Alcuni giorni fa ho pubblicato un post sui cambi al vertice del gruppo europeo di interesse economico del Traforo del Monte Bianco (leggete qui). Oggi ti propongo un'intervista al nuovo direttore, Alfredo Pellegrini.
Direttore, un suo giudizio sull'andamento del traffico nel 2009...
L’avvicendamento al vertice della direzione del Traforo del Monte Bianco è un fatto tecnico societario, connesso al carattere binazionale dell’opera: ogni 30 mesi francesi e italiani si devono alternare nel ruolo di presidente del Consiglio di Sorveglianza e di direttore gerente del Comitato di direzione. Tuttavia questa volta l’avvicendamento avviene in un momento per certi aspetti problematico per quanto riguarda l’andamento del traffico, soprattutto del traffico pesante che ha risentito in modo netto della crisi economica che ha investito le attività produttive in vaste aree geografiche. Nel confronto con l’analogo periodo del 2008, i primi 8 mesi di quest’anno hanno registrato una flessione dei transiti commerciali al Traforo del Monte Bianco di circa il 15%. Ora qualche timido segnale di ripresa c’è, ma non sarà facile recuperare i livelli degli anni precedenti. Invece i volumi di traffico leggero, soprattutto in questi ultimi mesi estivi, si sono mantenuti su livelli paragonabili a quelli dell’anno scorso: segno che gli spostamenti per turismo tengono e che non è venuto meno il desiderio di viaggiare, di vedere cose nuove.
Ci può anticipare quali saranno le future strategie aziendali?
La nuova direzione non può certo proporre una rivoluzione ogni 30 mesi. Il nostro impegno è di mantenere alto il livello di sicurezza, come è stato fatto nei periodi precedenti. Ciò non esclude la possibilità di perseguire obiettivi di miglioramento, che potranno essere ottenuti anche attraverso una attività di studio e di confronto con quanto di meglio è stato realizzato o è in corso di realizzazione negli altri grandi tunnel monotubo europei, con i quali per altro manteniamo un dialogo costante anche al fine di elaborare procedure e norme di comportamento quanto più possibile.
Ma quali sono in concreto le tappe più importanti? Su che cosa si concentrerà la vostra attenzione nei prossimi 30 mesi?
Molto è stato fatto negli anni precedenti, ma nuove sfide si presentano all’orizzonte anche perché legate al nuovo ciclo di vita che si è aperto a 10 anni dalla chiusura del 1999. Sul piano operativo i prossimi 30 mesi saranno caratterizzati da progetti di miglioramento che ritengo significativi. Posso già citarne alcuni: il totale rifacimento del software per la gestione centralizzata del tunnel, l’installazione di pannelli fissi a messaggio variabile, l’installazione a nord di un impianto di filtrazione dell’aria, la sperimentazione di una tecnologia mirata alla rilevazione del surriscaldamento degli assi e dell’impianto frenante dei mezzi pesanti in ingresso al tunnel, la sperimentazione di un impianto di mitigazione incendi. Anche le opere civili del traforo – la volta della galleria e i canali di ventilazione – saranno oggetto di una verifica straordinaria dello stato di conservazione.
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