Guido Marcoz |
L'identikit
Iscritti totali: 8 con sedici sedi vacanti
Composizione direttivo:
Presidente Guido Marcoz, segretario Antonio Marzani, consiglieri Giovanni Favre, Enrico Sebastiani e Marco Princivalle
Il trend nei prossimi anni in termini di iscritti:
le sedi vacanti dovrebbero essere coperte
Mail: consiglioaosta@notariato.it
Sito internet: http://www.notariato.it/it/index.html
Le Domande
Principali
problematiche a livello regionale e nazionale?
La
professione a livello regionale non ha nessuna problematica particolare se non
quella dell’esame di francese, introdotto per avere accesso alle sedi
valdostane per le quali è richiesto il bilinguismo. Non è una problematica
particolare in quanto spesso sono i nostri ragazzi che hanno studiato in Valle
ad affrontarla. Può esserlo invece per chi viene da fuori in quanto
evidentemente il livello di francese è molto alto. A livello nazionale direi
che le problematiche sono quelle di tutte le libere professioni, cioè un calo
del numero dei professionisti.
Esistono
possibilità di lavoro in Valle d’Aosta oppure il settore è saturo?
La
nostra situazione è leggermente migliore di quella degli altri settori
giuridico-economici dove c’è un numero di professionisti molto alto. Noi siamo
in una situazione di 8 notati su 16 sedi vacanti, di conseguenza l possibilità di
sviluppo è reale. C’è però poi il problema del lavoro. Il numero dei notai è
quello che è, il lavoro anche se aumentano i notai non cresce ma al massimo si
distribuisce, ma non bisogna dimenticare che il settore dell’immobiliare dove
prevalentemente operiamo è in un momento di grandissima crisi. Dal 2008, anno
di inizio di questa difficile congiuntura economica, a oggi abbiamo una
flessione a livello nazionale del 45% di stipulazioni in campo immobiliare.
Evidentemente questo è un sintomo della difficoltà del nostro lavoro. Non dico
ovviamente che sul territorio siamo tantissimi, ma se dovessimo raddoppiare,
con una riduzione di lavoro così forte, probabilmente qualche problema di
sopravvivenza economica si manifesterebbe inevitabilmente. Questo anche se la
riduzione in Valle d’Aosta è leggermente meno drammatica grazie alle seconde
case e a Finaosta che crea sempre un certo indotto legato al settore.
Esistono
nuovi sbocchi professionali?
Qualche
aspirazione c’è. Noi abbiamo proposto al Ministero molte disponibilità. A
fronte della riduzione del lavoro immobiliare abbiamo dato la nostra
disponibilità per appoggiare la magistratura civile, ad esempio nel settore
delle separazioni consensuali patrimoniali senza presenze di figli, nel settore
della volontaria giurisdizione, nell’assistenza degli incapaci, nel processo
civile. Per non parlare delle successioni che sono un settore molto scoperto
sotto l’aspetto della protezione della circolazione dei beni nella successione.
Sbocchi ce ne sono, ma evidentemente ministro e Governo hanno in questo momento
problemi ben più grossi da prendere in considerazione.
Iniziative
di formazione realizzate nel 2012 e quali sono in programma nel 2013?
A
livello regionale non ci sono grosse iniziative visto il numero ridotto. A
livello nazionale ci sono dei corsi di scuola di notariato presso le grandi
città dove avviene la formazione dei giovani alla professione, corsi
post-universitari di specializzazione, corsi in via telematica e lezioni in
teleconferenza, convegni e studi a livello interregionale. Sono tutte attività rivolte
sia al notariato già esistente sia ai praticanti della nostra professione.
Consigli
per chi si vuole avvicinare alla professione?
Un
primo consiglio che posso dare è quello di fare una pratica molto seria. Spesso
viene sottovalutata e poi ci si trova in sede di Esame di Stato o di inizio di
professione senza una concreta conoscenza del problema dell’ufficio. Occorre
molta umiltà perché l’esame finale è molto difficile e selettivo. Quindi nessuna
presunzione di sapere. Molto studio ma senza necessità di diventare dei docenti
universitari. Serve uno studio fatto bene, lineare, senza grosse pretese. E
capire, se è possibile, l’essenza della professione, cioè una professione che
ancora oggi, specie nelle città e nella periferie della città di Aosta, è
basata molto sul contatto umano e deve essere aperta a sentire le problematiche
della gente. Spesso sono sempre le stesse però per loro sono determinanti nella
loro vita quotidiana. E quindi avere la capacità di aprirsi oltre che alla
professione all’umanità che ci circonda.
Giudizio
sulla riforma degli Ordini? Che cosa ha senso fare e che cosa no?
La
riforma è uno di quei problemi che ha tenuto banco a livello politico per anni. Ci sono state
fatte proposte di tutti i tipi. Di destra, di sinistra, evolutive e via dicendo.
Oggi è stata già concretata per la parte forense. Per noi Notai molti dei problemi posti erano già stati
superati. La nostra struttura è fortemente mutualistica. Siamo nati nel 1923
con un forte spirito di mutualità. Noi avevamo già la polizza di assicurazione
per le malattie che copre addirittura i pensionati, particolarità che nessun’altra
assicurazione ha. Abbiamo anche una polizza per i rischi professionali che
ormai sta diventando obbligatoria per le altre professioni. Addirittura un
fondo di garanzia che è una forma di autotassazione nostra per coprire
eventuali sinistri che l’utente dovesse avere da un comportamento scorretto di
qualcuno di noi; infine una forma di cassa integrazione. Mi spiego meglio.
Siccome noi siamo legati al territorio. La nostra professione dipende dalle
sedi dove svolgiamo le nostre attività. Può avvenire che ci siano alcune sedi particolarmente
disagiate a tal punto che alcuni nostri colleghi non arrivino ad avere una
remunerazione consona con la media nazionale. Se determinati colleghi – e disgraziatamente
oggi sono sempre più numerosi – non arrivano nemmeno al 30% della media
nazionale scatta la cassa nazionale che integra la differenza. Abbiamo un
praticantato di 18 mesi già previsto, un forte adeguamento ai corsi
professionali di conseguenza possiamo dire di aver già risposto a tutte le
richieste della riforma.
Qual
è il rapporto con il mondo delle imprese e con il mondo del credito?
Con
le prime è molto corretto. Specie qui in valle d’Aosta dove con i
commercialisti ci sono scambi di idee, di bozze, di costruzioni giuridiche ed
economiche. Con quello del credito è un rapporto più difficile. Tutto arriva
dall’alto delle banche. Poco si può incidere. E certamente, oggi come oggi, il
rapporto diventa sempre più sfumato in quanto l’accesso al credito diventa
sempre più complesso. L’attività dei mutui che normalmente passa per i nostri
studi, soprattutto per quanto riguarda le imprese si sta diradando in maniera molto
preoccupante.
Un
valore da recuperare in questa nostra società sempre più sfilacciata…
L’onestà
che fortunatamente io penso che all’interno della nostra categoria sia particolarmente
sentita. Un’onestà morale interna e comportamentale esterna. E attraverso
questo portare il nostro aiuto quanto più possibile a chi si rivolge a noi e
nei limiti del possibile capire chi non ha il coraggio di chiederci aiuto, ma ne
ha bisogno.
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