15 febbraio 2013

#ElezioniPolitiche2013: La Camera di Commercio di #Aosta scrive ai Candidati


Sottopongo alla tua attenzione un testo di grande interesse. Si tratta del documento, approvato all'unanimità dalla Giunta Camerale di Aosta, guidata da Nicola Rosset, inviato nei giorni scorsi a tutte le forze politiche che esprimono candidati nella circoscrizione elettorale della Valle d’Aosta. 
Fammi sapere che cosa ne pensi?


Dalla Camera di Commercio alcune linee guida
per la tutela ed il rilancio delle imprese valdostane



Alla Camera di Commercio spetta, istituzionalmente il compito di tutelare e promuovere la crescita del territorio attraverso l’attività delle imprese, che all’interno della Chambre trovano la propria piena rappresentatività.  E’ quindi dalla volontà di dare voce a queste oltre 13000 mila imprese operanti sul territorio valdostano che nasce l’esigenza di sottoporre all’attenzione di tutte le forze politiche in corsa per le prossime elezioni nazionali nel collegio elettorale della Valle d’Aosta un documento che possa porre l’accento su alcune criticità ed individuare possibili linee di intervento il cui obiettivo ultimo sia quello di fornire una risposta alle istanze che il sistema economico locale ha posto all’attenzione della Camera di Commercio. Si tratta di una serie di suggestioni la cui motivazione fondante deve essere necessariamente la volontà politica di porre nuovamente al centro dell’attenzione le imprese ed il lavoro, intese non solamente come elemento basilare di crescita economica, ma anche per l’importanza che esse ricoprono dal punto di vista della coesione sociale. Un impegno importante dunque, che grazie anche all’azione delle Camere di Commercio può prendere corpo, a patto che queste siano messe nella condizione di poter lavorare al meglio, potendo contare su un quadro normativo chiaro e definito e su una disponibilità economica capace di permettere i necessari investimenti a favore del sistema imprenditoriale. Ruoli e strumenti chiaramente esplicitati e normativamente definiti. Queste quindi le prime priorità che emergono da un confronto con le imprese che è stato costante e proficuo e che ha permesso di individuare alcuni principali filoni sui quali sarebbe necessario concentrare gli sforzi:

a) Semplificazione normativa; 

Tra le principali criticità evidenziate dalle aziende vi è quella legata ad una burocrazia complessa e troppo spesso nebulosa nelle procedure e nei contenuti. Che siano esse facenti capo al comparto industriale, agricolo, artigianale, commerciale o turistico, le imprese hanno bisogno di una semplificazione che possa permettere di svolgere le pratiche in tempi più brevi ed in maniera più semplice, pur nel rispetto degli obblighi e dei controlli previsti dalla legge. Si tratta di un processo che potrebbe trovare la sua realizzazione attraverso la completa attuazione della riforma organizzativa degli sportelli unici, il potenziamento dell’e-government, una attenta analisi dei processi per eliminare la cosiddetta “burocrazia inutile” ed armonizzare le procedure evitando di costringere le aziende a consegnare dieci volte lo stesso documento.  E ancora, consentire comunicazioni semplificate di alcuni documenti, abolire gli adempimenti meramente formali, adeguare la normativa a quella in vigore negli altri paesi europei, avviare un costruttivo processo di delegificazione, dare vigore alla mediazione civile per ridurre i tempi del contenzioso, semplificare e pianificare in maniera più attenta la politica di insediamento delle varie attività sul territorio, rivedere ed armonizzare la disciplina comunitaria in materia di concorrenza al fine di promuovere le reti di piccole e medie imprese;


