«BuYin’Vda», a Saint-Vincent la Borsa internazionale del turismo di montagna
«Far diventare l’offerta turistica valdostana protagonista, incontrando i maggiori tour operator internazionali». E’ questo lo spirito a partire dal quale la Chambre valdôtaine e l’Assessorato regionale al Turismo, Sport, Commercio e Trasporti hanno messo a punto la prima edizione di BuYin’Vda, la Borsa internazionale del turismo di montagna, in programma dal 27 al 30 marzo prossimo al Grand Hotel Billia di Saint-Vincent.
«Senza dubbio, - spiega il presidente della Chambre Pier AntonioGenestrone – si tratta di una sfida difficile, ma avvincente. Per la prima volta, infatti, i nostri operatori saranno chiamati a raffrontarsi con i principali compratori europei di pacchetti turistici giocando, per così dire, in casa. Contrariamente a quanto avviene di solito, con BuYin’Vda saranno i tour operator a venire in Valle d’Aosta per conoscere direttamente l’offerta turistica del nostro territorio e non viceversa». «Tale scelta – aggiunge l’assessore Ennio Pastoret – può sicuramente rappresentare un punto di svolta nell’approccio al mercato da parte di tutte le attività turistico-ricettive presenti nella nostra regione. I requisiti previsti dal regolamento di partecipazione alla Borsa internazionale sono difatti tali da richiedere una certa organizzazione nel confezionamento e nella vendita dei pacchetti per soggiorni più o meno lunghi e più o meno articolati». «Probabilmente – aggiunge Genestrone -, ma questo è risaputo, non tutti oggi sono in grado di presentarsi sul mercato secondo gli standard richiesti dal regolamento della manifestazione. Questa situazione, però, ed è il nostro auspicio, non può che essere di stimolo per spingere gli operatori ad unirsi, a strutturarsi in modo tale da proporsi in modo appetibile, concorrenziale e innovativo già per le prossime edizioni».
«E per andare incontro alle esigenze dei nostri imprenditori – spiega Pastoret – sono stati programmati due percorsi. Il primo, destinato a chi parteciperà alla prima edizione della Borsa del turismo di montagna, prevede l’organizzazione di momenti formativi. Il secondo, invece, verrà approntato al termine della manifestazione, sulla scorta delle osservazioni che emergeranno dai partecipanti».
Dal punto di vista organizzativo, gli operatori valdostani saranno divisi in due categorie: venditori (seller) ed espositori (exhibitor). La prima comprenderà le imprese con unità operativa in Valle d’Aosta che svolgano l’attività di commercializzazione di pacchetti turistici, mentre la seconda sarà rappresentativa dei servizi collaterali alla ricettività.
Maggiori dettagli sulle modalità di partecipazione sono disponibili scaricando il relativo regolamento disponibile sul sito della Chambre all’indirizzo www.ao.camcom.it/buyinvda. Il termine per la presentazione delle domande di iscrizione scadrà il 4 febbraio prossimo.
Monterosa Ski? C'è ancora molto da fare
Gentile Favre,
sono un collega milanese (mi occupo di informatica per l'area professionale del Sole 24 Ore) che da qualche anno frequenta la Valle d'Aosta e in particolare Gressoney La Trinité.
La disturbo a proposito dell'articolo pubblicato sul Sole «I centri del Monte Rosa a corto di visibilità esterna». L'analisi mi pare corretta, ma se i problemi si limitassero alla promozione Gressoney e Champoluc sarebbero già a buon punto.
Purtroppo, secondo me, c'è dell'altro come testimonia la tabella che indica un calo costante delle presenze turistiche nelle ultime stagioni. Gente che conosce le due località e ha deciso di non venirci più. Potremmo dire che è colpa della scarsa neve, che «c'è la crisi», se non che nel frattempo località come Madesimo (sempre roba da milanesi) hanno messo a segno in questo periodo un incremento del 35%.
