22 maggio 2009

Le priorità del programma di Pirovano (Confindustria): credito, ricerca, sviluppo, innovazione, istruzione e formazione

Si è svolta questa mattina, presso la sede di Confindustria Valle d'Aosta, la conferenza stampa di Monica Pirovano di presentazione del suo programma. Nel pomeriggio è stato diffuso un comunicato che ne riassume i contenuti, alcuni dei quali, ovvaimente, simili a quelli che i miei visitatori avranno letto ieri su questo blog e che sono stati anticipati mercoledì nel mio articolo sul Sole 24 Ore Nord Ovest. Lo riporto per completare il quadro aggiungendo però un'affermazione del vice Nicola Rosset che ho trovato particolarmente importante: «Se l'Italia da questa crisi forse uscirà meglio di altri paesi, la stessa cosa può e deve accadere per la Valle d'Aosta. Sono state approvate delle leggi favorevoli per affrontare la crisi ora occorre uno sforzo comune per recuperare le eventuali distanze con altre situazioni produttive».

Il Credito, la Ricerca, lo Sviluppo e l’Innovazione, l’Istruzione e la Formazione, senza dimenticare la Sicurezza sui luoghi di lavoro. Sono questi i punti attorno ai quali la neo presidente di Confindustria Valle d’Aosta Monica Pirovano ha costruito il programma per il prossimo triennio che è stato presentato agli
operatori dell’informazione nel corso di una conferenza stampa svoltasi nella mattinata di oggi, venerdì 22 maggio, presso la sede di Confindustria Valle d’Aosta.
«L’attuale crisi finanziaria internazionale che, secondo gli analisti, proseguirà almeno per tutto l’anno in corso – ha esordito Monica Pirovano nell’introdurre il suo programma - sta mettendo a dura prova l’economia mondiale, con un effetto domino in tutti i settori. Le conseguenze della recessione, seppur in ritardo di qualche mese, hanno inevitabilmente coinvolto anche la Valle d’Aosta, dove, oltre ad una calo della produzione, si è registrato un forte rallentamento degli investimenti, proprio quando invece, occorrerebbe essere più pronti nel rispondere e, forse, più aggressivi. Se non si invertirà la rotta, il rischio è che alla fine di questo ciclo negativo molte imprese risulteranno obsolete e, dunque, incapaci di fronteggiare la concorrenza del mercato».

Quali sono allora le strategie da mettere in atto per fronteggiare la situazione?
«Innanzitutto,– ha suggerito Pirovano, riferendosi alla realtà valdostana- le imprese devono riprendersi quel dinamismo che le ha contraddistinte, recuperando la fiducia e investendo sui giovani per favorire un loro maggiore radicamento sul nostro territorio, dove non mancano opportunità di crescita professionale in un’industria destinata a cambiare pelle. Non solo, tutti devono essere consapevoli del fatto che nessuno, più di noi stessi, potrà aiutarci a risolvere i nostri problemi. Se così non fosse e se credessimo che tutto dipenda da altri, o che il Governo, la politica, la società siano i soli responsabili del nostro futuro, allora vorrebbe dire che abbiamo rinnegato il modello del mercato libero. Vorrebbe dire che il nostro modello ideale sarebbe quello di un’economia programmata e centralizzata, dove la Regione sarebbe il principale attore»

«Ma non è questo il modello che intendiamo perseguire, perché, come lo dimostra la Storia, questo è un modello destinato al fallimento. Di fronte alla nuova situazione economia, Regione e Confindustria – ha puntualizzato la presidente – hanno l’obbligo, come peraltro sta avvenendo, di collaborare per far fronte alla crisi e supportare un modello di sviluppo credibile e sostenibile. Ognuno però dovrà giocare il suo ruolo, in un rapporto alla pari in cui, da una parte, la Politica individua gli indirizzi e crea le condizioni per favorire e sostenere la crescita di un’imprenditoria nuova, innovativa, specializzata e pronta a confrontarsi anche sui mercati stranieri e, dall’altra, le imprese si impegnano a fare ricerca, a far crescere l’occupazione locale, a creare indotto e, conseguentemente, a rendere attrattivo il territorio della nostra regione per nuovi investimenti e nuovi progetti imprenditoriali».

Nel presentare, quindi, i vari punti del programma, Monica Pirovano, a proposito del credito, ha affermato che: «i provvedimenti adottati a livello nazionale e le prime iniziative di sostegno finanziarie assunte recentemente dall’Amministrazione regionale sono indispensabili per affrontare in misura incisiva la finanza, che costituisce la più preoccupante emergenza. Ma tali misure non sono sufficienti per alleggerire la pressione sulle aziende e dare quell’impulso necessario alla ripresa. Occorre anche un impegno più puntuale di Confindustria, per esempio attraverso l’attivazione di uno sportello in grado di offrire un supporto tecnico per le imprese, soprattutto quelle più piccole; la realizzazione di un decalogo per una gestione corretta del credito bancario; la creazione di uno strumento di autovalutazione del credito on-line che consenta di verificare il proprio posizionamento».

Rispetto al tema «Ricerca, sviluppo ed innovazione», il neo presidente è stato categorico: «la Regione con la revisione della legge in materia e la disponibilità ad alzare considerevolmente le quote di bilancio assegnate ha dimostrato di voler puntare sulla ricerca. Tocca ora alle aziende aprire nuovi orizzonti ed esplorare nuove strade. Tocca a noi investire, innovare, essere curiosi, accettare di rimettere in discussione i nostri assetti. Rinunciare, se necessario, al comando solitario delle nostre imprese per affrontare, con altri, sfide che da soli non potremmo neppure immaginare. Dobbiamo saper crescere. In sintesi, gli obiettivi che intendiamo raggiungere sono: favorire l’Aggregazione di imprese per creare economia di scala; costituire una Rete territoriale; istituire un Voucher tecnologico; bandire delle Borse per ricercatori».

Per quanto attiene, invece, alla problematica «Istruzione - Formazione – Scuola», Pirovano sottolinea «l’evidente discrasia tra il mondo produttivo e quello formativo, scolastico e accademico, accompagnata purtroppo da uno spirito imprenditoriale poco diffuso, che traduce la scarsa propensione dei giovani a mettersi in gioco e ad avviare attività imprenditoriali. Oggi assistiamo ad un disinteresse dei ragazzi verso gli istituti tecnici, in parte perché c'è poca voglia di entrare subito nel mondo del lavoro, in parte perché vi è una scarsa conoscenza del sistema produttivo locale. Per contrastare questo scollamento bisogna allora favorire la diffusione della cultura scientifica e tecnologica tra i giovani, partendo proprio dalla scuola media, magari dando seguito ad un progetto tipo “Fabbriche aperte”, per arrivare sino all’Università con l’attivazione di corsi che consentano di creare dei profili professionali compatibili con il nostro tessuto produttivo».

Al termine del suo intervento, la neo presidente ha approfondito anche il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro, proponendo un aiuto da parte di Confindustria alle aziende medio-piccole per affrontare tutte le difficili problematiche di attuazione delle norme di legge, nonché per incentivare gli investimenti per il raggiungimento dei livelli di sicurezza necessari, favorendo anche l’utilizzo delle forme di contribuzione a sostegno di queste iniziative.

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