7 marzo 2013

#ElezioniPolitiche2013: Le attese di #Coldiretti Valle d'#Aosta

Albert Lanièce e Rudi Marguerettaz

Sull'ultimo numero dell'«Agriculteur Valdôtain», il periodico della Coldiretti valdostana in distribuzione in questi giorni, c'è un articolo dal titolo «Elezioni che cosa ci aspettiamo» che mi sembra di un certo interesse come riflessione sui problemi del mondo agricolo e proprio per questo motivo ho deciso di proporlo come post in questo blog. 

Mentre a livello Nazionale la Coldiretti ha incontrato tutti Leaders politici (Letta, Vendola, Casini, Monti, Berlusconi e Grillo) la Associazione Agricoltori ha incontrato, nelle fasi precedenti le elezioni, prima i candidati Guichardaz-Morelli, poi Lanièce-Marguerettaz, infine in candidato Vierin.  La campagna elettorale è – tradizionalmente – sempre calda e, nella nostra Regione non si sfugge a  tale realtà. Le elezioni politiche sono sempre meno sentite delle Regionali ma, a causa del “traino” che vi sarà – in quanto le elezioni si succederanno di pochi mesi – gli osservatori ritengono che il primo risultato elettorale potrebbe poi influenzare gli schieramenti e i risultati di maggio, anche se l’elettorato Valdostano ha, sovente, spiazzato tutti con scelte – l’incrocio della penultima tornata elettorale ne è la prova – che certamente avranno dei motivi validi.   Non ci azzardiamo  a fare previsioni  ma a sperare che, dopo una profonda crisi economica, ci possa essere una fase di ripresa, soprattutto per l’occupazione e soprattutto per i giovani.

Noi, nel ruolo di difesa degli interessi del mondo agricolo abbiamo presentato ai candidati un documento che vogliamo riassumere ora, a bocce ferme, per poi riconfrontarci con i due eletti – Albert Lanièce al Senato e Rudi Marguerettaz alla Camera -  su temi che, e non poteva essere altrimenti , hanno fortemente condiviso in campagna elettorale.

Innanzi tutto la “Montagna” : ricordando che la Costituzione recita“Al fine di conseguire il razionale sfruttamento del suolo e di stabilire equi rapporti sociali …... la legge dispone provvedimenti a favore delle zone montane” abbiamo sottolineato come le politiche di sostegno alla montagna sono vanificate sia nelle risorse che nei conseguenti effetti, a causa di quello che definiamo “il peccato originale” cioè una non corretta delimitazione territoriale della montagna stessa. Si  rende pertanto indispensabile una revisione della norma  poiché le sempre più limitate risorse portano a vanificare qualsiasi intervento destinato alla montagna  se disperso in una moltitudine di territori che con la montagna poco hanno a che fare.

Il fisco: L’agricoltura è strozzata in una situazione economica rispetto alla quale non vi è uscita. Il settore primario non produce né acciaio né automobili ma “CIBO” e il cibo è uno dei pochissimi fattori indispensabili per l’umanità. Ma il cibo deve essere accessibile e mantenere un prezzo che dia dignità ai consumatori e alle famiglie. I costi però, per le imprese agricole, sono follemente aumentati trainati da quelli dell’energia, ma i ricavi sono sempre gli stessi – portiamo ad esempio il nostro prodotto principe, la Fontina pagata al produttore 7.03€ nel 2011 contro i  7,13€ nel 2008. L’attuale sistema fiscale serve da “ammortizzatore sociale”rispetto a tale situazione;   qualsiasi modifica del fisco, che introduca nuove imposte per il settore agricolo NON SARA’ SOPPORTABILE.

La previdenza: In tale ambito ricordiamo e, premettiamo, che la pensione di un coltivatore diretto ammonta – oggi – a  circa 480 euro mensili compresa l’integrazione al minimo. Il settore agricolo si trova in una situazione, al momento, poco evidenziata in quanto i tempi di attuazione della riforma Fornero non sono immediati ma, con l’introduzione progressiva del sistema contributivo il mondo autonomo agricolo dovrà cercare di versare sempre più contributi se vorrà avere una soglia di sopravvivenza minima ma si trova a che fare con gravissime difficoltà, oramai strutturali, ove, sempre più, aziende in difficoltà non riesco a versare i propri contributi previdenziali e assistenziali. La riforma porterà, inoltre,  nel 2017, a disperdere quasi interamente il patrimonio di agevolazioni  per le zone montane portando i nostri agricoltori pressoché agli stessi livelli contributivi dell’agricoltura di pianura.

Il lavoro Come noto il lavoro agricolo a tempo determinato è la prassi, mentre il lavoro a tempo indeterminato è l’eccezione. La normativa non sembra però tenerne conto. Agli inizi degli anni 2000 le norme relative al lavoro agricolo consentivano “l’anarchia assoluta”. Oggi è molto più facile assumere per la Fiat che per un conduttore di alpeggio e i costi del lavoro stesso sono molto elevati, salvo poi riscontrare periodicamente – e questo lascia il mondo agricolo locale nello sconcerto – le decine di “Rosarno” che la stampa nazionale evidenzia. Il concetto è da estendere anche alla normativa  relativa alla sicurezza sui luoghi di lavoro in agricoltura. La tutela dei lavoratori autonomi e degli operai non deve assolutamente essere messa in discussione ma, proprio per questo,  gli interventi di formazione, tutela e informazione dei lavoratori devono essere efficaci e snelliti.  

La Burocrazia: Purtroppo pervade trasversalmente ogni attività agricola  con provvedimenti che trovano giustificazioni nella necessità di eseguire controlli e impedire evasione ed elusione, ma si  sono messe in campo, nel tempo, procedure burocratiche che stanno agendo da freno alla attività del settore. Le norme, oramai, ci sono, da quelle relative alla gestione di una stalla fino all’esasperazione assoluta delle centinaia di norme che regolano il settore vitivinicolo. Oltre ad una attenta analisi necessaria per individuare la cosi detta “ burocrazia inutile” si impone un processo di ARMONIZZAZIONE della burocrazia. Le imprese agricole non sono stufe di fare documenti  ma di dare decine di volte  lo stesso documento, a volte, allo stesso ente, in barba a qualsiasi processo di semplificazione. La semplificazione si fa eliminando procedure e non sostituendole con altre.
Agli eletti il lavoro, certamente, non mancherà.     

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