Giachino e Pirovano |
Il passaggio di
consegne con Monica Pirovano è avvenuto il 29 giugno: cosa significa
assumere un simile ruolo in un contesto economico così delicato?
Per me è un impegno
importante, un percorso nuovo, fatto di sfide e responsabilità. Ho
ritenuto però che fosse corretto mettere a disposizione un po' della
mia esperienza lavorativa. E' vero che non sono un imprenditore ma un
manager però questa è una situazione che in Confindustria è stata
da tempo ampiamente sdoganata. Monica Pirovano che ha dovuto guidare
Confindustria Valle d’Aosta per sei anni in un periodo di crisi
epocale, senza precedenti e le conseguenze le stiamo anche vivendo
oggi. La situazione economica attuale è meno critica. Ci sono
spiragli di un lento miglioramento e gli ultimi dati su produzione e
export sono positivi, ma il percorso è ancora in salita e dobbiamo
essere attrezzati a cogliere questo ciclo economico. Abbiamo
depotenziato la Grecia, la Cina sembra rappresentare una minaccia nel
suo calo del tasso di crescita ma confidiamo nei segnali confortanti.
Arrivo a questo ruolo dopo essermi occupato di sistemi informatici e
reporting nel gruppo Montedison, di controllo di gestione e
predisposizione di bilanci nella Cogne Acciai Speciali, ufficio
studi, valutazione nuovi insediamenti e ricerca e sviluppo in
Finaosta e, infine di energia in senso ampio da ormai quindici anni.
Ora metto a disposizione il mio impegno e le mie competenze per far
crescere ulteriormente l’Associazione.
Nel suo intervento
di insediamento fra gli indirizzi generali ha posto come prioritaria
una riflessione sul ruolo dell'associazione. Cosa significa?
E' un periodo
particolare. Su un territorio delicato come il nostro dobbiamo far sì
che le imprese trovino nell'associazione un appoggio per attrezzarsi
ad affrontare le nuove sfide. Per far questo mi sono posto
l’obiettivo di dare una maggiore centralità all’Associazione sul
territorio, renderla più forte e più coesa e fare in modo che ci
sia un maggiore collegamento con le imprese, il territorio e la
società civile. L'associazione
deve stimolare gli imprenditori a dotarsi di quegli strumenti utili
ad affrontare i mercati fuori valle, cogliendo opportunità di
crescita importanti. D’altra parte l’articolo 1 del nuovo
Statuto di Confindustria ribadisce che il nostro compito è
“partecipare al processo di sviluppo della società italiana,
contribuendo all’affermazione di un sistema imprenditoriale
innovativo, internazionalizzato, sostenibile, capace di promuovere la
crescita economica, sociale, civile e culturale del paese”.
L’Associazione in sintesi deve essere la casa di tutti.
Per lei è
importante sviluppare la reciproca conoscenza tra gli Associati. Una
maggior compattezza che però per lei può e deve avere importanti
risvolti concreti...
Il mio mandato come Presidente di Confindustria
Valle d’Aosta avrà come principi fondanti il dialogo e la
condivisione. Dialogo sempre, con tutti, in modo trasparente. Tra gli
associati e tra gli associati e l'associazione stessa. Gli associati
devo portare all'attenzione dell'associazione le problematiche che
ritengono importanti, e cioè i delegati di categoria e la Giunta. Il
dialogo è certamente un valore, ma, nell’interesse di tutti, non
deve essere fine a se stesso, deve essere uno strumento finalizzato a
condividere i problemi e la loro analisi ed a decidere e a compiere
delle scelte che saranno condivise con e all’interno degli organi
direttivi dell’Associazione. Prima di tutto dialogo con e tra gli
associati, quindi ci stiamo muovendo perché ci siano maggiori
contatti tra le imprese per conoscersi in modo da creare una forte
filiera fornitore/cliente, nell’ambito della nostra “comunità
territoriale” che possa contribuire alla crescita dell’economia
locale. Dobbiamo strutturarci per comprendere meglio la platea
delle aziende, la loro realtà e le loro prospettive per tradurle in
azioni, servizi, assistenza e workshop o eventi concreti.
Piccola Industria e Sezione Edile necessitano, per diversi motivi, un'attenzione particolare...
Le piccole imprese sono il nerbo dell’economia valdostana e chi le rappresenta nei nostri organi deve dare voce alle aziende di minore dimensione, coinvolgendole per esaminare i loro problemi, delinei una posizione condivisa e proponga agli organi direttivi dell’Associazione delle idonee e concrete soluzioni. Per le loro dimensioni necessitano sicuramente di un supporto visto il non facile momento. Il settore dell’edilizia sta purtroppo vivendo una crisi senza precedenti, sia sul fronte dei lavori pubblici, penalizzati dalla forte riduzione delle risorse, sia sul fronte dell’edilizia privata. L’auspicio è di avviare una più stretta collaborazione con la Sezione Edile per aiutare le imprese ad andare oltre la crisi, rafforzando l’attività di rappresentanza svolta a favore dei rispettivi Associati con un’azione sinergica e di filiera. Dobbiamo rispettare la loro autonomia, caratteristica storica di questa sezione, ma essere comunque loro di aiuto.
