«Per l’adeguamento ed il miglioramento del collegamento ferroviario Aosta-Torino ci vogliono 900 milioni». L’assessore regionale ai Trasporti Aurelio Marguerettaz agita un foglietto dove sono riportati, voce per voce, la tipologia di intervento e il costo complessivo previsti dallo studio di fattibilità redatto nel 2006 dal professor Guido Caposio del Dipartimento di Idraulica, trasporti e infrastrutture civili del Politecnico di Torino. Completamente a carico dell’amministrazione regionale la variante Verrès-Châtillon (277 milioni) e le ottimizzazioni di binario (6 milioni), in compartecipazione con la Regione Piemonte il segnalamento (36 milioni) e l’elettrificazione tra Ivrea e Aosta (97 milioni). «Un intervento – aggiunge l’assessore – che dovrebbe portare ad una riduzione di tempi pari a 26 minuti su un tragitto che, orari ferroviari alla mano, dovrebbe essere compiuto in due ore circa».
All’indomani della decisione, praticamente unilaterale, comunicata dai vertici di Trenitalia e Rfi, che dal primo marzo i pendolari valdostani cambieranno treno a Ivrea e a Chivasso, la Regione autonoma punta ad una revisione del contratto di servizio con Trenitalia e accarezza l’idea di conquistare la titolarità diretta del contratto stesso. «Chiederemo al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti – spiega l’assessore Marguerettaz – una revisione del contratto di servizio con Trenitalia per introdurre l’applicazione effettiva di severe penali in caso di perturbazioni nella circolazione dei treni sulla tratta Ivrea-Aosta». La notizia del doppio cambio è suonata come una beffa: sotto molti aspetti si tratta della scelta peggiore per i pendolari valdostani, scelta che segna un punto di rottura.
Per chiarire la situazione del trasporto su rotaia in Valle d’Aosta è necessario sottolineare due aspetti, diversi ma complementari: l’infrastruttura e il servizio ferroviario. La competenza in questi due settori ad oggi continua ad essere in capo al Gruppo Ferrovie dello Stato checomprende sia la società che possiede e gestisce l’infrastruttura, Rfi Spa, sia quella che gestisce ed è responsabile del servizio, Trenitalia Spa. «In entrambi i casi – precisa Marguerettaz – il rapporto è tra Ferrovie e Stato, finchè non avremo la titolarità del contratto sarà tutto più difficile». Di qui la non facile permeabilità delle Ferrovie alle richieste delle amministrazioni locali tanto che l’assessore Marguerettaz intende sollecitare il ministero ad intervenire alle riunioni sul contratto di servizio in modo da verificare se gli standard qualitativi sono quelli previsti.
Per l’assessore Marguerettaz deve essere chiaro a tutti che «un effettivo miglioramento della linea potrà essere ottenuto solo con un’adeguata programmazione di medio e di lungo periodo, che tenga conto anche degli investimenti già previsti negli Accordi di programma quadro finora sottoscritti, nonché dell’elettrificazione e dell’eliminazione dei passaggi a livello in territorio piemontese, fonte continua di guasti e rallentamenti».
Ma c’è anche chi come il consigliere regionale Alberto Zucchi (Pdl) ritiene che «l’ammodernamento della tratta Aosta-Torino deve camminare di pari passo con l’individuazione di soluzioni idonee per la realizzazione di una nuova ferrovia nel quadro dell’intesa con il governo per le grandi opere di rilevanza nazionale sottoscritta con la Regione autonoma». O chi come Fabio Protasoni, presidente dell’assemblea del Pd suggerisce di «convocare una Conferenza regionale sulla mobilità, con tutti i soggetti interessati, gli enti locali, le forze sociali ed economiche, gli interlocutori piemontesi, gli esperti del settore e magari qualcuno di quei nuovi soggetti imprenditoriali che si sono affacciati nel panorama del trasporto ferroviario».
Sul piatto, dunque, il tema degli investimenti necessari. Per Margurettaz, «gli investimenti effettuati da parte di Stato e Rfi sul territorio valdostano sono stati inferiori rispetto al tratto piemontese». Infatti l’elettrificazione della linea si è arrestata ad Ivrea «e paradossalmente i pochi interventi eseguiti presso le stazioni valdostane (eliminazione dei doppi binari) sono risultati addirittura dannosi, riducendo le possibilità di incrocio tra treni». Per la Regione, dunque, il livello del servizio ferroviario offerto è del tutto inadeguato, soprattutto se rapportato alle risorse, 23 milioni l’anno, che lo Stato versa a Trenitalia, importo che si somma ai proventi della vendita dei biglietti. (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 9 febbraio)
Il crinale fra protesta e democrazia
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