b) Investimenti e credito

E’ questo uno degli argomenti di maggiore interesse e, al tempo stesso di maggiore criticità, per il comparto imprenditoriale. Un’adeguata disponibilità di risorse è infatti una condizione indispensabile perché investitori pubblici e privati possano svolgere attivamente il proprio ruolo.  Proprio per questa ragione risulta necessario intervenire per superare una situazione nella quale le piccole e medie imprese, che costituiscono la parte più vitale del tessuto economico, trovano grandi difficoltà a reperire sul mercato i capitali necessari a riqualificare ed espandere la propria attività. Si tratta di un processo che, oltre al necessario impegno da parte dello Stato per mettere a disposizione delle imprese sottocapitalizzate nuovi fondi di garanzia, deve puntare ad un coinvolgimento anche del capitale privato grazie ad una normativa nazionale sulla montagna che preveda politiche di sostegno alle PMI che operano in località montane, a sistemi di incentivazione fiscale, allo sblocco dei pagamenti dovuti dalla Pubblica Amministrazione (48 miliardi a livello nazionale), ad una facilitazione di accesso al credito anche attraverso il rafforzamento del sistema dei consorzi fidi, ad un più efficace utilizzazione dei fondi europei, anche prevedendo un plafond per il regime di aiuti in de-minimis più alto per le aziende operanti in montagna, ad una attenta valutazione delle ricadute di ogni singola iniziativa al fine di valutarne la bontà o meno, allo sviluppo di politiche di rilancio e di rivitalizzazione dei processi economici anche attraverso servizi finalizzati ad offrire ai cittadini e alle imprese una condizione operativa migliore, e capitalizzando le conoscenze maturate in tematiche estremamente specializzate (ad esempio edilizia caratteristica alpina);


c) Fiscalità

L’esigenza di intervenire per alleggerire i costi delle imprese è certamente una delle esigenze più impellenti sulle quali concentrare gli sforzi. Una pressione fiscale stimata al 54,8% del PIL, con uno scarto di oltre 10 punti rispetto a Francia e Regno Unito e più di 25 rispetto agli Stati Uniti, costituisce una morsa dalla quale è necessario uscire in primo luogo cercando di attuare una più efficace politica di incentivazione dei consumi che possa aiutare a superare il momento di stagnazione. Appare quindi evidente, in questo senso, la necessità non solamente di non introdurre ulteriori tasse e di mantenere quelle politiche che, pur nel rispetto della lotta all’evasione, possano in qualche modo fungere da “ammortizzatore sociali”, ma anche di ridurre tale pressione sulle imprese in modo che l’imposizione possa assumere una misura equa e ragionevole senza andare a diminuire il potere di acquisto delle famiglie. Adeguamento di IMU e tassa rifiuti, compenso dei crediti Iva con debiti relativi ad imposte e contributi di natura diversa, defiscalizzazione per rilanciare aree in crisi, riduzione dell’IRPEF sui redditi più bassi, cancellazione dell’IRAP che grava sull’occupazione, taglio del costo del lavoro, abbattimento dei costi amministrativi nel ramo fiscale, revisione della normativa che impone i pagamenti a 30 o 60 giorni in tutti i rapporti business to business del settore agroalimentare, rilancio delle liberalizzazione negli ambiti che vedono le imprese quali “consumatori”, sono solamente alcune delle strade che andrebbero intraprese per permettere al comparto imprenditoriale di uscire dal momento di grave difficoltà che proprio nel calo dei consumi vede uno degli aspetti più preoccupanti; 

d) Accesso al lavoro e occupazione

Le risorse umane costituiscono un fattore essenziale del comparto economico ed imprenditoriale. Da questo punto di vista appare quindi di fondamentale importanza pensare ad una nuova e diversa regolamentazione dei rapporti di lavoro che possa in qualche modo superare la rigidità dell’ordinamento introdotte dalla recente riforma del lavoro. Una rigidità che, pur con l’obiettivo di tutelare maggiormente il lavoro, non ha tenuto conto delle diverse specificità dei vari ambiti rendendo ulteriormente più complesso l’ingresso in azienda. Il mondo del turismo, così come quello dell’agricoltura, dell’industria, dell’artigianato e del commercio necessitano di strumenti in grado di ampliare la flessibilità dei contratti di lavoro dando maggiore autonomia alla contrattazione collettiva. E’ necessario, introdurre nuova flessibilità negli orari di lavoro grazie ad incentivazioni rese possibili da detassazione e decontribuzione, potenziare e rendere strutturali detassazione e decontribuzione delle erogazioni per incentivare la produttività, è altresì importante consentire agli studenti delle scuole superiori di svolgere stage formativi durante le vacanze scolastiche, così come è necessario fare in modo che gli interventi di formazione, tutela ed informazione dei lavoratori siano efficaci e che si possa superare il disallineamento fra domanda ed offerta di lavoro rilanciando la formazione tecnica e professionale, l’alternanza formazione-lavoro e l’apprendimento in impresa, accompagnando le scelte formative e professionali dei giovani e dei lavoratori disoccupati;

