Giuseppe Balicco |
Preoccupazioni rivelatesi poi fondate alla luce dello sviluppo del dibattito sulla “nuova” imposta: «nuova” – ribadisce il Presidente Coldiretti Valle D’Aosta Giuseppe Balicco - in quanto mai gli imprenditori agricoli si sarebbero immaginati di pagare una imposta patrimoniale sui beni strumentali alla propria attività, imposta che – viste le proiezioni di calcolo - andrà ad incidere pesantemente sulle nostre aziende di montagna».
Le richieste hanno trovato terra fertile e, a oggi, il 100% dei 74 Comuni in cui è suddiviso il territorio Valdostano ha deliberato i propri bilanci con la previsione di incasso IMU sui fabbricati rurali strumentali allo 0,1%.
Franco Manes, Sindaco di Doues, Responsabile del Dipartimento pianificazione e urbanistica del CELVA sottolinea come, “ nella nostra piccola Regione alpina, vi sia la giusta sensibilità verso il settore agricolo più che mai, cerniera tra territorio e turismo, ambiente e produzioni di qualità. Una sensibilità che ha portato tutti i Comuni valdostani a seguire l’esempio del Comune di Aosta che, approvando il proprio bilancio di previsione, introduceva la riduzione massima dell’aliquota base sui beni strumentali.
«Una sensibilità questa, - si legge nella nota diffusa da Coldiretti - condivisa sia dai Comuni prettamente Rurali che da quelli propriamente turistici, in sinergia con le azioni intraprese dall’Amministrazione Regionale. Una azione concreta, quella della riduzione dell’aliquota che, al momento appare l’unico elemento tangibile di aiuto al settore agricolo con riferimento alla specifica materia dell’IMU».
Coldiretti Valle d’Aosta, in attesa di eventuali ulteriori sviluppi Parlamentari sulla normativa auspicati ieri anche dal Ministro Catania, è soddisfatta per l’intervento che riduce della metà l’impatto sui fabbricati strumentali agricoli e ricorda che i territori montani sono esenti dall’imposta sui terreni e, pertanto, si mantiene - per quest’ultimi – il regime fiscale IRPEF, ante IMU.
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Comunicato di Coldiretti
IMU: AGRICOLTORI CONTESTANO CIFRE DEL MINISTERO FINANZE
Le cifre dello studio del ministero delle Finanze sull’impatto dell’Imu nel settore agricolo sono fuorvianti e lo abbiamo dimostrato con calcoli dettagliati. E’ quanto affermano Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri che intervengono per contestare la stima dell’ extragettito di 224 milioni (di cui 135 milioni per gli immobili strumentali), che la Pubblica Amministrazione calcola per l’Imu agricola. Il ministero delle Finanze - affermano Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri - basa le proprie stime di gettito su dati parziali relativi al numero di case e fabbricati adibiti a funzioni produttive connesse all’attività agricola. Non risultano incluse nelle entrate - precisano - quelle derivanti da 965 mila abitazioni rurali e da più di 1 milione di fabbricati, sia ad uso strumentale sia abitativo, che sono iscritti al catasto terreni (senza attribuzione di autonoma rendita e per i quali il decreto ‘Salva Italia’ ha previsto l’obbligo di accatastamento entro il 30 novembre). Per quanto riguarda i terreni il calcolo fornito dal Ministero – precisano Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri - è stato fatto sulla stessa base imponibile della Ici terreni che conteneva franchigie che non sono state ancora riportate nella nuova norma. I numeri corretti - continuano Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri - sono stati portati al tavolo sull’Imu agricola presieduto dal sottosegretario all’Economia e ci auguriamo che il Governo e le commissioni Bilancio e Finanze dei due rami del Parlamento che stanno esaminando il Dl fiscale ne tengano conto. Se lo Stato conta di incassare 224 milioni di euro come extragettito dalle aziende agricole faccia in modo - concludono Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri - che questa cifra – già un vero salasso per il settore – non venga superata rivedendo adeguatamente la norma.
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