Terza puntata della tesina su Valgrisa di Fabrizio Bazzani. Qui trovate la prima puntata e qui la seconda. Si chiude così la serie di articoli dedicati al laboratorio di economia aziendale del professor Carmine Garzia. Ma la collaborazione non finisce qui.
Analisi della sostenibilità della strategia aziendale per il futuro
In questi 5 anni di abbigliamento «pret-à-porter montagnard» il brand è cresciuto ed ha conquistato una nicchia nel settore delle collezioni esclusive. La lana delle pecore Rosset viene ancora tessuta a telaio in laboratori situati a Valgrisanche e a Champorcher, questa lavorazione artigianale permette una produzione limitata a pochi e numerati pezzi. L’azienda cerca di unire alla tradizione, delle rifiniture moderne e funzionali che arricchiscono fortemente i capi di elementi altamente innovativi.
Tra i fattori da evidenziare bisogna tener conto della partecipazione a Pitti Immagine Uomo 2009, evento di grande rilievo nel settore dell’abbigliamento a livello nazionale e non, tenutosi dal 13 al 16 gennaio. La commissione incaricata di selezionare i marchi aventi diritto ad esporre le proprie collezioni ha voluto fortemente la partecipazione del marchio Valgrisa per l’originalità e la raffinatezza dei suoi capi. In aggiunta ai modelli esposti durante i quattro giorni di fiera, grande novità è stata la presentazione del primo jeans prodotto dal marchio.
Ulteriore fattore determinante per la crescita dell’azienda è l’ingresso in società di Silvia Tagliabosco, braccio operativo responsabile dei mercati esteri e nazionali, la quale in una recente intervista per il Sole 24 Ore Nord Ovest ha sottolineato gli obiettivi principali per il 2009 e cioè consolidare il brand a livello nazionale e coprire zone ancora scoperte con realtà e tradizioni alpine simili a quelle delle nostre valli.
Con il grande riscontro di clienti avuto durante questi pochi anni dalla creazione del marchio, Valgrisa ha fatturato 400 mila € nell’ anno 2008 aumentando del 25% il fatturato, per mantenere e aumentare questo successo, le collezioni sono state arricchite da accessori come cinture, cappelli e addirittura sci, tutti personalizzabili su richiesta del cliente, inoltre tutti i capi vengono numerati garantendo la tracciabilità della storia di ogni abito.
L’acquirente di un capo Valgrisa può di diritto entrare a far parte di una community, il club denominato «Valgrisa Club» dà la possibilità di partecipare a varie iniziative culturali e sportive come tornei di golf avvicinando i suoi clienti alla storia e al territorio valdostano.
In conclusione, gli obiettivi primari prefissati dai soci come il consolidamento e l’arricchimento di Valgrisa con nuovi prodotti paiono essere concretizzabili in poco tempo, il periodo di depressione economica non ha colpito questo piccolo brand di nicchia riservato ad un target medio alto, anche se, visto il tipo di lavorazione e l’esclusività dei materiali che rendono particolari e unici i prodotti non permettono una espansione su larga scala del brand e di entrare in fasce di mercato diverse da quelle in cui è già situata.
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