Proponiamo
questa settimana l’intervista a
Michele
Poletti della Hortobot,
un’azienda
innovativa che opera nel settore agricolo.
Il nome è un po’ oscuro...di cosa vi
occupate?
Hortobot è un neologismo ricavato da due
parole inglesi: orticoltura e robotica. Noi ci occupiamo di
agricoltura 4.0 di precisione con una specializzazione, al momento,
di orticoltura.
Come siete arrivati in Valle d’Aosta?
Il percorso che ci ha portato in Valle è stato
abbastanza denso in quanto abbiamo valutato varie opportunità sia in
Italia che all’estero dopodiché abbiamo scelto la Valle d’Aosta
in funzione di tutta una serie di programmi di sostegno e di sviluppo
che la Regione insieme ad altri enti del territorio offrono alle
start up innovative.
Voi siete insediati presso la Pépinières…
Si, quella di Pont-Saint-Martin. Siamo
un’azienda molto giovane in quanto ci siamo costituiti nell’agosto
di quest’anno. Siamo ancora atipici nel panorama delle start up in
quanto arriviamo già con delle fasi di valutazione, di studio di
fattibilità e di prototipi che adesso stiamo ponendo in essere.
Voi
pur
essendo una start up non
operate soltanto in Valle d’Aosta?
In
quanto start up noi possiamo definirci come un competence center,
cioè un centro di competenza che lavora su progetti e contenuti di
livello nel senso che i programmi di ricerca e di sviluppo che
svolgiamo insieme e in collaborazione stretta con enti di ricerca e
anche con università. Per questi aspetti noi a tutti gli effetti
abbiamo una presenza specifica sul territorio della Valle d’Aosta e
rispetto ad essa riusciamo anche a catalizzare l’attenzione di enti
e soggetti sparsi su tutto il territorio nazionale.
Come
nasce la vostra azienda?
In
America le start up nascono nei garage e noi ci siamo trovati in una
situazione simile: quattro persone che si conoscevano da tempo,
ridendo e scherzando hanno cominciato ad appassionarci a un
prototipo, a un primo studio che uno dei soci, che possiede
un’azienda agricola, aveva proposto un po’ provocatoriamente di
realizzare. Da lì c’è stata una accelerazione e così da
esigenze contingenti del socio agricoltore si sono aggregate e
concretizzate specifiche competenze intorno al progetto che è nato
rapidamente
Entriamo
nel dettaglio: quali servizi offrite alle imprese agricole?
Noi
ci rivolgiamo al settore primario e nello specifico al settore
dell’orticoltura dove proponiamo alle aziende agricole macchinari e
sistemi efficienti, sicuri e con ampie applicazioni in grado di
gestire l’intero ciclo delle attività agricole, cioè dalla
produzione alla gestione online dei dati per esempio per la
certificazione biologica dei prodotti. Offriamo anche programmi di
trasferimento della conoscenza e delle tecnologie basati su misure
certe in grado di migliorare l’efficienza, la produttività e la
sostenibilità. Aspetti molto importanti in quanto oggi parlare di
strumenti a sostegno delle aziende agricole è un tema interessante,
ma molto complesso e l’utente non ha facilità ad accedere a questi
dati. Infine ci occupiamo di sistemi e modelli altamente innovativi
per fare incontrare dal punto di vista digitale domanda e offerta.
Quali
sono i vantaggi della vostra tecnologia?
La
razionalizzazione e l’uso più efficiente delle risorse primarie,
cioè acqua, suolo e l’energia. E’ bene immaginare la riduzione
di CO2 e dei mezzi a gasolio con altri mezzi alimentati da energia
elettrica prodotta da fonti rinnovabili come i pannelli solari. Ma
non solo. Ognuno di noi passando in autostrada vede dei sistemi di
irrigazione che inondano se non allagano porzioni di campi, noi siamo
in grado con la nostra tecnologia di rilasciare l’esatto
quantitativo di acqua alla pianta nello stato di crescita. Anche la
riduzione di fitosanitari e fertilizzanti chimici sostituiti da
tecniche di controllo delle erbe festanti in modo completamente
naturale o meccanico. L’approccio dell’agricoltura di precisione
consiste nell’ingegnerizzazione di macchinari innovativi che
sfruttano il potenziale tecnologico di quella che potremmo definire
una quarta rivoluzione industriale a tutti gli effetti. Tutte queste
macchine ovviamente agiscono in un modo interconnesso e intervengono
in una logica assolutamente utile nell’economia dell’azienda
agricola.
Siete
già entrati in contatto con gli imprenditori locali e
quindi avete affrontato anche la sfida della montagna che non è da
poco per la vostra tecnologia?
Esattamente.
Oggi il percorso che ci ha portato a scegliere la Valle d’Aosta
come luogo di incubazione è un percorso nel quale abbiamo avuto modo
di stringere rapporti molto validi e interessanti con il territorio,
con gli enti, le istituzioni e tutte le sue componenti in
quanto la Regione pone in essere un modello importante nell’ambito
dell’innovazione e delle start up. Proprio per questo noi abbiamo
incontrato altissimi di specializzazione e di diversificazione che
sono coadiuvati e sostenuti da un’efficace organizzazione centrale
come è la Regione. La sfida alpina significa, giustamente, partire
dal punto più difficile. Oggi i nostri macchinari riescono ad
accettare, a differenza di altri, anche delle pendenze abbastanza
importanti e quindi riusciamo a portare una redditività su suoli che
normalmente non vengono approntati proprio per la morfologia dei
terreni
Iniziative
da segnalare per
il 2019?
Posso
sicuramente dire che sarà un anno molto denso di impegni e di
traguardi importanti. Quello che faremo e tutto quello che
proporremo in una logica di trasferimento di competenze, tecnologie,
know how e informazione sarà ospitato sul nostro sito che
prossimamente rilasceremo e tramite il quale andremo a toccare
argomenti di avanguardia per l’agricoltura di precisione 4.0 e non
solo.
Sul
rapporto con l’università si può dire qualcosa?
Ci
sono dei rapporti importanti. Le novità ci sono e saranno nel quadro
di quanto annunceremo via web
Un
sogno imprenditoriale
da
realizzare?
Diffondere
la consapevolezza del cibo sano, biologico, da dove proviene tra i
bambini delle scuole. Credo che questo sarebbe l’apoteosi per un
vivere e uno sviluppo migliore.
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