Roberto Montrosset |
Intervista a Roberto Montrosset,
Presidente della Commissione di Coordinamento degli enti paritetici
dell'edilizia valdostana.
Lo avete detto molto chiaramente
nella conferenza stampa della scorsa settimana: Il settore delle
costruzioni in Valle d’Aosta è attraversato dalla crisi peggiore
del dopoguerra…
Diciamo che la novità è che
finalmente questa crisi viene misurata e ci sono dei dati su cui fare
dei ragionamenti. L'iniziativa sostenuta dalla Cassa Edile valdostana
è quella di creare un Osservatorio che ci possa dare le dimensioni
del comparto edile e dei vari movimenti che si stanno effettuando
soprattutto in un periodo in cui servono dei dati per poter fare dei
ragionamenti.
Mi ha colpito il fatto che voi
lamentiate una carenza di attenzione che potremmo dire globale. Cito
una sua frase: “Per i 1500 posti di lavoro persi nel nostro settore
non si muove nessuno
Invece per gli 8 alla Feletti grandi
titoli sui giornali”. Come operatore dell'informazione devo
purtroppo darle ragione... Ma come mai questa diversità di
trattamento?
E' una condizione che esiste da sempre.
L'imprenditore delle costruzioni è poco tenuto in considerazione.
Sembra che il comparto sia un derivato di altre situazioni.
L'industria, non solo in Valle d'Aosta gode di maggior
considerazione. Noi abbiamo portato avanti questa iniziativa proprio
per destare attenzione su un comparto che è così importante.
Definiamo le dimensioni di questa
crisi…
Sotto il profilo dimensionale i dati
che possiamo rilevare non sono tanto quelli della ricaduta, cioè
meno imprese o meno dipendenti. Possiamo però determinarle dai
minori investimenti nel settore delle infrastrutture per cui il
bilancio regionale che iene meno in considerazione il settore, il
mercato immobiliare fermo, poche idee innovative per cui sul mercato
non si creano nuovi spazi. Questo in termini concreti significa più
di 1200 dipendenti che non sono più iscritti alla Cassa Edile che
piacerebbe capire anche a noi dove sono andati a finire.
Dicevamo che gli
appalti pubblici e gli investimenti privati sono quasi ridotti a zero
e per il futuro le previsioni sono ancora negative...E' uno scenario
che possiamo dare per assodato?
Direi proprio di sì.
Da una lettura dei bilanci triennali dell'Amministrazione pubblica
regionale si evince chiaramente che è stato il settore più colpito
dai tagli. La struttura del bilancio regionale che noi speravamo
fosse soltanto in una fase iniziale così composta perdura e
dall'altra parte le transazioni immobiliari sono in difficoltà anche
in seguito ad una difficoltà di accedere al credito da parte delle
famiglie.
Eppure nel vicino Piemonte la
situazione è molto diversa...Come mai?
Nel dettaglio non sono entrato. Ho
letto quanto dice Ance Piemonte ed ho letto i dati che sono
esattamente uguali ai nostri con però un segno più davanti, di
conseguenza raddoppia la distanza tra noi e loro. Forse la ripresa
delle attività industriali può essere stata d'aiuto indubbiamente
c'è da fare una riflessione, forse c'è da andare a capire perché
loro sono riusciti ad iniziare a crescere.
Però voi, dopo il Cahier de
doléances, avete anche fatto delle proposte. Può descriverle?
In merito alle proposte io ho una
visione molto personale in base alla quale ognuno deve avere il
proprio ruolo. E mai mi voglio sostituire a chi per competenza e
ruolo stesso deve prendere delle decisioni. Noi ci rendiamo
disponibili a lavorare insieme per individuare nuovi spazi, siamo
disponibili a ristrutturare le nostre aziende in termini di
riorganizzazione e riqualificazione del personale. Però il compito
dell'imprenditore in questa fase non è di certo di pianificare il
futuro. Spetta a qualcun altro. Anche perché ad oggi non c'è
nemmeno un luogo, una istituzione su cui possiamo fondare le nostre
aspettative, dove andare a portare avanti le nostre idee.
Parallelamente qualche spiraglio noi ce l'abbiamo. Per esempio il
project financing è stato tralasciato. C'è una certa difficoltà
nella normativa forse bisognerebbe fare qualcosa. Mi è giunta
notizia che a Bolzano hanno iniziato a cambiare la legge regionale
proprio il 13 di ottobre. Se non abbiamo idee noi forse riusciamo a
copiare dagli altri.
C'è stata anche una querelle con
gli albergatori che, forse, è stato un fortuito caso di reciproco
fuoco amico. Cosa vuole dire a Cavaliere?
Le esternazioni sul settore sono state
fatte da un mio collega per giunta albergatore. Io do una mia
interpretazione. Noi crediamo come costruttori che il mercato
dell'immobile alberghiero sia una opportunità per noi. Per cui
quello che ci serve è che si continui e si mantengano alti gli
investimenti in questo settore. Non voleva essere una critica, ma il
nostro sostegno affinché continui ad esserci.
Questa conferenza è però una prima
tappa di un cammino che intendete proseguire...
Assolutamente sì. Ho convocato la
Commissione di Coordinamento proprio per definire le strategie
future. Vogliamo rendere chiaro qual è il mondo dell'edilizia e
sicuramente proporrò alla Commissione di entrare più nel merito di
quali sono i 1200 dipendenti non più iscritti, per dargli un volto,
una fisionomia; per capire se stiamo perdendo delle professionalità
acquisite oppure se delle competenze possono essere recuperate. Il
nostro scopo dell'Osservatorio serve a tutti per avere uno strumento
su cui fare delle analisi, delle riflessioni su cui progettare il
futuro. Non vuole mettere in difficoltà nessuno. Non è nient'altro
che una fotografia della situazione attuale
Un aspetto che pochi hanno messo in
evidenza è che si è trattato di una iniziativa che ha visto
compatti imprenditori e lavoratori attraverso le rispettive
associazioni di categoria…Non accade spesso…
Non accade spesso ma è il frutto di
una iniziativa congiunta che sia i datori di lavoro che le
organizzazioni sindacali dei lavoratori hanno deciso di far confluire
in un ente paritetico bilaterale dove si siedono in maniera
paritetica gli attori del sistema delle costruzioni. Ed è per questo
che è la cassa Edile a sostenere anche i costi di questa iniziativa.
Io ritengo che il tenere in maggior considerazione un comparto sia
comune sia per il dipendente che per il datore di lavoro. In questo
momento di crisi le distanze si sono ridotte ancora di più. E c'è
da fare una riflessione. Io credo però che i nostri dipendenti
questa riflessione l'abbiano già fatta da tempo. L'interesse
dell'azienda è anche il loro. La Valle d'Aosta non ha aziende di
così grosse dimensioni tali da rendere la distanza tra lavoratore e imprenditore così abissale
Un sogno imprenditoriale e da
realizzare per il settore?
Noi riteniamo che tenere in
considerazione le forze che operano nel settore sia fondamentale. Per
cui una condivisione del progetto debba essere collettiva e
riguardare tutti. In questo caso magari coinvolgere anche gli
istituti di credito, in particolare quello territoriale, potrebbe
essere una soluzione per risolvere anche i problemi finanziari.
E magari riuscire a coinvolgere di
più le Istituzioni?
Il nostro problema è che la nostra
attività coinvolge l'Assessorato all'Industria, ai Lavori Pubblici,
all'Agricoltura. Il tavolo è molto grande ed è difficile riuscire
ad organizzarlo.
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