Per questo credo che i problemi non si limitino solo alla promozione (Gressoney ha iniziato in un paio di occasioni ad allestire stand in centri commerciali del centro italia) ma riguardino tutti gli attori dei due paesi. Gressoney, Champoluc e la Moterosaski. per esempio, non fanno sistema. Ognuno se ne va per i fatti propri, tanto che l'anno scorso gli impianti sono stati chiusi fra le proteste degli albergatori della Trinitè quando c'erano ancora delle prenotazioni e soprattutto c'era ancora la neve. Questo perché, da quel che mi hanno raccontato, Monterosa per restare aperta voleva che gli assicurassero almeno tremila persone al giorno sulle piste.
Poi c'è tutta la parte del marketing per quanto riguarda l'offerta della Monterosa. Non scio, ma a sentire i racconti di amici e conoscenti le lamentele sono molto forti. I prezzi, le tariffe quando non tutte le piste sono aperte, genitori che non hanno il documento dei figli e devono pagare il biglietto intero perché «l'autocertificazione vale per lo Stato italiano ma non per Gressoney».
Un po' di movimento c'è anche all'interno dello Sci club dove i milanesi si sono stufati di pagare cifre insensate per avere servizi uguali a quando pagavano seicento euro in meno (in mezzo c'è il salto di categoria dei ragazzi). Se hai iscritto tre figli allo Sci club (però il terzo ha il 50% di sconto), hai otto skipass regionali o sei un grandissimo cliente non conta nulla. Non esistono agevolazioni, il milanese è solo un pollo da spennare.
Logico che qualcuno si stufi e che vada a cercare accoglienza, soprattutto per le settimane bianche, in altre regioni. Rimane una comunità di milanesi che si è affezionata al luogo che continua a frequentarlo per ragioni che vanno al di là della semplice convenienza. Ma girando spesso per il paese vedo che molte seconde case non aprono mai.
Poi in altri articoli ho letto che la richiesta di case in zona è sempre alta. Sarà, ma quest'anno non sono stati pochi gli appartamenti (alcuni dei quali veramente brutti a detta anche delle agenzie) che sono rimasti vuoti. Le mie frequenti chiacchiere con operatori locali mi permetterebbero di andare avanti ma mi fermo qui.
Complimenti per il blog.
Cordialità
Luigi Ferro
sono un collega milanese (mi occupo di informatica per l'area professionale del Sole 24 Ore) che da qualche anno frequenta la Valle d'Aosta e in particolare Gressoney La Trinité.
La disturbo a proposito dell'articolo pubblicato sul Sole «I centri del Monte Rosa a corto di visibilità esterna». L'analisi mi pare corretta, ma se i problemi si limitassero alla promozione Gressoney e Champoluc sarebbero già a buon punto.
Purtroppo, secondo me, c'è dell'altro come testimonia la tabella che indica un calo costante delle presenze turistiche nelle ultime stagioni. Gente che conosce le due località e ha deciso di non venirci più. Potremmo dire che è colpa della scarsa neve, che «c'è la crisi», se non che nel frattempo località come Madesimo (sempre roba da milanesi) hanno messo a segno in questo periodo un incremento del 35%.
Per questo credo che i problemi non si limitino solo alla promozione (Gressoney ha iniziato in un paio di occasioni ad allestire stand in centri commerciali del centro italia) ma riguardino tutti gli attori dei due paesi. Gressoney, Champoluc e la Moterosaski. per esempio, non fanno sistema. Ognuno se ne va per i fatti propri, tanto che l'anno scorso gli impianti sono stati chiusi fra le proteste degli albergatori della Trinitè quando c'erano ancora delle prenotazioni e soprattutto c'era ancora la neve. Questo perché, da quel che mi hanno raccontato, Monterosa per restare aperta voleva che gli assicurassero almeno tremila persone al giorno sulle piste.
