Nella seduta di oggi, la Camera ha ratificato l’accordo sulla non imponibilità dell’IVA sui pedaggi riscossi al traforo del Gran San Bernardo.
Soddisfatto il deputato valdostano Roberto Nicco, relatore del provvedimento nella Commissione Trasporti. La ratifica dell’Accordo in esame era già stata oggetto di esame parlamentare nella precedente legislatura. In quella occasione l’iter di esame non fu completato a causa dell’interruzione anticipata della legislatura stessa.
Il 4 agosto 2008, Nicco, con i colleghi Brugger e Zeller, ha perciò ripresentato una proposta di legge in materia (AC 1608), cui è seguito, il 13 novembre 2009 il disegno di legge del Governo (AC 2935).
L’Accordo con il Consiglio federale elvetico, fatto a Roma il 31 ottobre 2006, fa seguito alla decisione del Consiglio dei Ministri dell’Economia e delle Finanze (ECOFIN) dell’Unione europea del 21 ottobre 2004, che ha autorizzato l’Italia ad applicare una misura in deroga alla direttiva 77/388/CEE.
L’autorizzazione, richiesta dal Governo italiano, ha lo scopo di stabilire la non imponibilità dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) sul pagamento dei pedaggi dovuti per il transito del traforo del Gran San Bernardo.
Non essendo prevista in Svizzera l’IVA sui pedaggi, infatti, si era venuta a creare una disparità dei costi per gli utenti italiani rispetto a quelli elvetici, nonché una distorsione nel settore della concorrenza degli abbonamenti – per il minor costo di quelli acquistati in Svizzera – oltre a difficoltà amministrative nella gestione congiunta italo-elvetica del traffico del Gran San Bernardo e della ripartizione degli introiti connessi.
La Convenzione del 23 maggio 1958 tra Italia e Svizzera, relativa alla costruzione e all’esercizio di un traforo stradale sotto il Gran San Bernardo, all’articolo 8 prevede espressamente che eventuali questioni fiscali relative alla costruzione e alla gestione del traforo siano regolate da appositi Accordi, come quello oggi approvato.
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