Al via l’anno del cibo
italiano nel mondo con ben 5047 specialità alimentari tradizionali censite sul
territorio nazionale. L’Italia detiene così il record mondiale per
varietà e ampiezza di patrimonio agroalimentare. E’ quanto emerge dallo studio
della Coldiretti sulla base delle specialità ottenute secondo regole
tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni. Per quanto riguarda le
varie categorie si tratta di 1.521 diversi tipi di pane, pasta e biscotti,
seguiti da 1.424 verdure fresche e lavorate, 791 salami, prosciutti, carni
fresche e insaccati di diverso genere, 497 formaggi, 253 piatti composti o
prodotti della gastronomia, 147 bevande tra analcoliche, birra, liquori e
distillati, 167 prodotti di origine animale (miele, lattiero-caseari escluso il
burro, ecc.) e 159 preparazioni di pesci, molluschi, crostacei. Sul podio di
quelle che possiamo chiamare le “bandiere del gusto” assegnate a livello regionale
troviamo nell’ordine la Campania (515) seguita dalla Toscana (461) e dal Lazio
a quota 409. La nostra Regione è in coda all’elenco con 32 specialità che,
comunque, sono molte e molto rilevanti in rapporto alle dimensioni del
territorio.
Ricordiamo che i PAT
(Prodotti Agroalimentari Tradizionali) sono quelli compresi nell’
elenco nazionale che viene pubblicato in aggiornamento annuale dal
Ministero dell’Agricoltura e riservato a prodotti ottenuti con metodi di
lavorazione, conservazione e stagionatura consolidati nel tempo, omogenei per
tutto il territorio interessato, secondo regole tradizionali, per un periodo
non inferiore a 25 anni.
Con l’ultimo aggiornamento
sono stati introdotti, per la Valle d’Aosta, la Grappa, la Micòoula, e la Seupa
à la Vapelenentse.
L’elenco completo comprende
quindi: Genepì, Ratafià, Grappa, Boudin, Motsetta, Prosciutto alla brace
Saint-Oyen, Saoucesse, Teteun, Tseur achètaye, Brossa, Formaggio di capra a
pasta molle, Formaggio di pecora o capra a pasta pressata, Formaggio
misto, Reblec, Reblec de crama, Salignoùn, Séras, Toma di Gressoney, Mele
Golden delicious della Valle d’Aosta, Renetta della Valle d’Aosta, Pan Ner,
Micòoula, Seupa à la Vapelenentse, Beuro, Beuro colò, Beuro de brossa, Burro
centrifugato di siero, Olio di noci, Miele di castagno, Miele di rododendro,
Miele millefiori di montagna, Lasé.
Tra le curiosità troviamo,
in Campania, la colatura di alici di Cetara, un liquido dal sapore intenso,
frutto della sapiente stagionatura e pressatura delle alici salate, mentre nel
Lazio viene seminato da tempo immemorabile il fagiolo del purgatorio di Gradoli
che rappresenta il piatto fondamentale del mercoledì delle ceneri, denominato
“pranzo del purgatorio”, mentre in Emilia-Romagna si apprezza il savòr, una
marmellata di mosto d’uva, in Sardegna si apprezzano, “sa” pompia , un frutto
endemico simile al limone mentre i Friulani vanno fieri della porcaloca,
un’oca intera disossata farcita con filetto di maiale, cucita a mano, legata
cotta e affumicata. In Lucania, ad Episcopia, è famosa la rsskatiedde cca
muddiche, una pasta preparata con la mollica di pane, dell’Alto Adige il
graukase, detto “formaggio grigio”, probabilmente il formaggio più magro che
esista con il 2% di grassi e 150 calorie per etto, mentre crea particolare
curiosità, a livello Nazionale, il nostro l’olio di noci.
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