7 luglio 2019

Daniele Cattaneo (#pépinières): «Nuova chiamata per #startup»


Daniele Cattaneo
Questa settimana proponiamo l’intervista a Daniele Cattaneo, hub manager degli incubatori di impresa di Aosta e Pont-Saint-Martin.

Come sta andando il 2019 a livello di insediamenti?
Sicuramente il 2019 è un anno positivo. Abbiamo insediato alcune start up molto interessanti e stiamo procedendo con nuove opportunità di insediamento. La novità di questa settimana è che abbiamo pubblicato una call per assegnare gli spazi ancora disponibili e che si può trovare sul sito delle Pèpinières d’entreprises www.pepinierevda.eu .

Sono tante le storie aziendali che si stanno sviluppando..
Abbiamo assistito ad una felice metamorfosi di molte realtà imprenditoriali. Citerei Poésies et Chocolat, E.B.Fashion, Rimchain, Sweexo, Blueticketing ognuna con la propria particolarità e ognuna con un proprio punto forte da poter provare a concretizzare con una vera idea di impresa.

In questo momento in cosa siete impegnati?
Oltre alla call di cui ho già parlato siamo impegnati fortemente nella fase finale dell’organizzazione del più grosso evento di chiusura del nostro anno di gestione, si tratta dell’Investor Day, durante il quale le nostre strart up si presentano ad una platea qualificata di stakeholders e di potenziali finanziatori. E’ un grande momento di visibilità, un grande momento di promozione, un grande momento di crescita perché chiaramente devono proporsi in prima persona di fronte ad un pubblico molto qualificato ed anche un grande momento di creazione di quello che si chiama ecosistema dell’innovazione, uno dei punti forti su cui crediamo molto.

L’attività di mentoring ha prodotto frutti interessanti...
Assolutamente. Intanto è un’attività che si innesta a supporto delle altre due principali azioni che noi svolgiamo con le nostre start up, cioè tutoraggio con una presenza e una frequenza continua, puntuale, seguite molto dal team locale, quindi a partire da me ma pure dai miei colleghi e poi svolgiamo una serie di azioni formative. Su tutto questo si innesta come ulteriore supporto dopo una prima fase di formazione più di tipo scolastico questa attività di mentorship che tendenzialmente è un indirizzo nettamente più strategico, cioè deve proiettare le aziende nei prossimi due-tre anni. Sono state molte le iniziative. Abbiamo già fatto un primo ciclo di mentorship e ci sono degli sviluppi interessanti. Alcune di queste start up hanno individuato nel loro mentor addirittura un futuro componente della propria compagine imprenditoriale, mentre da altri sono arrivati moltissimi spunti. Un altro aspetto interessante è che abbiamo aperto un secondo ciclo di mentorship con altre quattro start up e a breve avremo il primo incontro di monitoraggio per vedere qual è lo stato di avanzamento lavori con la speranza che i risultati siano alla pari di quello dello scorso anno.

Voi siete anche molto impegnati a livello di formazione. Avete creato molte occasioni…
Noi insistiamo molto sulla formazione specifica, applicata, fortemenet mirata ad andare a supportare l’impresa nelel sfide che dovrà sviluppare. Nello specifico noi facciamo un intero programma formativo di un intero anno sui principali temi dove di fatto rivisitiamo, riampliamo, implementiamo il business plan, cioè il documento con il quale le start up si candidano per insediarsi presso di noi e le aiutiamo a svilupparsi ulteriormente in un’ottica professionale in modo da andare a dialogare con partner industriali, con ivestitori, con stakeholders vari. Un altro aspetto interessanti sono le winter school. Quest’anno ci siamo inventati un nuovo format che ha avuto molto successo e pensiamo di replicarlo in autunno.

Qualche iniziativa sul breve periodo meritevole di essere segnalata?
Nonostante l’inizio dell’estate non andremo in vacanza. Ora stiamo lavorando sul mentor day che si terrà il 15 di luglio. Siamo così nel mese del fotofinish. Tutti gli sforzi sono orientati a lavorare a doppio spettro sia con le nostre start up sia ad andare a attrarre un panel di investitori utili come taglio di finanziamenti e anche come settore per le nostre start up. Saremo impegnati come team di gestione anche nelle selezioni delle nuove start up. Per avere le nuove insediate pronte sul mese di settembre.

Sul 2020 prossimi passi?
Prima di tutto l’ingresso delle nuove entranti e poi il fatto che alcune di queste quasi giunte al termine del loro percorso triennale dovrebbero essere realtà consolidate in grado di poter operare in maniera concreta sul mercato con i cosiddetti flussi di cassa sostenibili.

Per la vostra attività è anche un momento di bilancio. Cosa si può dire?
Dall’avvio della nostra attività possiamo dire che la popolazione delle start up è più che raddoppiata e questo ovviamente è un elemento centrale sul quale noi basiamo tutta la nostra operatività e sviluppo futuro. Oltretutto tutta l’attività si svolge sulla base di selezione a monte di progetti che devono essere comunque connotati dal tema montagna. Il fatto che alcune di queste iniziano a muovere i primi passi sul mercato è un altro aspetto rilevante. Infine ci terrei a sottolineare che alcune di queste iniziano addirittura a muovere i primi passi verso il processo di internazionalizzazione, infatti si stanno iniziando a promuovere in alcune fiere internazionali ottenendo anche alcuni piccoli, ma significativi riconoscimenti. Un altro aspetto di nota dal punto di vista nostro interno di cui siamo molto contenti è il consolidamento dei rapporti con il territorio e con gli stakeholder territoriali. Anche in questo caso sono state davvero tante le attività svolte in partnership. Posso citare il convegno su Edilizia 4.0 organizzato in collaborazione con gli ordini regionali degli architetti e degli ingegneri o quelli con il gruppo Google, splendido esempio di un’associazione giovanile finalizzata a creare cultura digitale, e non per ultima la convenzione riservata alle start up avviata con Confindustria Valle d’Aosta che sta dando i suoi primi frutti.

Un sogno come hub-manager…
Due sogni complementari. Il primo è vivere in un hub che sia sempre più elemento di ecosistema e di relazione fra tutti gli attori che lo compongono. Il secondo è che al termine di questo processo triennale di incubazione alcune start up – ci auguriamo tutte – siano in grado di diventare positive protagoniste del processo di innovazione locale, nazionale anche internazionale.

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