Il progetto Legalità 2.0 sviluppato nel 2016 dalla Chambre rappresenta
la prosecuzione del percorso iniziato
nel 2014 con il progetto "Sportello legalità - Azioni e strumenti per la
trasparenza e la conoscenza". L'attuale progetto si sviluppa, infatti, da
una parte sulla base dei risultati emersi alla conclusione e delle attività già
svolte in passato della Chambre, e dall’altra nella direzione del
coinvolgimento di cittadini e studenti, nella convinzione che la legalità sia
tema che merita un approccio globale ed integrato, essendo tema che nelle sue
molte declinazioni interessa tutti noi.
Per quanto riguarda le imprese, le risultanze dell'indagine condotta
nel 2014 hanno evidenziato come il territorio valdostano abbia esigenze di
diffusione e approfondimento di informazioni e di sensibilizzazione in materia
di cultura della legalità.
Da questa esigenza è nata l’organizzazione del corso di educazione
finanziaria “Datevi credito”, previsto
per oggi, e proposto dall’associazione
Articolo 47, che intende dare una opportunità alle imprese che desiderano
avvicinarsi al mondo bancario e finanziario in modo consapevole, con un percorso
di formazione dal vivo in aula, di taglio divulgativo e pratico-operativo
E’ proseguita, inoltre, con grande soddisfazione espressa dagli
interessati, la collaborazione, mediante la fornitura di accessi alle banche dati camerali e a strumenti informativi aggiuntivi, con
le forze dell'ordine, la magistratura e la prefettura. Quest’anno si è anche
pensato di incrementare l'utilizzo degli strumenti innovativi fornendo una
formazione specifica agli utilizzatori.
La grande scommessa del 2016 è però l'educazione alla legalità di
giovani e cittadinanza. Per quanto riguarda il sistema scolastico, si sono
realizzate specifiche iniziative rivolte sia ai docenti sia agli studenti. Per questi
ultimi sono state pensate attività di promozione strutturate in modo da
catturarne l'interesse veicolando in modo più efficace il messaggio
(spettacoli, animazioni). Si si sono tenuti quindi, oltre ad un corso di formazione
per insegnanti, programmato per il 28 aprile, una conferenza-spettacolo, “Brutti come il debito”, programmata
per la mattina del 27 aprile, anche questa realizzata dall’associazione Articolo 47, in materia di usura.
«L’economia, come la società, è fatta di vittime e di carnefici. Le prime si aiutano, le seconde
si combattono».
Questo è il motto di uno spettacolo che ha fatto più di 100 repliche e da tre anni è in scena, compresa una data alla Camera dei deputati. Una donna sola sul palco, l’attrice Tiziana Di Masi, che coinvolgendo il pubblico racconta come, sulla contraffazione e il mercato dei falsi, ci siano molti luoghi comuni da sfatare.
Ad esempio, quello per cui la crisi sarebbe
una delle ragioni per cui la gente compra i falsi anziché gli originali. Perché
invece esistono molte persone ricche, in Italia e all’estero, che acquistano
borse e altri pezzi contraffatti perché “identici agli originali”, senza
preoccuparsi di dove e come quei pezzi siano stati prodotti. Per loro, per
molti, acquistare prodotti falsi è semplicemente un gioco, una “shopping
experience” di cui non valutano le conseguenze.
O che in una degustazione alla cieca si possa distinguere un olio
extravergine di alta qualità da un olio
lampante trattato con betacarotene e clorofilla, le sostanze che truccano
l’olio. Pochissimi percepiscono la differenza e indovinano quale tra i due è
l’olio buono. Non è colpa loro, perché chi si occupa di contraffazione e
sofisticazione alimentare è sempre più abile. Non illudiamoci di essere sempre
in grado di individuare i falsi…
Insomma, uno spettacolo che oltre a
raccontare ad ogni replica i dati (impressionanti) sulla repressione della contraffazione, che
c’è ed è necessaria, cerca di portare avanti un investimento culturale concreto, senza il quale il fenomeno
continuerà a prosperare. La contraffazione finirà quando la gente smetterà di
comprare i falsi, scegliendo ciò che è vero (in ogni fascia di prezzo) e
premiando chi segue le regole, versa i contributi ai lavoratori, paga le tasse.
Per farlo, le persone devono essere informate e consapevoli. Il teatro serve
anche a questo.
Con Tutto quello che sto per
dirvi è falso il teatro civile e d’informazione indaga per la prima volta
il business della contraffazione a 360 gradi, gli ambiti in cui il “falso”
prospera (agroalimentare, moda, farmaceutica, meccanica, audio/video ecc) e
assicura utili alle mafie che lo gestiscono.
In un palcoscenico trasformato in magazzino merci, Tiziana Di Masi
alterna racconto e interazione con il pubblico nella costruzione di un
appassionante show multimediale. Le sua parole accompagnano le immagini dello
sfruttamento dell’uomo sull’uomo, le riprese di irruzioni in laboratori
clandestini indegni di un Paese civile, il contatto diretto con l’industria del
falso che si fa sistema economico malato in grado di contagiare la parte sana
dell’economia.
Lo spettatore tocca, assaggia, indossa, gioca, ride, impara cose nuove.
È un viaggio nel cuore del fenomeno attraverso le testimonianze di chi
lo subisce e di chi lo combatte, nella consapevolezza che c’è una guerra in
atto e che questa guerra si può vincere soltanto diventando consumatori
consapevoli e responsabili, accettando la propria identità e isolando
l’industria del falso inteso come negazione dell’autenticità della vita.
Il consumatore ha il potere di scegliere.
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