27 giugno 2016

Emilia Berthod (#DaEmy): «La mia passione per il #Genepy»

Emilia Berhod 
 Questa settimana abbiamo intervistato Emilia Berthod dell'azienda agricola Da Emy, attiva a Valsavarenche. Questa intervista è stata anche pubblicata sul Corriere della Valle.

Di cosa si occupa la tua azienda?
La mia è una piccolissima azienda agricola di montagna che si occupa di coltivare il Genepy e commercializzarlo sotto forma di erba. Vendo le piantine in sacchettini il cui contenuto è sufficiente per farsi due litri di liquore. Principalmente vendo a privati e quindi il prodotto è destinato al consumatore finale.

Perché questa scelta... Coltivare genepy...
Il tutto è nato nel 2001. Ero casa per la nascita della mia seconda figlia ed ho visto su una rivista della Regione che cercavano delle persone disposte a curare una coltivazione sperimentale di Genepy. Ho telefonato e sono stata scelta. Da lì è iniziata questa mia avventura, questa mia passione che dura ormai da tantissimi anni. Il primo anno 200 piantine e poi l'anno dopo 10mila.

Che dimensioni ha la tua azienda?
Il livello di produzione scende e sale a seconda del periodo. Lavoro 1500-2000 metri quadrati in quanto queste produzioni vanno seguite come degli orti e, quindi, è già molto impegnativo lavorare su simili superfici. Io poi sono un part time. Metà tempo lavoro in Comune e metà coltivo. Mediamente la produzione va da tre a 10 chili di secco.

Cosa significa occuparsi di una azienda agricola oggi?
Vuol dire avere la passione per la terra. Il mio è comunque una microazienda e in più ho un solo prodotto per il momento. La mia è voglia di comunicare un po' di montagna, anche di cultura. Quanti nelle visite guidate che offro alle mie coltivazioni sono arrivati dicendo “ma è ginepro” e io “no è Genepy” e allora faccio vedere la differenza

Come commercializzi i tuoi prodotti?
Ho vari canali. La vendita diretta presso di me. Ma ho anche dei punti vendita da Courmayeur ad Oropa passando per Cogne e Aosta. E poi faccio parte della rete di Tascapan, il portale di produttori di eccellenza della Valle d'Aosta. E poi ho il marchio di qualità del Parco, un canale in più che mi aiuta.

Un elemento molto importante è il fare rete…
Devo dire che ho un carattere molto chiacchierone e questo mi aiuta molto a fare rete ad ampio raggio. Sia tra i vicini di casa, ad esempio sono riuscita a far organizzare delle passeggiate nel fondo valle, e siamo alla terza edizione, in cui partecipanti visitano due-tre aziende agricole e artigianali. E questo è fare rete sia tra di noi perché dobbiamo concordare le varie visite sia con i partecipanti che ci vedono lavorare insieme. Per me poi Tascapan è una rete perché pur essendo un portale con un'attività commerciale il titolare, Mathieu Chaprétavy, riesce a farla diventare una rete coinvolgendoci e facendo interagire a 360 gradi perché ci riunisce e così ci conosciamo e parliamo tra di noi. Anche il fatto dell'avere il marchio del Parco dove ci sono vari tipi di realtà, anche ricettive, fa sì che ci si conosca e si creino delle opportunità, ad esempio degustazioni di tisane al genepy negli alberghi.

Hai mai pensato di trasformarti anche in produttrice di genepy come liquore?
Lemie giornate sono già piuttosto piene. Per ora è un sogno nel cassetto. Io sono sempre ottimista.

Qualche novità in vista per il 2016?
Gli anni scorsi ho già messo a coltura alcune altre varietà di piante alpine un po' diverse dal solito, ad esempio l'agrou, l'arnica, il sedano di montagna con cui mi diverto davvero tanto. Quest'anno sto cercando di mettere a punto tutta la parte burocratica-amministrativa, sanitaria e non sanitaria, e spero proprio di poterle mettere in commercio. Ormai sono conosciuta come quella delle tisane e allora ho deciso di aggiungere qualche prodotto proprio a livello di tisana.

Un sogno imprenditoriale da realizzare?
Sicuramente produrre il liquore rimane il sogno principale. Ma le mie giornate restano sempre di 24 ore. 

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