30 settembre 2015

Paolo #Giachino (#Confindustria Valle d'#Aosta): «Dobbiamo aiutare le nostre imprese ad internazionalizzarsi»

Giachino e Pirovano
Questa settimana propongo l'intervista a Paolo Giachino, Direttore generale di Cva, da pochi mesi alla guida di Confindustria Valle d'Aosta. L'intervista dopo essere andata in onda su Radio Proposta in Blu è stata anche pubblicata sull'ultimo numero del Corriere della Valle.

Il passaggio di consegne con Monica Pirovano è avvenuto il 29 giugno: cosa significa assumere un simile ruolo in un contesto economico così delicato?
Per me è un impegno importante, un percorso nuovo, fatto di sfide e responsabilità. Ho ritenuto però che fosse corretto mettere a disposizione un po' della mia esperienza lavorativa. E' vero che non sono un imprenditore ma un manager però questa è una situazione che in Confindustria è stata da tempo ampiamente sdoganata. Monica Pirovano che ha dovuto guidare Confindustria Valle d’Aosta per sei anni in un periodo di crisi epocale, senza precedenti e le conseguenze le stiamo anche vivendo oggi. La situazione economica attuale è meno critica. Ci sono spiragli di un lento miglioramento e gli ultimi dati su produzione e export sono positivi, ma il percorso è ancora in salita e dobbiamo essere attrezzati a cogliere questo ciclo economico. Abbiamo depotenziato la Grecia, la Cina sembra rappresentare una minaccia nel suo calo del tasso di crescita ma confidiamo nei segnali confortanti. Arrivo a questo ruolo dopo essermi occupato di sistemi informatici e reporting nel gruppo Montedison, di controllo di gestione e predisposizione di bilanci nella Cogne Acciai Speciali, ufficio studi, valutazione nuovi insediamenti e ricerca e sviluppo in Finaosta e, infine di energia in senso ampio da ormai quindici anni. Ora metto a disposizione il mio impegno e le mie competenze per far crescere ulteriormente l’Associazione.

Nel suo intervento di insediamento fra gli indirizzi generali ha posto come prioritaria una riflessione sul ruolo dell'associazione. Cosa significa?
E' un periodo particolare. Su un territorio delicato come il nostro dobbiamo far sì che le imprese trovino nell'associazione un appoggio per attrezzarsi ad affrontare le nuove sfide. Per far questo mi sono posto l’obiettivo di dare una maggiore centralità all’Associazione sul territorio, renderla più forte e più coesa e fare in modo che ci sia un maggiore collegamento con le imprese, il territorio e la società civile. L'associazione deve stimolare gli imprenditori a dotarsi di quegli strumenti utili ad affrontare i mercati fuori valle, cogliendo opportunità di crescita importanti. D’altra parte l’articolo 1 del nuovo Statuto di Confindustria ribadisce che il nostro compito è “partecipare al processo di sviluppo della società italiana, contribuendo all’affermazione di un sistema imprenditoriale innovativo, internazionalizzato, sostenibile, capace di promuovere la crescita economica, sociale, civile e culturale del paese”. L’Associazione in sintesi deve essere la casa di tutti.

Per lei è importante sviluppare la reciproca conoscenza tra gli Associati. Una maggior compattezza che però per lei può e deve avere importanti risvolti concreti...
Il mio mandato come Presidente di Confindustria Valle d’Aosta avrà come principi fondanti il dialogo e la condivisione. Dialogo sempre, con tutti, in modo trasparente. Tra gli associati e tra gli associati e l'associazione stessa. Gli associati devo portare all'attenzione dell'associazione le problematiche che ritengono importanti, e cioè i delegati di categoria e la Giunta. Il dialogo è certamente un valore, ma, nell’interesse di tutti, non deve essere fine a se stesso, deve essere uno strumento finalizzato a condividere i problemi e la loro analisi ed a decidere e a compiere delle scelte che saranno condivise con e all’interno degli organi direttivi dell’Associazione. Prima di tutto dialogo con e tra gli associati, quindi ci stiamo muovendo perché ci siano maggiori contatti tra le imprese per conoscersi in modo da creare una forte filiera fornitore/cliente, nell’ambito della nostra “comunità territoriale” che possa contribuire alla crescita dell’economia locale. Dobbiamo strutturarci per comprendere meglio la platea delle aziende, la loro realtà e le loro prospettive per tradurle in azioni, servizi, assistenza e workshop o eventi concreti.

