Questa
settimana proponiamo l’intervista a
Laurent
Vicquéry,
titolare
di Visamultimedia e da poco più di un mese presidente
del
Confidi Valfidi.
Come nasce la decisione di assumere la
presidenza di Valfidi?
E’
un percorso in qualche modo naturale. Ho lavorato in Valfidi negli
ultimi sei anni priam come consigliere e poi come vicepresidente.
Valfidi è in una fase di trasformazione. Il nuovo Statuto ha imposto
una riduzione di consiglieri da 13 a 7 quindi un gruppo molto più
compatto
che possa lavorare all’interno del Consorzio e c’era bisogno
anche di un ricambio di classe dirigente. Si tratta di Chiofalo
Salvatore, Fiore Davide, Fracasso Stefano, Pesando Gamacchio Massimo,
Sapia Roberto, Toscano Stefano e Vicquéry Laurent. La stessa
Assemblea ha poi nominato il Rag. Girardi Marco Presidente del
Collegio Sindacale, i Dott. Berti Fabrizio e Paesani Federica sindaci
effettivi e i Dott. Dalmasso Alessandra e Sorbara Marco sindaci
supplenti. Ringrazio
i miei colleghi che mi hanno voluto dare la loro fiducia e siamo
assolutamente pronti a lavorare.
Il Confidi veniva da una gestione di lungo
corso di Andrea Leonardi, una presidenza fortemente tecnica…
Il dottor Leonardi è stato una ricchezza per
Valfidi. Ha preso in mano Valfidi in un momentod elicato e ha diretto
il Consorzio per molti anni. Da lui io ho imparato moltissimo e
soprattutto gli ultimi tre anni di vicepresidenza mi hanno permesso
di affiancarlo nel lavoro. Cambiano le persone, le situazioni, ma non
cambiano gli obiettivi di Valfidi. Uno degli elementi importanti è
che Valfidi è tornato alla base imprenditoriale. Io sono piccolo
imprenditore. Valfidi è la sintesi della piccola impresa artigiana e
quindi avere gli artigiani a capo del proprio confidi è
assolutamente motivo di orgoglio
Quali sono gli impegni del nuovo CDA?
Dare
continuità all’attività del Confidi, cioè continuare a sostenere
le imprese del territorio. Lo scopo di Valfidi è mutualistico.
Vogliamo sostenere tutte le imprese del territorio non solo quelle
artigiane, ma tutta la piccola e media impresa. E i dati di Chambre
dicono che il 97% delle imprese valdostane hanno meno di 10
dipendenti. Stiamo di fatto parlando di microimprese che poi siano
artigiane, del settore turistico o commerciale poco importa. Il
nostro obiettivo è quello di dare sostegno a queste imprese.
Un tema di forte continuità è la
convinzione della necessità di dotare la Valle d’Aosta di un unico
Confidi vigilato. Un cammino molto complesso…
E’
un
percorso tortuoso. Tutto il Cda è convinto della necessità di
dotare la Valle d’Aosta di un unico Confidi vigilato. In Italia
oggi ce ne sono 40, due in Valle d’Aosta stanno a indicare che
qualcosa non funziona. E in ogni caso i limiti imposti da Banca
d’Italia ci dicono che o diventiamo uno solo oppure spariamo. E
sparire dalla Valle d’Aosta significa di fatto penalizzare le
imprese. Arrivare ad un unico consorzio è il modo per continuare a
sostenere le imprese. E il grosso sforzo che dovremo fare noi e
naturalmente il Confidi Valle d’Aosta con cui abbiamo delle
trattative in corso è di fare un passo in avanti, dimenticare quello
che si è oggi, immaginando che domani cis arà un Confidi
completamente nuovo che non sarà né l’uno né l’altro.
Sul fronte dei numeri cosa ci dice l’ultimo
bilancio?
Per
quanto ancora leggermente negativo, 200mila euro di perdita
nell’ultimo bilancio, c’è un netto miglioramento rispetto
all’anno precedente in cui la perdita era paria quasi 700mila
euro. Detto questo ci tengo a sottolineare che Valfidi è una realtà
molto, molto solida. E ci sono tutta una serie di altri numeri che
vanno letti per poterlo dimostrare. Il patrimonio è di quasi 14
milioni di euro e lo stock è pari a 83 milioni, soltanto nel 2017
abbiamo dato più di 20 milioni di garanzie e questo dimostra la
solidità e l avivacità del Confidi. Ma non solo le attività in
bonis oggi rappresentano più del 90% degli stock di Valfidi. Questo
significa che Valfidi sta facendo un monitoraggio molto preciso.
Accantonamenti assolutamente prudenziali e questo dimostra il risulta
di esercizio. Valfidi è obbligata ad accantonare per essere certa e
dall’altra purtroppo patisce ancora una situazione economica in cui
le imprese non ripartono, molte aziende sono ancora in difficoltà,
pochissimi investimenti e una redditività degli investimenti che è
in calo come sta avvenendo per tutti.
