Proponiamo
questa settimana l'intervista a Stefano Celi, Presidente di Vival.
Cosa
è Vival?
E'
l'associazione dei viticultori della Valle d'Aosta e raggruppa una
trentina dei produttori vitivinicoli e rappresenta circa l'85% della
produzione enologica valdostana.
Cosa
fate per i vostri associati?
Curiamo
i rapporti con l'amministrazione regionale prima di tutto, ma anche
con altri organismi locali, nazionali e internazionali interessati al
modo vitivinicolo sia per eventuali provvedimenti legislativi di
nostro interesse sia per la promozione dei nostri prodotti.
Oragnizziamo, ad esempio, la partecipazione al Vinitaly e anche ad
altre manifestazioni e ci stiamo preparando a Vins etrêmes che sarà
ospitato questo fine settimana al Forte di Bard.
Dal
vostro osservatorio cosa si può dire sul mondo vitivinicolo
valdostano?
E'
un mondo abbastanza vivace, in leggera crescita anche se c'è un
fenomeno di abbandono da parte di alcuni viticultori anziani con
alcuni terreni più marginali, però allo stesso tempo ci sono anche
molti giovani che si stanno avvicinando a questo mondo e intendono
produrre vino.
La vendemmia come è andata?
La quantità è un po' più scarsa per via delle condizioni climatiche, in particolare della prolungata siccità, però avremo dei vini di grande qualità, di lunga conservaibilità, quindi da invecchiamento e questa è una bella notizia.
La vendemmia come è andata?
La quantità è un po' più scarsa per via delle condizioni climatiche, in particolare della prolungata siccità, però avremo dei vini di grande qualità, di lunga conservaibilità, quindi da invecchiamento e questa è una bella notizia.
Siete
stati anche al Vinitaly: come sono stati accolti i vini valdostani?
Nel
panorama nazionale siamo una piccolissima nicchia, però c'è
interesse. Anche i mercati esteri sono un po' stufi dei soliti vini
che ormai da decenni bevono e cercano qualcosa di nuovo, in
particolare le piccole produzioni. Noi in Valle d'Aosta in primis, ma
anche altre località di queste viticulture cosiddette eroiche dove
la produzione è piccola ma la qualità è molto alta. Inoltre spesso
provengono da vitigni autoctoni che esistono soltanto in queste zone,
la rarità li fa apprezzare anche perché permettono di raccontare un
territorio. Se i nostri vini hanno delle qualità e anche, purtroppo,
dei prezzi più elevati è dovuto ad un territorio che ci permette di
fare anche della viticoltura di grande qualità a basso impatto
ambientale con però molte ore di lavoro. E questo è tutto da
raccontare.
Avete organizzato Vins extremes? Di cosa si tratta?
E'
un salone dedicato ai vini di viticoltura eroica, ospitato
il 30 novembre e il 1° dicembre al Forte di Bard dove erano presenti non soltanto viticultori valdostani ma produttori da zone a
viticoltura estrema, a viticoltura eroica con i loro prodotti. Sarà
un momento di confronto, di racconto e di degustazione.
Diamo
un po’ di numeri della manifestazione…
Una sessantina di aziende
espositrici di cui è sttao possibile assaggiare i vini e colloquiare
con il produttore. Si è potuto anche degustare i 300 vini premiati al
Mondial del Vins extrêmes del Cervim di quest'anno. Tutti vini di
grande eccellenza, provenienti da ogni parte del mondo, che hanno
preso più di 89 punti.
Uno
dei temi sarà “Da UNESCO e FAO nuovi strumenti per la
valorizzazione dei paesaggi viticoli eroici”...
Indubbiamente
i nostri territori ci danno dei paesaggi stupendi e questo è un
elemento di grande attrazione quindi siamo inevitabilmente molto
legati al mondo del turismo. In questi anni si parla molto di
enoturismo e in questi organismi si sta approfondendo l'analisi della
valorizzazione del legame fra prodotto e territorio.
La
viticoltura eroica è in luoghi anche un po' inaspettati...
Certo
avremo un'azienda che arriva da Ustica, dal Principato di Andorra. Al
Concorso si sono presentati vini provenienti dal libano, dalla
Palestina, da Capo Verde, dalla Bolivia, dal Perù, dalla Georgia,
dal Kazakistan. Tante sorprese per tutti.
Novità
per il 2020?
L'ultima
domenica di maggio ci sarà Cantine Aperte, appuntamento che si
svolge a livello nazionale da oltre 25 anni dove il visitatore,
l'enoturista, l'appassionato può entrare direttamente in cantina,
parlare con il produttore, vedere dove e come è prodotto il vino,
assaggiarlo e così entrare proprio in contatto con la materia.
Continuerà ovviamente il nostro supporto alle imprese valdostane:
dal Vinitaly ad altri eventi dove siamo invitati a rappresentare la
Valle d'Aosta con i nostri bellissimi vini.
Un
sogno come associazione da realizzare?
Sicuramente
che il comparto sia unito e lotti insieme per promuovere il vino e
per le necesità del settore. E poi che la gente beva, lo faccia con
cognizione di causa, il giusto, e sia curiosa di andare a cercare
anche ciò che è meno famoso che può veramente regalare delle
bellissime sorprese.
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