Sul costo della tazzina di caffè in Valle si apre il dibattito. Da un lato Confcommercio ritiene che sfondare il muro di un euro sia inevitabile. Dall'altro Confesercenti chiede il beau geste. Ecco le note delle due associazioni di categoria.
Confcommercio: un ritocco indifferibile
“Non sono i bar a lucrarci, ma è colpa delle speculazioni internazionali che tengono in fibrillazione i prezzi delle materie prime. Anche il caffè sta pagando scotto con le quotazioni all'origine in vertiginoso aumento”. Pierantonio Genestrone, presidente di Confcommercio Imprese Italia VdA e di FIPE Valle d’Aosta spiega le ragioni per le quali dal 2 aprile, alcuni associati all'Ascom hanno portato a 1,10 euro il prezzo della tazzina di caffè.
“Non sono i bar a lucrarci, ma è colpa delle speculazioni internazionali che tengono in fibrillazione i prezzi delle materie prime. Anche il caffè sta pagando scotto con le quotazioni all'origine in vertiginoso aumento”. Pierantonio Genestrone, presidente di Confcommercio Imprese Italia VdA e di FIPE Valle d’Aosta spiega le ragioni per le quali dal 2 aprile, alcuni associati all'Ascom hanno portato a 1,10 euro il prezzo della tazzina di caffè.
Nel ricordare che era dall'aprile 2007 che non veniva ritoccato il costo del caffè al bar, Genestrone sottolinea: «E' chiaro che se la miscela la paghi il 40% in più si ripercuote sulla tazzina. Dobbiamo inoltre tenere in conto che intanto aumentano i costi di attività degli esercizi».
Confcommercio evidenzia però che gli esercenti suoi associati hanno dimostrato molta attenzione a non trasferire questi rincari su espresso e cappuccino, un rito che l'italiano ha a cuore e sui cui è meno disponibile ad accettare aumenti rispetto alla maggior parte dei prodotti'.
Nel mese scorso la Commissione Economica di Confcommercio VdA si è riunita per valutare la situazione «ed è giunta alla conclusione – precisa ancora Genestrone – che il ritocco ai prezzi delle consumazioni effettuate nei pubblici esercizi è ormai indifferibile, ma Confcommercio VdA lascia alla libera scelta degli associati l’eventuale determinazione degli aumenti e la decorrenza degli stessi, invitandoli però, nel caso, a praticarli dopo la fine di marzo».
Il simbolico prezzo della tazzina di caffè inalterato, sarebbe, per noi un piccolo segnale in controtendenza che potrebbe essere apprezzato dai consumatori. Detto questo, siamo nel libero mercato e ognuno decide ciò che crede meglio per la propria azienda.
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