Poi c'è tutta la parte del marketing per quanto riguarda l'offerta della Monterosa. Non scio, ma a sentire i racconti di amici e conoscenti le lamentele sono molto forti. I prezzi, le tariffe quando non tutte le piste sono aperte, genitori che non hanno il documento dei figli e devono pagare il biglietto intero perché «l'autocertificazione vale per lo Stato italiano ma non per Gressoney».
Un po' di movimento c'è anche all'interno dello Sci club dove i milanesi si sono stufati di pagare cifre insensate per avere servizi uguali a quando pagavano seicento euro in meno (in mezzo c'è il salto di categoria dei ragazzi). Se hai iscritto tre figli allo Sci club (però il terzo ha il 50% di sconto), hai otto skipass regionali o sei un grandissimo cliente non conta nulla. Non esistono agevolazioni, il milanese è solo un pollo da spennare.
Logico che qualcuno si stufi e che vada a cercare accoglienza, soprattutto per le settimane bianche, in altre regioni. Rimane una comunità di milanesi che si è affezionata al luogo che continua a frequentarlo per ragioni che vanno al di là della semplice convenienza. Ma girando spesso per il paese vedo che molte seconde case non aprono mai.
Poi in altri articoli ho letto che la richiesta di case in zona è sempre alta. Sarà, ma quest'anno non sono stati pochi gli appartamenti (alcuni dei quali veramente brutti a detta anche delle agenzie) che sono rimasti vuoti. Le mie frequenti chiacchiere con operatori locali mi permetterebbero di andare avanti ma mi fermo qui.
Complimenti per il blog.
Cordialità
Luigi Ferro
Mi permetto di aggiungere un breve curriculum (trovato su internet) dell'autore della lettera.
Luigi Ferro ha iniziato a scrivere nel 1986 sulle pagine milanesi del quotidiano L'Unità. Il suo primo articolo raccontava di un veterinario che colorava i cani. Poi si è laureato in Scienze Politiche, ha lavorato a Bargiornale e collaborato per anni con Società civile, mensile milanese diretto da Nando dalla Chiesa che si occupava di mafia, corruzione e simili amenità. Giornalista professionista dal 1992 ha collaborato anche con Dove, Donna Moderna e Panorama Web. Dal 1997 al 2002 ha lavorato a Reseller Weekly (ora Reseller Business ). Da un paio d'anni collabora con il Corriere della Sera e Il Mondo e ora lavora a tempo pieno al progetto 01net.
Una buona notizia: Grivel acquisisce Rossignol Ski Poles Valle d’Aosta
La «Grivel Mont Blanc» di Courmayeur di proprietà della famiglia di Gioachino Gobbi definirà oggi (come anticipato ieri da la Stampa) il primo passaggio per il definitivo acquisto della «Rossignol Ski Poles Vallee d’Aoste» di Verrayes. L’azienda francese cederà per prima cosa il proprio ramo di azienda ad una società appositamente costituita, totalmente controllata dalla stessa Rossignol, il cui capitale sociale sarà completamente ceduto a Grivel. Tutti gli attuali 35 dipendenti della Rossignol saranno assorbiti nell’organico della nuova società. Prossimamente ce ne occuperemo in maniera più diffusa sia sul Corriere della Valle d'Aosta che sul blog.
La «Grivel Mont Blanc» di Courmayeur di proprietà della famiglia di Gioachino Gobbi definirà oggi (come anticipato ieri da la Stampa) il primo passaggio per il definitivo acquisto della «Rossignol Ski Poles Vallee d’Aoste» di Verrayes. L’azienda francese cederà per prima cosa il proprio ramo di azienda ad una società appositamente costituita, totalmente controllata dalla stessa Rossignol, il cui capitale sociale sarà completamente ceduto a Grivel. Tutti gli attuali 35 dipendenti della Rossignol saranno assorbiti nell’organico della nuova società. Prossimamente ce ne occuperemo in maniera più diffusa sia sul Corriere della Valle d'Aosta che sul blog.
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