Il 2016 sarà l'anno
del nuovo Statuto a livello nazionale. Quali sono le novità più
importanti che potrebbero riverberarsi anche a livello regionale?
Si tratta di un
organico disegno di riforma in un’ottica di razionalizzazione e
semplificazione che ha già preso avvio quest’anno, la cosiddetta
riforma Pesenti. Lo Statuto nazionale è una vera e propria “carta
costituzionale” di Confindustria, incentrata su pochi principi
organizzativi. Ci sarà un nuovo modello organizzativo e una nuova
governance con meno Associazioni, meno organi con un minor numero di
componenti per essere più efficaci ed efficienti. Confindustria
anche a livello centrale cerca di assumre un ruolo più forte sul
piano dell’internazionalizzazione con il rafforzamento della sede
di Bruxelles. A livello regionale dovremo mettere mano al nostro
statuto che diventerà più snello, ma diversi principi ispiratori
della Riforma sono già stati recepiti in passato nel nostro Statuto
quindi non ci saranno degli stravolgimenti. Avendo anche il ruolo di
rappresentanza regionale manterremo la nostra rappresentanza a
livello centrale in tutti gli organi associativi.
Sui giovani lei
invita ad investire di più...
Tutti i giorni leggiamo le drammatiche percentuali
di disoccupazione del settore giovanile. Sono state messe in campo
delle misure importanti sia a livello nazionale che regionale per
contrastare questo fenomeno - mi riferisco al Piano Giovani e
Garanzia Giovani - , ma si deve fare di più. Penso che sul nostro
territorio possiamo dare il nostro contributo attraverso la
collaborazione con le scuole e con l'Università, soggetto a cui
tengo molto per cercare di costruire qualche cosa, puntando a
diffondere maggiormente la cultura d'impresa. Anche per far capire
ai giovani che cosa vuol dire poi stare all'interno di un'impresa e
dare il proprio contributo affinché quella impresa possa poi
svolgere bene il proprio ruolo nel sistema economico.
Internazionalizzazione e aggregazione sono una
necessità. Lei lo ribadisce nelle sue linee guida. Ma come la Valle
si presenta a questa sfida?
E' un ambito su cui
dobbiamo sensibilizzare molto le nostre aziende associate. E’ una
bella sfida sì, perché il tasso di internazionalizzazione della
Valle è ancora basso ed è trainato dalla più importante realtà
industriale valdostana, la Cogne. Oscar Farinetti di Eataly dice che
il resto del mondo è dietro l’angolo perché la popolazione
italiana rappresenta solo lo 0,83% di quella mondiale, vale a dire
che nel mondo c’è un 99,17% di consumatori ai quali deve
rivolgersi l’imprenditore. Lo stesso concetto è stato ribadito dal
Presidente Squinzi nell’assemblea annuale di Confindustria: le
nazioni chiuse sono scomparse e nell’economia mondiale si sono
affacciate nuovi Paesi alcuni dei quali sono diventati delle vere e
proprie potenze economiche. Pensiamo ad esempio alla Cina. Chi lo
avrebbe mai immaginato alcuni anni fa che potesse diventare il traino
dell'economia mondiale. Andare all'estero è oggi una grande
opportunità. Globali non significa però rinunciare alle proprie
radici, se si crea un sistema che sostenga l’impresa e questo è il
nostro obiettivo: favorire il dialogo tra associati per conoscersi e
costituire, magari, un contratto di rete che rappresenta un ottimo
strumento per rafforzare la collaborazione tra imprese e lo sviluppo
di filiere e iniziative comuni per aprirsi a nuovi mercati, che
singolarmente non riuscirebbero ad aggredire.
Un sogno
imprenditoriale-confindustriale da realizzare?
Ho chiuso il mio
programma di presidenza con due temi che a me sono cari e che vorrei
che le nostre imprese associate considerassero attentamente. Il primo
è il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro, perché penso che
sia necessario un impegno di tutti per evitare o ridurre gli
incidenti sul lavoro. Il secondo, un tema che mi tocca anche
personalmente, desiderei una maggiore attenzione verso i giovani che
hanno diverse forme di disabilità, perché credo che nei nostri
doveri verso la società ci sia anche quello di offrire loro una
possibilità di lavorare nell'ambito delle nostre imprese associate.
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