Terza puntata del documento distribuito in occasione della presentazione del piano regionale strategico di marketing.
Il turismo rappresenta già oggi il connotato centrale dell'economia regionale (secondo il report della Chambre valdôtaine del giugno 2008 il suo contributo al valore aggiunto regionale è del 45-50%), e la sua importanza è destinata a crescere. Tuttavia, è importante che la consapevolezza di questa Centralità del turismo sia ulteriormente diffusa, affinché induca atteggiamenti e comportamenti coerenti nella generalità della popolazione residente.
Una prima constatazione che emerge dalle analisi in svolgimento è che la Valle d'Aosta è «piccola, ma riconoscibile»: è, in altre parole, una marca ben identificabile. In Italia, le statistiche mostrano un dato di notorietà e di gradimento stabile, alle spalle solo del «colosso» Trentino-Alto Adige (indagine SWG, 2005), mentre la notorietà rilevata su Google è ai livelli dell'Alto Adige, e lo stesso avviene per le principali località valdostane, che mostrano valori analoghi a quelle del Trentino, della Valtellina e del Cadore. In Francia, la Valle d'Aosta è una destinazione nota a due francesi su tre (indagine TNS SOFRES, 2008).
Una seconda constatazione, è che, nonostante gli importanti cambiamenti in atto nel mercato turistico, la Valle d'Aosta nel suo insieme non mostra particolari segni di crisi: né per la sua notorietà, come si è detto, né per la sua capacità di attrazione. Semmai, quello che le analisi ci restituiscono, è una minor forza di attrazione di alcune località e di alcuni prodotti turistici. In Valle d'Aosta il "vecchio" e il "nuovo" convivono, e sono destinati a farlo ancora per molto tempo. Il cambiamento, in Valle d'Aosta, non è il frutto di crisi traumatiche come quelle che altre regioni hanno dovuto affrontare, ma è un processo lento, che risulta dal fisiologico bisogno di rinnovamento di strutture, imprese e concezioni del prodotto turistico, che devono adeguarsi ai mutamenti di mercato, facendosi forti delle innovazioni tecnologiche che possono arricchire la proposta e aprire nuovi mercati.
Tra i cambiamenti in atto nella domanda turistica regionale, il più importante è la riduzione della durata media dei soggiorni: già due anni fa il 60% degli ospiti non si fermava per più di tre giorni, e oggi, anche per effetto della recessione, la tendenza alla microvacanze si diffonde ulteriormente. Tuttavìa il 97% dei nostri ospiti dichiara che tornerà in Valle d'Aosta.
Il crinale fra protesta e democrazia
10 mesi fa
0 commenti:
Posta un commento