16 gennaio 2008

Vacanze sotto le Alpi: a Cervinia serve più ricettività

Questa settimana e la prossima sul Corriere della Valle proporrò due tappe molto particolari del mio viaggio fra chi fa impresa. Mi dedicherò in particolare agli operatori del turismo indagando sulle loro difficoltà, però lo farò non occupandomi della singola impresa ma della località nel suo complesso. Ho scelto una serie di realtà rappresentative di tutto il territorio regionale: Cervinia, Cogne, il comprensorio Monte Rosa Ski, Pila, La Thuile e Courmayeur. Si tratta di un'inchiesta, realizzata tra dicembre e gennaio, che ho anche svolto recentemente per il Sole 24 Ore Nord Ovest. Gli articoli che trovate qui sono in massima parte quelli pubblicati dal dorso interregionale del Sole. O meglio le versione pre-cucina redazionale. In generale si tratta comunque di testi con qualcosina in più rispetto a quanto è apparso sia sul Sole che sul Corriere.


«Cervinia ha bisogno di più posti letto». Rispondono all’unisono Barbara Cravetto della Cervino spa, azienda di famiglia nata nel 1934, tra le più antiche e prestigiose d’Italia nel settore degli impianti a fune, e Corrado Neyroz, titolare dell’Hotel Hermitage di Cervinia, albergo a quattro stelle caratterizzate dal marchio «Relais & Château», florilegio che dovunque nel mondo garantisce un’offerta di qualità davvero esclusiva. «Con più posti letto – commenta Cravetto - potremmo lavorare molto di più con gli stranieri e probabilmente si potrebbe allungare la durata della vacanza che adesso è di tre-quattro giorni». Mario Cravetto, papà di Barbara e presidente della Società, si spinge ancora più in là. «Rispetto a località di pari livello abbiamo bisogno del doppio della ricettività». Neyroz guarda invece al sistema turistico nel suo complesso. «D’inverno negli alberghi la maggior parte delle stanze sono affittate – osserva l’albergatore che ha da pochi giorni terminato i lavori di ristrutturazione dell’Hotel - tuttavia l’attuale offerta ricettiva non permette ancora di raggiungere quella soglia minima in grado di garantire la sopravvivenza di tutto l’indotto del turismo. In particolare Cervinia ha pochi posti letto alberghieri di qualità. Mi auguro però che sia una situazione transitoria in quanto sono a conoscenza del fatto che nei prossimi quattro anni dovrebbero concretizzarsi alcuni importanti progetti alberghieri». Neyroz non teme la concorrenza. Anzi crede si debba fare sistema tutti insieme. «L’arrivo del Club Med a Cervinia – commenta – ha riportato nella nostra località la clientela francese. Inoltre si è rivelata un’ottima promozione. L’immagine di qualità del Club si è riverberata sulla località a vantaggio di tutti. Dobbiamo infatti comprendere che Cervinia deve fronteggiare la concorrenza non delle altre località alpine, ma del mare d’inverno. E’ il turismo di montagna nel suo complesso che deve essere rilanciato». Franco Maquignaz, presidente dell’Aiat Monte Cervino, sottolinea come siano cresciute le esigenze della clientela. «Il panorama – precisa – non è più sufficiente. Si esige che una stazione sia al top in tutto anche quando non è possibile poiché ci sono delle condizioni climatiche particolari. E non sempre si riesce a spiegare certe difficoltà alla clientela».
Il problema meno avvertito per la località è sicuramente quello della neve tuttavia la comunicazione sul meteo richiede un’estrema vigilanza in modo da evitare il diffondersi di inutili allarmismi. «L’italiano – aggiunge Maquignaz - sta molto attento alle previsioni del tempo. E si muove nel week-end soltanto se ha la certezza che le condizioni climatiche siano ottime».
In questo senso diventano fondamentali le ventuno web-cam dislocate sul comprensorio che permettono di avere una visione diretta dello stato delle piste. Sul futuro della località sciistica qualche preoccupazione deriva dalla notizia della recente messa in vendita da parte della famiglia Cravetto della Cervino Spa. Sull’argomento l’azienda ufficialmente non si esprime anche se fa sapere che la vendita è una delle ipotesi ma non l’unica. Sull’argomento è pure intervenuto il primo cittadino di Valtournenche, Giorgio Pession. «Chiunque sia, in futuro, il gestore degli impianti di risalita di Breuil-Cervinia – ha detto il sindaco - dovrà mettere in conto nei prossimi quattro anni investimenti per circa 25-30 milioni».

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