Piccola Industria e Sezione Edile necessitano, per diversi motivi, un'attenzione particolare...
Le piccole imprese sono il nerbo dell’economia valdostana e chi le rappresenta nei nostri organi deve dare voce alle aziende di minore dimensione, coinvolgendole per esaminare i loro problemi, delinei una posizione condivisa e proponga agli organi direttivi dell’Associazione delle idonee e concrete soluzioni. Per le loro dimensioni necessitano sicuramente di un supporto visto il non facile momento. Il settore dell’edilizia sta purtroppo vivendo una crisi senza precedenti, sia sul fronte dei lavori pubblici, penalizzati dalla forte riduzione delle risorse, sia sul fronte dell’edilizia privata. L’auspicio è di avviare una più stretta collaborazione con la Sezione Edile per aiutare le imprese ad andare oltre la crisi, rafforzando l’attività di rappresentanza svolta a favore dei rispettivi Associati con un’azione sinergica e di filiera. Dobbiamo rispettare la loro autonomia, caratteristica storica di questa sezione, ma essere comunque loro di aiuto.

Il 2016 sarà l'anno del nuovo Statuto a livello nazionale. Quali sono le novità più importanti che potrebbero riverberarsi anche a livello regionale?
Si tratta di un organico disegno di riforma in un’ottica di razionalizzazione e semplificazione che ha già preso avvio quest’anno, la cosiddetta riforma Pesenti. Lo Statuto nazionale è una vera e propria “carta costituzionale” di Confindustria, incentrata su pochi principi organizzativi. Ci sarà un nuovo modello organizzativo e una nuova governance con meno Associazioni, meno organi con un minor numero di componenti per essere più efficaci ed efficienti. Confindustria anche a livello centrale cerca di assumre un ruolo più forte sul piano dell’internazionalizzazione con il rafforzamento della sede di Bruxelles. A livello regionale dovremo mettere mano al nostro statuto che diventerà più snello, ma diversi principi ispiratori della Riforma sono già stati recepiti in passato nel nostro Statuto quindi non ci saranno degli stravolgimenti. Avendo anche il ruolo di rappresentanza regionale manterremo la nostra rappresentanza a livello centrale in tutti gli organi associativi.

Sui giovani lei invita ad investire di più...
Tutti i giorni leggiamo le drammatiche percentuali di disoccupazione del settore giovanile. Sono state messe in campo delle misure importanti sia a livello nazionale che regionale per contrastare questo fenomeno - mi riferisco al Piano Giovani e Garanzia Giovani - , ma si deve fare di più. Penso che sul nostro territorio possiamo dare il nostro contributo attraverso la collaborazione con le scuole e con l'Università, soggetto a cui tengo molto per cercare di costruire qualche cosa, puntando a diffondere maggiormente la cultura d'impresa. Anche per far capire ai giovani che cosa vuol dire poi stare all'interno di un'impresa e dare il proprio contributo affinché quella impresa possa poi svolgere bene il proprio ruolo nel sistema economico.

Internazionalizzazione e aggregazione sono una necessità. Lei lo ribadisce nelle sue linee guida. Ma come la Valle si presenta a questa sfida?
E' un ambito su cui dobbiamo sensibilizzare molto le nostre aziende associate. E’ una bella sfida sì, perché il tasso di internazionalizzazione della Valle è ancora basso ed è trainato dalla più importante realtà industriale valdostana, la Cogne. Oscar Farinetti di Eataly dice che il resto del mondo è dietro l’angolo perché la popolazione italiana rappresenta solo lo 0,83% di quella mondiale, vale a dire che nel mondo c’è un 99,17% di consumatori ai quali deve rivolgersi l’imprenditore. Lo stesso concetto è stato ribadito dal Presidente Squinzi nell’assemblea annuale di Confindustria: le nazioni chiuse sono scomparse e nell’economia mondiale si sono affacciate nuovi Paesi alcuni dei quali sono diventati delle vere e proprie potenze economiche. Pensiamo ad esempio alla Cina. Chi lo avrebbe mai immaginato alcuni anni fa che potesse diventare il traino dell'economia mondiale. Andare all'estero è oggi una grande opportunità. Globali non significa però rinunciare alle proprie radici, se si crea un sistema che sostenga l’impresa e questo è il nostro obiettivo: favorire il dialogo tra associati per conoscersi e costituire, magari, un contratto di rete che rappresenta un ottimo strumento per rafforzare la collaborazione tra imprese e lo sviluppo di filiere e iniziative comuni per aprirsi a nuovi mercati, che singolarmente non riuscirebbero ad aggredire.

Un sogno imprenditoriale-confindustriale da realizzare?
Ho chiuso il mio programma di presidenza con due temi che a me sono cari e che vorrei che le nostre imprese associate considerassero attentamente. Il primo è il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro, perché penso che sia necessario un impegno di tutti per evitare o ridurre gli incidenti sul lavoro. Il secondo, un tema che mi tocca anche personalmente, desiderei una maggiore attenzione verso i giovani che hanno diverse forme di disabilità, perché credo che nei nostri doveri verso la società ci sia anche quello di offrire loro una possibilità di lavorare nell'ambito delle nostre imprese associate.

0 commenti:

 

© ImpresaVda Template by Netbe siti web