Seconda parte dell'intervista al Presidente del Consiglio comunale di Aosta Renato Favre (Uv). La prima la trovate qui.
Mi sembra di capire che il funzionamento della macchina consiliare sia un impegno di
sostanza…
La programmazione dei lavori consiliare è un elemento basilare di cui sono molto soddisfatto. E’ stato creato un sistema che favorisce tutti. Dalla Giunta all’opposizione. E poi – sembrerà banale – aggiungerei come essenziale anche il rispetto degli orari. Ad inizio legislatura gli orari non erano sempre rispettati e allora - regolamento alla mano – dopo la lettura dell’ordine del giorno faccio fare al segretario generale l’appello. Se entro un’ora non si raggiunge il numero legale, cioè 16 consiglieri su 31, il Consiglio si scioglie. E’ chiaro che se questo dovesse mai capitare sarebbe più che giusto che gli organi di informazione e l’opinione pubblica stigmatizzassero questo deprecabile comportamento.
Cosa c’è ancora da fare?
Credo che ci si debba impegnare ancora a livello di formazione dei consiglieri. Per questo apprezzo gli investimenti che il Celva sta mettendo in campo per la formazione. Mi piacerebbe che i partiti e i movimenti politici dei candidati che poi vengono eletti si preoccupassero anche loro di formare le persone che intendono mettere in lista.
Iniziative organizzate dal Consiglio?
Ogni anno destiniamo circa 40mila euro a iniziative di carattere sociale. In particolare aiutiamo i comuni con noi gemellati, cioè Kaolack nel Senegal e Sinaia in Romania, in Africa attraverso l’associazione Diakonia che sostiene l’impegno del canonico Claude Duverney e in Romania grazie alle Suore di San Giuseppe. Con il sindaco sono stato in visita in queste zone per verificare
come sono stati investiti i soldi dati dal comune e siamo rimasti davvero soddisfatti. Nel 2008 abbiamo fatto anche un’iniziativa di sostegno all’isola di Luzon nelle Filippine dove abbiamo aiutato dei bambini. E poi in Etiopia dove è stato sostenuto il progetto «Regina di Saba» a favore di una diocesi locale. E infine in Brasile a Salvador di Bahia dove è stato ristrutturato un edificio
che ospita i bambini che hanno perso i genitori.
E poi c’è il Consiglio comunale dei ragazzi…
Il Consiglio coinvolge le Istituzioni scolastiche “Saint-Roch”, “San Francesco”, “Eugenia Martinet” e “Luigi Einaudi”. In particolare, ad essere protagoniste dell’iniziativa sono quattro classi seconde delle scuole secondarie di primo grado di Piazza San Francesco, “Saint-Roch”, “Einaudi” e “Cerlogne”, per un totale di circa 90 alunni. La volontà di creare un Consiglio comunale composto da ragazzi, funzionante secondo le stesse procedure di quello reale ed eletto con modalità analoghe, risponde al perseguimento di molteplici obiettivi. Il progetto è un’opportunità Anzitutto, per i ragazzi ma anche per gli adulti e per gli amministratori, poiché le giovani generazioni, e la loro sensibilità, rappresentano l’avvenire di questa città. E’ un’iniziativa fondamentale per fortificare l’educazione alla cittadinanza. Ed è un progetto che stiamo sviluppando con molto entusiasmo.
La collaborazione con gli insegnanti è ben avviata…
Noi ci auguriamo che con il febbraio del 2010 il Consiglio sia una realtà. Devo dire che gli insegnanti stanno dando un importante contributo di idee. Sono stati proprio loro ad invitarci a non partire dall’elezione dei consiglieri ma a creare un cammino mirato a favorire la presa di coscienza dei giovani rispetto alle Istituzioni, al loro ruolo e, di conseguenza, al territorio e alla realtà in cui, ogni giorno, vivono e lavorano. In questa logica ho incontrato assieme a Patrizia Carradore e Mario Vietti 88 ragazzi che saranno i nostri futuri candidati avendo il piacere di stare qualche ora con loro per cercare di creare un contatto più diretto con l’amministrazione comunale. La mia intenzione è di portare i progetti dei ragazzi in Consiglio facendoli votare come quelli dei grandi e, se approvati, saranno finanziati e realizzati. E’ un bel percorso per educarli alla cittadinanza.
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