Da sinistra Augusto Rollandin, Lorenzo Dellai, Elso Gerandin e Mons. Giuseppe Anfossi |
Le sfide e il senso delle autonomie speciali in un contesto in forte cambiamento sono stati il filo conduttore del dibattito promosso dal quarto '”Incontro con il personaggio”, consueto appuntamento promosso dal Vescovo di Aosta, Monsignor Giuseppe Anfossi, in collaborazione con il Consorzio degli Enti Locali della Valle d'Aosta (Celva). L'iniziativa, dal titolo “Le nuove sfide dell’Autonomia: le comunità autonome di fronte ai cambiamenti del nostro tempo”, si è svolta venerdì ad Aosta presso il Seminario vescovile, ed è stata proposta agli amministratori degli enti locali valdostani nel quadro del Piano Formativo annuale del Celva.
L'Incontro con il personaggio 2010, al quale hanno partecipato il Presidente della Regione Augusto Rollandin e il Presidente del Consiglio permanente degli enti locali (Cpel) Elso Gerandin, ha avuto come ospite d'eccezione il Presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai, che ha testimoniato le riflessioni sul tema delle autonomie promosse in una realtà affine a quella valdostana come è la Provincia autonoma di Trento. Ho avuto la fortuna di essere presente e sono davvero rimasto entusiasta di alcuni affondi portati avanti dal relatore. Li propongo in modo antologico. Dellai ha parlato di sfide esterne ed interne quanto scrivo è attribuibile con buona approssimazione al Presidente di Trento. Sul Corriere della Valle che sarà in edicola questo venerdì troverai un ampio servizio a cura di Roberto De Vecchi, responsabile della Pastorale sociale della Diocesi.
L'autonomia speciale è molto di più del federalismo
Quest'ultimo è un tentativo comprensibile e lodevole che lo Stato mette in campo per promuovere il decentramento sui territori, mentre il concetto di autonomia speciale è molto più esigente. L'autonomia speciale è qualcosa di preesistente e che lo Stato ha riconosciuto. E' il frutto di un patto, non il risultato di una volontà paternalista dello Stato nei confronti di alcune regioni.
Attenti al pericolo della banalizzazione
L'autonomia non può essere ridotta ad un mero problema di risorse finanziarie.
La globalizzazione
Si può essere autonomi soltanto se si impara a rapportarsi con quanto accade al di fuori dei confini regionali.
Le sfide interne
La sindrome del pitone
Si tratta di un corpo che mangia, mangia e mentre digerisce si impigrisce, perde di dinamicità. Guai se il cittadino ha soltanto pretese nei confronti della pubblica amministrazione, se pensa che la ricchezza sociale e culturale conquistate siano date una volta e per sempre. L'autonomia speciale deve essere uno strumento per produrre valore e non soltanto per ridistribuirlo.
La perdita della memoria storica
Guai se si perde memoria del processo storico e umano che ha portato all'autonomia. Anche le nuove generazioni devono conoscere bene questo percorso.
Il pericolo della concentrazione del potere
Le autonomie speciali si prestano a questo pericolo. Occorre perciò creare degli anticorpi, occorre favorire un'autonomia diffusa ed una società civile forte.
L'omologazione culturale
Non si può essere un'autonomia speciale se il proprio popolo è culturalmente omologato.
5 commenti:
Allucinante.Tutto allucinante. Una perla: la cosiddetta memoria storica. Triplo integralismo: si suppone che una persona debba credere nella religione del localismo anche se, intelligente e moderna, si ritiene cittadina del mondo e considera un fatto accidentale l'abitare in una regione cosiddetta autonnoma. Secondo integralismo:uno puo' essere localista ma amare non la regione in cui abita ma un'altra. Terzo integralismo:uno in Valle dovrebbe,oltre a essere localista e deificare questa regione anche se originario di altra, anche riconoscersi nelle panzane etniche, linguistiche , federaliste e quant'altre che nella regione dei privilegiati da Roma si vaneggiano. E pur con questi tre giullareschi integralismi con cui si tenta di omologare le persone si loda l'obiettivo di opporsi alla omologazione....E' tutto un controsenso. Ho difficolta'a scrivere con un laptop in Hanoi,ma vorrei sfruttare la possibilita'di esprimermi in merito poi sul Corriere, pur con ritardo, sperando che gli integralisti abbiano il coraggio, e la capacita' , di illustrare le loro ragioni.
Splendido. Impossibile dire meglio di così. Ma come hanno reagito i NOSTRI?
@Borluzzi
In attesa del suo intervento sul Corriere perchè non mi manda una bella foto da Hanoi da mettere sul blog? In merito a Dellai mi sembra strano che lei trovi tutto allucinante. A mio avviso ci sono alcuni ragionamenti che potevano essere condivisibili anche da parte sua, come del resto dimostra lo stupore dell'anonimo che si è reso subito conto che si tratta di parole un po' inusuali in Vallée. Non è che su certi argomenti rischia di assumere lei posizioni un po' integraliste?
Sul sito della Provincia Autonoma di Trento il testo quasi completo dell'intervento del Presidente Dellai ad Aosta: http://www.uffstampa.provincia.tn.it/csw/c_stampa.nsf/8d60911a745c25adc12574940035857e/bcc9056699c1bb36c12577e1003827e2?OpenDocument
Purtroppo non posso inviare nulla perche' non ho qui attrezzature sicure. La metto in parapolitica:e' la settima volta che sono in Vietnam, ma le altre erano meno improntate al turismo e ora coi figli vedo un po' di tutto. Le baie del nord sono stupende,Halong in particolare.Ma la foto riguardera' le zone di montagna con bei paesaggi a risaie, villaggi d'antan e gruppi etnici veri, non quelli che Alberto Cerise ha indicato caratterizzare la Valle nella sua introduzione alla visita di Fini in Consiglio regionale e su cui io ho marciato a Roma: grazie Cerise per il tuo regalo fresco fresco. Dire che e' integralista un sottoscritto che predica la liberta' di ciascuno e' quantomeno stravagante. Il commento dell'anonimo appare incomprensibile, non si capisce chi loda o critica. Saluti.
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