12 ottobre 2017

Scelte alimentari consapevoli: eppur si muove! (#mossoni06)

Un bravo comico, poi diventato politico (e qui sospendo il giudizio) ci ha spiegato, in un suo monologo, come far abbassare il prezzo della benzina. E’ sufficiente che i consumatori, tutti contemporaneamente, facciano benzina presso la stessa compagnia. Dopo dieci giorni le altre compagnie,  accorgendosi di non aver incassato nulla, sarebbero costrette ad abbassare i prezzi per riconquistare i clienti. Ecco che i consumatori, di nuovo tutti in contemporanea, si dovrebbero spostare su una di queste compagnie al punto che il primo distributore non incassando più nulla dovrebbe, anch’egli, abbassare i prezzi e avanti così, di volta in volta saltando da un petroliere all’altro, controllare il prezzo del carburante. Naturalmente si tratta di un monologo di un comico, del tutto utopico e teorico, ma ci spiega quale può essere la forza del consumatore.

Per molti anni tale “forza” è rimasta inerme, schiacciata dagli interessi della grande distribuzione - mi riferisco alle multinazionali, non certo al supermercato sotto casa – che ha orientato, anche con relativa facilità, le scelte del consumatore con la capacità di creare nuove “mode” di consumo, con un altissimo livello di qualità della pubblicità (spesso occulta) e con banali trucchetti come quelli di “nascondere”, nei supermercati sale e zucchero o mettere a livello degli occhi ciò che si vuole vendere e, naturalmente, a livello più basso le ”esche” per i bambini.  

Qualcosa, però, si sta muovendo e il ”movimento” è iniziato dal mondo agricolo che, conscio di non poter risolvere da solo i propri problemi di mercato, ha cercato alleanza con i consumatori, appunto la forza più grande ma ancora inespressa, anzi convinta di essere l’anello più debole della catena. Coldiretti è certamente tra gli attori del processo di cambiamento.

Naturalmente il primo passo è stato quello della trasparenza, di cercare di mettere il consumatore nelle condizioni di sapere cosa sta consumando, di fare le proprie scelte,  e questo può avvenire solo attraverso una etichetta più trasparente e comprensibile : gli ultimi risultati conseguiti, come la  la trasparenza sul latte e derivati ottenuta dalla U.E., e i decreti interministeriali su tracciabilità del grano nella pasta e per il riso sono anche il risultato – stavolta i consumatori sono stati compatti – della consultazione pubblica sul sito del Ministero all’Agricoltura dove  ben il 96% dei cittadini che hanno partecipato  si sono espressi a favore della trasparenza in etichetta.

Ma alle parole seguono i fatti, ed è questo che più conta: l’osservatore attento avrà letto sui quotidiani (fonte: LA STAMPA del 17 luglio) una dichiarazione  del direttore commerciale di Biraghi che dice «Noi ci battiamo perché il prodotto alimentare che deriva dalla tradizione italiana sia fatto con latte italiano», non sarà sfuggita nemmeno la notizia del 27 giugno rispetto alla quale Rigamonti ha concluso un accordo con Coldiretti e Cremonini  per portare la propria produzione di Bresaola al 100% con carni Made in Italy. Ma c’è di più, sempre su LA STAMPA del 20 luglio Barilla sostiene che «la pasta buona e sostenibile inizia dal grano Italiano»: si legge nell’articolo «Barilla è il più grande acquirente  di grano Italiano» e ancora «sono coinvolte nella programmazione circa 1.500 aziende agricole italiane con accordi di fornitura al 50% ma con obiettivo 100% entro il 2020” .
Abbiamo, però, letto anche altro, di tutt’altro tono:  «Il concetto di Made in Italy si identifica nel “saper fare” dei nostri produttori e non nell’origine della materia prima» e  poi ancora,  ad identificare il Made in Italy «sono infatti la ricetta, la tecnologia, la cultura della produzione di qualità che caratterizzano l’industria alimentare, non è certo riferendosi all’origine dei grani  che si valorizza il prodotto nazionale».
Chi la pensa in questo modo ? Toh, sempre Paolo Barilla, ma la dichiarazione è del 2 luglio 2013.........sono felice che abbia cambiato idea, o semplicemente strategia commerciale, saranno le scelte dei consumatori?

Eppur si muove .....direbbe Galileo !

                                                             Ezio Mossoni

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