelle che sono le specializzazioni più tecniche, cercare cioè di far nascere nei bambini una passione verso quelle che sono le professioni dell'ingegnere, del perito meccanico. Tutte figure di cui l'Italia ha estremamente bisogno e che spesso vengono un po' scartate o sottovalutate a fronte di materie più scientifiche.

Inevitabilmente una simile iniziativa non può non farci interrogare sul rapporto Scuola-impresa. Qual è la situazione in Italia e in Valle d'Aosta?
Il problema è sempre lo stesso. Trovare una preparazione negli studenti che sia già in prospettiva di una occupazione all'interno delle imprese. Con i nostri progetti noi cerchiamo di lavorare molto in questo senso, per portare la cultura dell'impresa all'interno delle scuole. Stiamo lavorando anche per incentivare l'alternanza scuola-lavoro. Vorremmo veramente che dal punto di vista dello Stato venissero approvate delle leggi che favoriscano questa alternanza e consentano di avere dei ragazzi che escano dalle scuole avendo già un'idea ben precisa di cosa significa lavorare.

Come giovani imprenditori avete realizzato altre iniziative con il mondo della scuola?
Eureka è la prima che si conclude. Era infatti già iniziata a gennaio. In questi giorni stiamo lavorando sul nostro progetto valdostano che è “giovani imprese”, cioè andiamo nelle scuole a parlare di come si fa il colloquio di lavoro, come si cerca lavoro, come si predispone il proprio curriculum, spiegando un po' la realtà dell'industria valdostana. Altro progetto molto importante che avrà la sua finale il 25 maggio con una esibizione credo in Piazza Chanoux – devono ancora confermarmelo – realizzato in Collaborazione con Structure Vda e con Junior Enterprise è Imprese in azione dove undici classi delle Superiori realizzeranno un progetto di impresa. Fingeranno di mettere in piedi un'impresa con la realizzazione di un vero e proprio prodotto che presenteranno in quell'occasione. Da quando lo facciamo, questo è il quarto anno, è il numero più alto di classi coinvolte.

Quali sono le maggiori difficoltà nel relazionarsi con il mondo della scuola?
Con Eureka siamo rimasti stupiti. Noi ci attendevamo una partecipazione inferiore: 4-5 classi al massimo. Un successo dovuto principalmente al modo diverso in cui sono strutturate le attività alle elementari c'è un maestro che porta avanti tutto il progetto. Questa è la difficoltà principale che troviamo soprattutto alle Superiori in quanto troppo spesso questi progetti che dovrebbero essere d'Istituto sono delegati al singolo insegnante che giudica non tanto in base a un quadro complessivo ma al suo tempo e alla sua voglia e alla sua materia di competenza e non secondo un ragionamento di utilità vera del progetto. L'augurio è che addirittura questi progetti siano adottati a livello regionale.

Verrebbe da pensare che nelle scuole oltre al laboratorio informatico ci vorrebbe anche quello tecnologico... Penso al programma makers in onda su Deakids...
Bisogna ragionare in questo senso anche perché abbiamo scoperto che è un luogo comune che i giovani non abbiano più inventiva o fantasia. In realtà non hanno modo di esprimerla, ma ne hanno più adesso di quanto ne avevano anni fa in quanto hanno molti più stimoli, ricevono molte più idee. Bisogna metterli in grado di esternare questa creatività e creare dei progetti che li conducano a fare non soltanto a studiare in modo da avvicinarsi di più a quella che è la realtà, creando nuove idee e dando una spinta verso la nascita di nuove imprese.

Altri progetti in vista?
Continuiamo con quelli citati e vorrei pure segnalare il lavoro che stiamo facendo con l'Università della Valle d'Aosta con la quale abbiamo finanziato sia una tesi sia una borsa di studio per il corso di laurea magistrale recentemente lanciato. Ovviamente deve essere una tesi legata al territorio. In questi giorni stiamo selezionando il candidato vincitore. La borsa è triennale. L'anno prossimo sarà riproposta.

Un sogno imprenditoriale da realizzare?
Il sogno più grande sarebbe che questi progetti che abbiamo avviato con tanta fatica come iniziative della nostra singola associazione diventassero un po' il tema conduttore per quelle che sono le politiche dell'istruzione. Sono stati tutti molto apprezzati questi progetti. Se si andasse verso un obbligo di far progetti simili in tutte le scuole, in tutte le classi sarebbe veramente un bel successo.

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