Al Tunnel del Grand San Bernardo prosegue la diaspora del traffico pesante, avviata da tempo dopo il ritorno in attività del Traforo del Monte Bianco, ma il peso dei camion (inferiore al 10% del traffico complessivo) su una tratta tipicamente turistica si fa meno sentire rispetto al «cugino» che collega l’Italia alla Francia anche se sul fronte dei ricavi si traduce in una perdita del 3%.
Ugo Voyat, da pochi mesi presidente della Sitrasb (65,5% Regione Valle d’Aosta e 36,5% Sav), la società che gestisce il tunnel sul versante italiano, un passato da amministratore regionale con incarichi a vario livello nell’Union Valdôtaine, il movimento autonomista da diversi anni alla guida della Regione, chiude il suo primo anno sul ponte di comando (è presidente dal mese di aprile) con un +1,9% nel traffico leggero (auto,moto, camper e autobus) e un -21,21 in quello pesante.
Complessivamente i transiti nel 2009 sono stati 579.043 contro i 581.244 del 2008, cioè una perdita di 2208 veicoli (-0,38%). Gli ultimi due mesi dell’anno in particolare (rispettivamente con un +6,94 e un + 6,86%) hanno permesso di limitare i danni. Per Voyat - che confida di rafforzare la vocazione turistica del Traforo - il 2010 è un anno fondamentale per le strategie aziendali in quanto saranno avviati i lavori che entro cinque anni porteranno alla costruzione di una galleria dedicata ai soccorsi in caso di incidenti. I lavori di perforazione dell'impianto - il cui contratto da 33,4 milioni di euro è stato firmato lo scorso ottobre ad Aosta - partiranno a fine estate e saranno realizzati da un'associazione temporanea di imprese, con capogruppo la Società italiana per condotte d'acqua di Roma.
Complessivamente la realizzazione della galleria costerà circa 54 milioni di euro, ripartiti a metà tra Italia e Svizzera. La procedura di appalto dei primi due lotti è stata gestita dalla Sistrasb. Al partner elvetico spetterà invece la gestione dei due bandi concernenti gli impianti tecnici. «Un’opera di particolare rilievo - conclude il presidente - che appalteremo nel corso del 2010 è il rifacimento del ponte dei Dardanelli che porta al traforo sul versante valdostano. L’impegno di spesa è di circa 3,6 milioni». (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 13 gennaio 2009)
Il crinale fra protesta e democrazia
9 mesi fa
5 commenti:
Quando di mezzo ci sono amministratori rossoneri lo strafalcione è sempre dietro l'angolo e Voyat lo conferma. Qui parla di un rifacimento del ponte "dei Dardanelli" sulla strada ovviamente per Bosses da St.Oyen. Ma tale ponte non è stato dedicato a uno stretto turco, come l'unionista pare sottintendere nel virgolettato, bensì al nome del progettista, ingegner Dardanelli, che, per inciso, fu mio docente di Meccanica al Politecnico di Torino. Quindi andava semmai detto "ponte di Dardanelli".... Comprensibile errore da parte di chi appartiene a un movimento per il quale il mondo termina a Pont S.Martin....
@Borluzzi
In questo caso il Mouvement non ha colpe. Trattasi di un errore mio di battitura. Voyat aveva spiegato la questione dell'ingegnere di cui lei scrive. Mi scuso con lettori e visitatori.
@ Favre: convengo col suo "in questo caso"....
Premesso che quello progettato dall'ing.Dardanelli non è un ponte bensì un viadotto, chiedo a Favre se conosce le motivazioni del suo rifacimento. L'accesso da sud è perfetto, al suo termine ci sono svincoli successivi alla sua progettazione, ma la situazione non è da emergenza .
@Borluzzi
Non si tratta di rifare la tratta in termini di percorso ma di porre mano all'usura del tempo.
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