IN SINTESI
Il quadro economico regionale che viene fuori dalla consueta indagine effettuata da Confindustria Valle
d’Aosta su di un campione significativo di imprese associate (27%) relativa al secondo trimestre 2016 è, in
linea con quanto osservato a livello nazionale, caratterizzato ancora da una forte incertezza. In generale
dopo un’apertura d’anno sotto i migliori auspici, l’economia locale sembra orientata verso un
atteggiamento di cautela e prudenza. Stabili sono i dati relativi al carnet ordini, ai nuovi ordini ed a quelli
per l’esportazione mentre positivi sono i dati che concernono la produzione ed il ricorso alla Cassa
Integrazione. Una situazione particolarmente delicata è, invece, quella che riguarda l’andamento degli
incassi.
«L’elaborazione dei dati che ci sono stati forniti dalle nostre imprese associate per il secondo trimestre 2016 –
commenta il Presidente di Confindustria Valle d’Aosta, Paolo Giachino- ci consentono di tracciare un quadro
circa lo stato di salute dell’imprenditoria locale. Quello che emerge è ancora un quadro orientato alla
massima prudenza ed i buoni risultati complessivi dello scorso trimestre non bastano per farci pensare che il
peggio sia passato. Per andare verso tempi migliori è necessario attivare le dovute politiche di sostegno di
ripresa dell’economia. Tuttavia ci sono le condizioni per dare una spinta decisiva al
processo di ripresa di cui bisogna assolutamente approfittare. In tal senso, mi pare si stanno muovendo le
politiche del Governo nazionale ed anche quello del Governo Regionale».
IL QUADRO CONGIUNTURALE
In linea con i dati nazionali, anche l’economia locale dopo un’apertura
d’anno sotto i migliori auspici sembra orientata verso un atteggiamento di cautela e prudenza. Allineati ai
dati della precedente rilevazione sono quelli relativi al carnet ordini anche se in lieve miglioramento:
diminuisce di poco la quota di imprenditori che hanno una scarsa visibilità (meno di un mese) che dal
22,73% del trimestre precedente passa ad un 21,74% dell’attuale; diminuisce il numero di imprese con una
visibilità da uno a tre mesi (dal 36,36% al 30,43%) ma aumenta la quota di imprese con una visibilità oltre i
tre mesi (dal 40,91% al 47,83%).Per quanto concerne il parametro relativo al grado medio di utilizzo degli
impianti si riscontra un lieve peggioramento, con oltre il 25% delle imprese intervistate che dichiara un
utilizzo inferiore al 50%. Subisce un lieve decremento il dato relativo agli investimenti programmati: il
relativo saldo passa infatti da un 0% rilevato lo scorso trimestre ad un -3,33% dell’attuale. Si mantiene
piuttosto alta la quota di imprenditori che dichiara che non sono intervenute variazioni significative
nell’ultimo trimestre (gennaio-marzo) nei loro programmi di investimento stabiliti in precedenza che si
attesta su di un 97%. E’ una situazione particolarmente delicata quella relativa all’andamento degli incassi:
la quota di imprenditori che dichiara un andamento dei pagamenti in ritardo rispetto ai tempi di
pagamento pattuiti passa dal 46,43 del trimestre precedente ad un 68,97% dell’attuale. Questo è un dato
particolarmente sensibile in quanto questi ritardi riducono la liquidità delle imprese e aumentano la
necessità di ricorso al credito per le esigenze a breve termine.
L'EVOLUZIONE A BREVE – LE PROSPETTIVE
Anche i dati previsionali si attestano nella maggior parte dei
casi sugli stessi valori del trimestre precedente. In miglioramento è, tuttavia, il dato relativo alla produzione
che si attesta su di uno 0% dopo il -8,33% dello scorso trimestre. E’ un dato in linea con quello relativo al
carnet ordini e dall’analisi dei dati riscontriamo che a conoscere una dinamica più positiva di questo
parametro sono le aziende che hanno attuato delle politiche di alleanza. Sostanzialmente stabili sono i due
parametri relativi ai nuovi ordini (il cui saldo rimane su di un 12%) e quello relativo ai nuovi ordini per le
esportazioni (che dal 20% del trimestre precedente passa ad un 21,05% dell’attuale). A far registrare la
dinamica più positiva è il settore manifatturiero. Un leggero decremento rispetto al primo trimestre 2016,
si riscontra per il parametro relativo agli investimenti: la quota di imprenditori che hanno dichiarato di voler
procedere ad investimenti per ampliare la propria capacità produttiva passa dal 24,14% del trimestre
precedente ad un 19,35% dell’attuale e aumenta di conseguenza la quota di imprenditori che dichiarano di
non voler procedere a nessun investimento che dal 45% del trimestre precedente passa ad un 52%
dell’attuale. L’andamento occupazionale subisce una lieve battuta d’arresto ed il relativo saldo fra
imprenditori ottimisti e pessimisti da un +6,67% del trimestre precedente indietreggia a -3,23%. Tuttavia si
tratta nella maggior parte dei casi di uscite dal mondo del lavoro che non danno luogo a sostituzioni. Si
riscontra, di contro, un incremento della quota di aziende che dichiarano di non voler fare ricorso allo
strumento della Cassa Integrazione: dal 77% dello scorso trimestre al 90% dell’attuale. Questo fenomeno è
imputabile in larga misura alle nuove modalità di ricorso alla Cassa Integrazione.
Il crinale fra protesta e democrazia
9 mesi fa
0 commenti:
Posta un commento