e) Infrastrutture e trasporti 

Quella legata allo sviluppo, al potenziamento e all’integrazione delle reti di collegamento e delle infrastrutture è certamente una sfida di grande importanza, soprattutto in una regione nella quale sono proprio i costi derivanti dal dover utilizzare queste reti ad incrementare in maniera significativa quelli che sono i “sovra costi” della montagna. Appare quindi improcrastinabile la definizione di linee d’azione concrete e fattibili per un miglioramento dei collegamenti da e per la Valle d’Aosta, siano essi su gomma, rotaia o aerea, in un ottica di diminuzione dei tempi di percorrenza, riduzione dei costi e aumento dell’offerta. Una più attenta pianificazione dei costi della rete autostradale, una maggiore efficienza di quella ferroviaria ed una più ampia fruibilità dei collegamenti aerei rappresentano importanti priorità non solamente per il comparto turistico, ma anche per il commercio, l’agricoltura, l’artigianato e l’industria che proprio da una maggiore efficienza ed un minor costo dei collegamento potrebbero trarre importanti vantaggi nella fase di approvvigionamento e di spedizione di merci e materie prime. Allo stesso modo risulta di primaria importanza un ritorno degli investimenti nelle infrastrutture per garantire lo sviluppo di una rete in grado di supportare le esigenze delle imprese a costi sostenibili.

f) Tutela e qualità dell’offerta 

Il mantenimento del difficile equilibrio tra tradizione e modernità costituisce un’altra importante priorità per il comparto imprenditoriale valdostano. Da una parte vi è infatti la necessità di garantire una tutela di quelle che possono essere le prerogative di una economia di montagna caratterizzata da grande qualità ma numeri ridotti, dall’altra l’esigenza di ampliare ed alzare il livello della propria offerta per poter reggere una concorrenza sempre più agguerrita e preparata. Da una parte quindi appare impellente una revisione della norma nazionale che delimita le zone montane al fine di non vanificare gli interventi disperdendo gli sforzi in una moltitudine di territori che di montano hanno ben poco, così come appare prioritario portare avanti una opera di tutela dei consumatori e delle imprese contrastando qualunque forma di abusivismo delle attività e delle professioni oltre all’approvazione di normative che possano favorire la tutela delle micro realtà alpine e l’insediamento di nuovi esercizi nelle più piccole realtà alpine anche attraverso nuove agevolazioni fiscali. 
Dall’altra risulta di primario interesse valorizzare la formazione professionale avvicinando la scuola e l’università al mercato del lavoro, riducendo la distanza tra i bisogni di competenze espressi dalle imprese e le competenze acquisite dai giovani durante il percorso formativo. Un processo che potrebbe interessare non solamente gli studenti ma l’intera comunità lavorativa e concretizzarsi in una modifica delle modalità di svolgimento dei tirocini curriculari, la subordinazione dell’erogazione delle indennità di disoccupazione alla partecipazione ad attività formative, una rimodulazione dei programmi formativi tenendo conto delle nuove esigenze delle imprese, agevolando l’aggiornamento professionale del corpo docente anche attraverso esperienze lavorative in azienda;

g) Innovazione ed internazionalizzazione 

Innovazione ed internazionalizzazione sono due elementi ormai imprescindibili per la crescita del comparto imprenditoriale. Nel primo caso, in particolare, si tratta di portare avanti una serie di iniziative che possano permettere all’azienda di migliorare la qualità del proprio prodotto, ma anche l’approccio stesso al mercato, impattando sul modello di business, e questo soprattutto in una realtà di piccole e medie imprese come quella valdostana. Quello tra innovazione ed internazionalizzazione è un mix sempre più difficilmente separabile e sul quale è opportuno intervenire con iniziative in grado di valorizzare la qualificazione delle filiere e delle reti intra settoriali, il potenziamento dei servizi di e-business, l’ampliamento e interscambio tra i servizi che ogni singola impresa è in grado di offrire, potenziando l’utilizzo, ma anche il controllo delle rete internet al fine di valorizzare ma anche tutelare le potenzialità del territorio, garantendo un vantaggio fiscale per i redditi prodotti mediante commercio elettronico, favorendo e potenziando ulteriormente le possibilità di accesso alla banda larga, estendendo le conoscenze acquisite sulle “reti elettriche intelligenti”, così come portando avanti ricerche e politiche di investimento che possano fare dell’ambiente e delle cosiddette “green economy” un nuovo ed importante volano di sviluppo economico per la Valle d’Aosta, e ancora sostenendo gli investimenti in ricerca e nuove tecnologie ed avviando serie politiche finalizzate all’abbassamento dei costi dell’energia.


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