Terza parte dell'intervista a Rollandin. Cliccate qui per il post completo. In merito alla mia intervista pubblicata sul Corriere della Valle d'Aosta e ora on line vi segnalo anche una interessante discussione che si è sviluppata all'interno del blog di Vincenzo Calì. L'intervista è oggetto di un'analisi stimolante, anche nelle parti critiche.
Sembra esserci poca simpatia in Italia per le regioni a Statuto speciale. Quali risposte si possono dare?
I rapporti con lo Stato li devo ancora personalmente verificare. Nell’ultima finanziaria sono stati annunciati tagli alle regioni. Io posso anche accettarli purché me ne sia spiegato l’utilizzo e siano proporzionali, cioè si tenga conto delle spese di cui si fa carico direttamente la Valle d’Aosta e delle particolari condizioni geografiche della nostra regione.
Lei ha manifestato chiaramente l’intenzione di rendere meno pesante la macchina burocratica. Come pensa di agire? Che cosa cambierà per le imprese?
Un primo esempio lo abbiamo dato in Presidenza della Giunta dove abbiamo snellito sia l’Ufficio di Gabinetto che i servizi ad esso collegati, come l’Ufficio stampa. E un’operazione simile avverrà un po’ in tutti gli assessorati. Dobbiamo razionalizzare l’organizzazione interna dell’amministrazione. Per fare questo intendiamo aprire da subito un confronto con i capiservizi per riuscire a capire perché in alcuni settori è così difficile attivare determinate pratiche e verificare i carichi di servizio. Senza dimenticare che alcune competenze sono passate ai comuni, ma a questi ultimi non è stato trasferito personale. E’ un processo che va completato anche perché noi vogliamo avvicinare sempre di più i servizi sul territorio al cittadino. Il cittadino non deve essere obbligato a venire ad Aosta e questo è un obiettivo che può essere raggiunto con l’utilizzo delle reti informatiche.
Lei ha ribadito con forza l’affermazione che la politica deve tornare a decidere. E’ un principio importante, ma di mezzo c’è anche una legge 45 del 1995 in materia di organizzazione degli enti locali che, se non sbaglio, ha modificato i rapporti tra guida politica e dirigenti…
La legge va rivista in moltissimi punti dalla riorganizzazione dei servizi al collegamento con i comuni fino alla ripartizione delle competenze tra responsabili. E’ un confronto che vogliamo avviare, ovviamente, con i sindacati. Gli obiettivi sono quelli di ottimizzare l’organizzazione amministrativa, di valorizzare le competenze dei dirigenti e dei dipendenti, di introdurre strumenti più idonei e snelli per la rilevazione delle presenze e la gestione del personale, di valorizzare adeguatamente i dipendenti meritevoli, di offrire strumenti contrattuali e servizi per venire incontro alle esigenze dei lavoratori pubblici. Dobbiamo far crescere l’efficienza. Oggi la domanda di contributo di un agricoltore o di attivazione di un’impresa transita in troppi uffici.
Le spese correnti continuano a crescere: come pensate di ridurle?
Gli esempi sono tantissimi. Ne faccio uno semplicissimo. Introdurre i badge per segnare le presenze al posto dei cartellini. Pensate che oggi ci sono 21 persone deputate alla lettura successiva e alla trasposizione dei cartellini. Ogni capitolo di spesa verrà letto con attenzione.
La Regione ha in mano una leva da quasi 2 miliardi: si può utilizzare meglio? Concentrandosi su quali versanti?
Vanno fatti degli sforzi per sfruttarla meglio non dimenticando però che non si può paragonare una realtà montana ad una di pianura. Ci sono studi, ad esempio, che dimostrano che mediamente la sanità ci costa dal 30 al 35% in più rispetto ad altre aree. Fatta questa premessa stiamo stimolando i comuni a utilizzare le risorse che annualmente loro trasferiamo per la creazione, dove possibile, di servizi inter-comunali. Va dato vita ad un sistema che responsabilizzi di più le comunità locali.
L’ipotesi di Aiat unica?
E’ nel programma. Prima la facciamo e meglio è. Inoltre vorremmo che l’Aiat si occupasse della gestione dell’affitto delle seconde case. Quello che viene denominato l’albergo diffuso. Una volta si affittava per un’intera stagione oggi al massimo per quindici giorni e molti privati non sono preparati a gestire questi cambi.
Quale sarà la prima misura di tipo sociale della vostra amministrazione?
Particolare attenzione sarà dedicata alla realizzazione di asili nido aziendali in strutture adeguate. A tal scopo sarà esplorata la possibilità di concertare con il Comune di Aosta una sede appropriata. A supporto delle mamme lavoratrici preferiamo procedere privilegiando la logica del “servizio offerto” rispetto a quella del “contributo finanziario”.
Per quale motivo vorrebbe che questa sua Presidenza fosse ricordata?
Per aver ridato al cittadino la certezza di quelli che sono i suoi diritti.
Il crinale fra protesta e democrazia
9 mesi fa
1 commenti:
Un sentito grazie a Fabrizio Favre per aver intervistato Augusto Rollandin . Sto redigendo un dossier sulla Valle d'Aosta che servirà per chiarire a Roma quanto necessario per far approvare un nuovo Statuto regionale in linea con la Costituzione : leggendolo a partire " dal dritto " espongo i concetti , mentre capovolgendolo e quindi iniziando la lettura dalla fine/nuovo inizio riporto le perle caratterizzanti uomini e fatti valdostani . Il ringraziamento è per aver fatto parlare un unionista : questo ti sciorina perle insuperabili per il lato B del dossier . La Valle riceve 14/10 delle tasse che lo Stato qui non incamera e Rollandin pretende che gli sia spiegato l'utilizzo di tagli che ridurrebbero l'assistenzialismo alla Valle di 30 milioni secondo un dato ventilato e che farebbe quindi passare il privilegio da 14 a 13,7/10 ? Se ogni regione avesse pari trattamento lo Stato dovrebbe incrementare del 40% ogni tassa solo per soddisfare la voce trasferimenti Stato-regioni !!! Eppoi questo Rollandin non deve "accettare " i tagli , questi giungono da quiella visione complessiva che esclude l'esilarante cicero pro domo sua che gli unionisti praticano pur puntando ( così recita il loro statuto , accanto ad altre e ancora superiori assurdità ) alla " sovranità " della Valle , alias metodo sicuro per restare in mutande . Non è da Presidente di una Giunta affermare che la Valle ha più competenze e la regione è montagnosa . Lo Stato vive di tasse e se qui le lascia tutte e poi ne aggiunge un altro 40% significa che le tasse di altre regioni ci mantengono : in tale contesto le parole di Rollandin sono inaccettabili . La montagna è poi particolarità di gran parte dello stivale ma solo i rossoneri borbottano .... Di passaggio : gli unionisti fanno riferimento alla montagna solo come premessa per catturare regalie ; sarebbe bene la conoscessero anche , visto che le guide dei rifugi della Valle d'Aosta sono sempre state piene di colossali e copiosissimi strafalcioni ( centocinquanta nell'ultima pubblicazione da me corretta , recandomi personalmente vuoi all'assessorato vuoi dai grafici . Il tutto gratuitamente , caro Rollandin , e senza fare pubblicità , ma qui davanti ai piagnistei sulla montagna non so frenarmi ... ) .
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