13 febbraio 2009

Impianti a fune: con la nuova legge dal 2004 sono stati impegnati quasi 100 milioni

Sono diciotto ormai (ma alla fine dovrebbero essere ventitre) le nevicate (rifatevi qui gli occhi) che hanno assicurato sino ad oggi alla Valle d’Aosta un manto nevoso da record. E i turisti, soprattutto italiani, questa volta non si sono fatti pregare tanto che all’Epifania Ferruccio Fournier e Massimo Lévêque, rispettivamente presidente della Associazione Valdostana Impianti a fune e direttore di Siski, la società che commercializza lo ski pass unico regionale, possono dichiarare un +25% nei passaggi. «In particolare – osserva Lèvêque – sono state le piccole e le medie località a beneficiare dell’eccezionale innevamento. Stazioni come Champorcher nella Bassa Valle, Torgnon nella Valtournenche, Crevacol nella Valle del Gran San Bernardo hanno raddoppiato i loro passaggi». La crisi alla fine si è incredibilmente rivelata un’opportunità per gli operatori della piccola regione autonoma. «E’ tornato il turismo di prossimità. – prosegue il direttore – Sono state riaperte alcune seconde case. Qualche italiano ha rinunciato alle tradizionali mete esotiche di queste periodo». E così il comparto - composto da 26 società (molte a partecipazione pubblica comunale e regionale) con 741,95 chilometri di piste commerciali e 166 impianti per una portata oraria complessiva di 225.823 persone – sogna una stagione 2008-2009 da ricordare. Non va poi dimenticato che il settore dal 2004 può contare su una legge ad hoc (la numero 8) per il suo sviluppo data la «natura di infrastrutture di base» e la «rilevanza pubblica degli impianti funiviari». Grazie a questa legge per il biennio 2008-2009 sono già stati stanziati, attraverso la delibera 3842 del 30 dicembre, 17,1 milioni, suddivisi in tre principali voci di spesa: impianti a fune (10,3 milioni), innevamento (4,88) e battipista (1,96). Le società maggiormente beneficiate per questa nuova tranche di aiuti sono state la Sirt di Torgnon con 6,84 milioni, la Monterosa con 2,15, la Cime Bianche con 2,06 e il Comune di Rhêmes-Notre Dame con 2,03. Tre gli interventi di maggior peso: la sostituzione della sciovia Collet con una seggiovia quattro posti ad ammorsamento automatico e la conseguente costruzione di opere di difesa a Torgnon per un impegno di spesa complessivo di 8,18 milioni, la sostituzione delle attuali sciovie Chanavey di Rhêmes–Notre Dame con una seggiovia biposto fissa per un importo di 2,54 milioni, e la predisposizione del Bacino per l’innevamento della loc. Nouva da parte della società Pila per un valore di 2 milioni, interventi finanziati tutti e tre all’80% dalla già citata legge 8/2004. Il settore a partire dal 2004 ha visto stanziati a suo favore somme particolarmente importanti: 54,98 milioni per il triennio 2004-2006 (delibera 4504 del 6 dicembre 2004) e un impegno di 23,33 per il biennio 2007-2008 (delibera 3973 del 27 dicembre 2007). Praticamente con l’ultima tranche non si è molto lontani dalla soglia dei 100 milioni in un quinquennio. «Le consistenti risorse finanziarie che, nel tempo, la Regione Valle d’Aosta ha messo a disposizione – precisa Fournier – sono state ben spese e dimostrano la funzione di volano del settore con effetti moltiplicatori sull’indotto». Non va sottostimato anche l’intervento, pur nelle disponibilità dei propri bilanci, degli enti pubblici locali. Un quadro che però per gli operatori del settore presenta anche alcune criticità con le quali confrontarsi inevitabilmente. «Il punto di criticità maggiore del sistema turistico valdostano – aggiunge Fournier – deriva dal fatto che nelle nostre valli è stato privilegiato un particolare uso del territorio che ha prodotto molte seconde case che, nella maggior parte dei casi, hanno generato più forme di speculazione immobiliare – con creazioni di posizioni di rendita – che lo sviluppo di attività produttive legate al turismo».
Per Fournier per cambiare rotta occorre da un lato che i comuni blocchino la possibilità di costruire seconde case rivedendo le proprie disposizioni in materia di urbanistica, riservando le residue aree libere ad attività produttive. E dall’altro che la Regione riveda la propria normativa in materia di strutture alberghiere definendo «diverso e miglior sostegno anche a quelle esistenti, ma soprattutto emanando regole nelle materia di urbanistica e sovrintendenza più semplici, razionali e funzionali per attivare investimenti nel settore». Per i vertici dell’Avif senza una forte ricettività alberghiera, soprattutto di qualità, la Valle d’Aosta avrà sempre più difficoltà ad affermarsi nel panorama internazionale del turismo, in tutte le segmentazioni stagionali. La dinamicità del settore è dimostrata anche dal buon andamento del tele skipass che come il telepass autostradale consente di accedere direttamente agli impianti di risalita di tutti i comprensori sciistici della Valle senza passare preliminarmente in biglietteria per acquistare e caricare sul supporto lo skipass di giornata. «Ne sono già stati messi in commercio 2500. – conclude Lèvêque – Un risultato superiore alle nostre aspettative trattandosi del primo anno di sperimentazione. La nostra speranza è che questo nuovo prodotto garantisca una certa fidelizzazione della clientela». (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 4 febbraio 2009)

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