20 settembre 2008

Scopriamo i vigneti ancestrali

Desideri scoprire i vigneti ancestrali? Io, ieri pomeriggio, approfittando del sole che faceva finalmente di nuovo la sua comparsa nei cieli valdostani mi sono già messo in cammino. Ho raggiunto il Grand Hotel Mont Blanc Village di La Salle dove i primi cittadini di Morgex, La Salle e Faucigny hanno illustrato l’iniziativa di cooperazione transfrontaliera presentata sul bando 2005 del programma ALCOTRA Italia-Francia (Alpes). Lineare l'idea e realizzata con cura grazie ad un finanziamento complessivo di € 394.401,00 a valere sull’asse strategico «Sistemi turistici»: ritagliarsi una nicchia nel settore dell'enoturismo. Sfruttare l'elemento comune dei territori coinvolti, cioè la presenza di vitigni non contaminati da innesti di uva americana dai quali vengono prodotti, in Italia, il «Vallée d’Aoste DOC - Blanc de Morgex et de La Salle» (ottenuto dal Prié Blanc, il vitigno più alto d’Europa) e, in Francia, il vino bianco «Ayze AOC» (ottenuto da uva Gringet).«A’ la découverte des Cépages ancestraux des territoires du Mont-Blanc», questo il nome del progetto, rappresenta così l’opportunità, per gli attori pubblici e privati dei due territori transfrontalieri coinvolti, di disegnare un orizzonte di sviluppo finalizzato alla costruzione di un’identità comune e all’avvio e alla promozione di un sistema turistico attorno ad un’offerta vitivinicola comune. Dopo la teoria è piacevolmente giunto il momento della pratica e ho potuto raggiungere il luogo di uno di questi famosi vigneti. Una passeggiata circondati da filari luccicanti e solari, ammirando uno scenario che potrebbe essere apprezzato anche da tanta cinematografia contemporanea che, in questi ultimi anni, ha fatto spesso del vino un elemento narrativo non secondario. In cima la scopertura di un cippo a solennizzare il momento e poi l'immancabile brindisi all'insegna dell'enologia valdostana e savoiarda, ovviamente preceduta dalle dotte spiegazioni degli enologi, Gianluca Telloli in primis. Poi tutti alla Cave di Morgex, ma non il sottoscritto, altri doveri mi hanno richiamato a valle. Vista la bellezza dei paesaggi vi propongo una slideshow più che «ad hoc» direi direttamente...«doc».

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Absit iniuria verbis . Quanto sopra scritto pare , mutatis mutandis , metodologicamente tratto dalla propaganda di regime dell'Istituto Luce per il suo regionalnazionalismo che raffigura il Giardino dell'Eden coincidente con la realtà che si vuole esaltare ... Il mio parentado friulano produce vini a tutto spiano e sono un sufficiente intenditore dei medesimi , che giudico senza regionalismi preconcetti . Come confesso che preferisco i vini piemontesi a quelli friulani ( con l'eccezione di un particolarissimo quanto carissimo Picolit ) , così ritengo che a me i vini valdostani , con la quantità di sole che ricevono e le deducibili caratteristiche , piacciono più di quanto oggettivamente valgono . Preferisco il Donnaz , la qual cosa indica un mio giudizio ben chiaro sul concetto di vino di montagna , al di là di celebrazioni per me non dovute se non sentite .

 

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