Il direttivo di Legambiente VdA condivide i dubbi formulati nei giorni scorsi da parte del settore alberghiero valdostano (che avevano trovato spazio su alcuni giornali locali) ed esprime preoccupazione rispetto al disegno di legge regionale n. 88 proposto dalla Giunta in materia di disposizioni in materia di strutture, imprese e operatori turistici.
«Il disegno di legge - si legge in una nota - corona una serie di provvedimenti che chiariscono, oltre ogni ragionevole dubbio, il rapporto dell’attuale governo regionale con il territorio. Travestiti da incentivi allo sviluppo turistico, sostegno alle famiglie numerose, provvedimenti anticrisi e via dicendo, tutti i provvedimenti in questione rappresentano un regalo all’edilizia senza frontiere e una progressiva esautorazione delle autonomie comunali. Il primo in ordine di tempo è stato il cosiddetto “Piano Alberghi”, cioè la possibilità di ampliare fino al 40% delle volumetrie edifici che dopo soli 5 anni potranno serenamente cambiare destinazione d’uso. A questo provvedimento Legambiente aveva assegnato nel 2009 la Bandiera Nera, riconoscimento destinato ai progetti più devastanti dell’anno. Subito dopo è stato approvato il “Piano Casa”, anche qui aumenti di volumetrie. Ben lungi dal favorire le famiglie che in tempi di crisi non hanno da investire in ampliamenti, anche questo decreto strizza l’occhio alla speculazione. Segue ora il “Piano Residences” contenuto nel DL 88»
Per Legambiente la legge nella sua attuale formulazione è criticabile sotto diversi aspetti:
- il ritorno al frazionamento della proprietà delle Residenze Turistiche Alberghiere è molto grave. La previsione dell'unicità della proprietà, prevista dal governo Vierin, si era resa necessaria per far fronte alla speculazione edilizia. Il vincolo convenzionale di 10 anni è insufficiente e discriminatorio rispetto agli alberghi, che sono invece sottoposti ad un vincolo di 20 anni.
- il fatto di rendere permanente l’infausto sistema degli aumenti volumetrici per le destinazioni alberghiere, rende inutili gli strumenti di regolamentazione del territorio; che ci stanno a fare i Piani Regolatori Comunali?
- il legislatore continua ad intervenire in maniera disordinata con provvedimenti dal contenuto eterogeneo relativi a materie magari connesse, ma comunque diverse (in questo caso materia urbanistica-edilizia e promozione turistica).
Il crinale fra protesta e democrazia
10 mesi fa
2 commenti:
Ci vuole calma e sangue freddo, intanto, l'urgenza proprio non c'è perchè su tutto possiamo disquisire tranne che su un fatto: più posti letto non servono! dati statistici ufficiali alla mano degli ultimi due anni e mezzo:
Invece servono.
• soluzioni per vecchi alberghi e vecchi albergatori, agli arresti urbanistici a vita.
• incentivare il recupero di nuove strutture piuttosto che costruirne di nuove.
• logiche dinamiche in base alle evoluzioni della (NON) domanda turistica.
Montjovet non è Champoluc, Sarre non è Cogne, Avise non è Courmayeur.
•Evitare di creare residences che di fatto sono solo seconde case.
Serve onestà intellettuale e non solo, prima di tutto, per cercare di risolvere i problemi di tutti, non solo degli "edili" e compagni vari di merende...
@Mark Twain
Concordo. Il problema è fare in modo che gli alberghi possano adeguarsi anche urbanisticamente alle nuove esigenze del turismo.
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