Da
imprenditore che cosa vorresti dal tuo Confidi?
Vorrei
un Confidi capace di interpretare il cambiamento. E’ vero che il
Confidi ha delle regole molto stringenti, ma il mondo economico si
muove di continuo e le esigenze delle imprese cambiano. E quindi un
buon confidi è un confidi che sa leggere il territorio, le esigenze
e di conseguenza offrire dei prodotti su misura. Inoltre il mio
confidi ideale dovrebbe essere più diffuso sul territorio, aprendo,
ad
esempio,
degli sportelli dedicati di consulenza gratuita come già avviene
oggi in sede. Avvicinarsi agli imprenditori affinché questi
lo considerino come un partner fondamentale per la propria azienda.
Sul fronte del credito che cosa dovrebbe
fare la nuova Giunta?
Intanto
dovrebbe garantirci un governos tabile. Lo chiedo come imprenditore,
come presidente di Valfidi, come cittadino. Come Valfidi ci occorre
un interlocutore unico, preciso, con cui interfacciarsi di continuo e
con il quale costruire il futuro della Valle d’Aosta in ambito
finanziario, creditizio e più economico in generale. Immaginare di
poter discutere sulle scelte da intraprendere affinché ogni singolo
attore possa portare un beneficio. Mi aspetto in particolare
un’attenzione per la piccola impresa che venga soprattutto
contattata e coinvolta prima che le decisioni siano prese
dall’Amministrazione regionale. E in ultimo che risponda a ciò che
Valfidi, le associazioni, il territorio ha chiesto negli anni. Un
esempio su tutti la questione del Medio Credito Centrale. In
moltissime regioni i Confidi tutti possono accedere in maniera
esclusiva sui fondi del Medio Credito Centerale fino
ad una soglia che permette loro di sostenere la piccolissima impresa
che non viene sempre ascoltata nel mondo bancario. Proprio per il
ruolo dei confidi se potessero operare su questa soglia farebbero un
lavoro migliore. Ma per poterlo fare è necessaria una legge
regionale, che abbiamo sollecitato più volte e che stiamo ancora
aspettando.
Iniziative da segnalare come Valfidi per il 2018?
Il
Cda si riunisce due volte al mese, talvolta tre se necessari. In
questi incontri cosa cerchiamo di fare? Di dare continuità al lavoro
e di immaginare ciò che davvero può essere utile per il territorio
a livello economico. Quest’anno cercheremo di lavorare in
particolare sul digitale in modo da fornire una migliore informazione
agli associati e quindi struttureremo dei servizi di comunicazione
legati a newsletter, al we, ai social perché è importante che i
nostri associati sappiano come ci stiamo muovendo e ci possano
soprattutto indicare quali sono le loro esigenze che magari rischiano
di andare disperse. Si tratta di intraprendere azioni per avvicinare
il piccolo imprenditore aValfidi per ascoltarlo e restituirgli dei
prodotti su misura, vogliamo confezionare dei prodotti che siano
davvero utili alle imprese del territorio. Inoltre c’è il
desiderio di organizzare un evento in autunno che miri a raccontare
il mondo del credito e aprire una parentesi sul discorso della futura
fusione, un tema che, a nostro avviso, va condiviso e non deve
rimanere soltanto all’interno dei Cda coinvolti. Inviteremo la
Banca d’Italia, le banche del territorio, la Regione, Finaosta in
modo da aprire un tavolo di confronto sui temi davvero interessanti.
Una foto del credito regionale con uno sguardo al futuro molto
preciso.
Un
sogno da
Presidente di
Valfidi
da
realizzare?
Innanzitutto
mi piacerebbe che davvero Valfidi diventasse un partner degli
imprenditori valdostani. Molti lo conoscono di rimbalzo perché prima
contattano o il loro consulente o la loro banca. Ma anoi piacerebbe
davvero che Valfidi diventasse un riferimento. E già oggi il nostro
Confidi offre un servizio di consulenza davvero molto attento per
tutti gl imprenditori. Ci tengo anche a sottolineare che i tecnici in
Valfidi ci sono, sono 12, sono i nostri dipendenti e sono davvero
molto preparati. Non sarebbe poi male nel 2019 dotare la Valle
d’Aosta di un Confidi unico. Sarebbe un ottimo risultato che
premierebbe tutto il lavoro svolto in qui – e ricordo quanto fatto
da Leonardi, un vero precursore in questo ambito - e si andrebbe a
conclusione di un percorso tortuoso, ma assolutamente necessario. E
in ultimo mettere in campo tutte le iniziative utili per sostenere
un’economia che ancora stenta e, soprattutto, nel mondo
dell’edilizia vede ancora difficoltà enormi.
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