22 marzo 2013

#Grandangolo sui #Professionisti #valdostani - 20: I #Notai

La ventesima  professione che si sottopone alla nostra analisi è quella dei Notai con il loro Presidente Guido Marcoz .


Guido Marcoz
L'identikit

Iscritti totali: 8 con sedici sedi vacanti

Composizione direttivo:
Presidente Guido Marcoz, segretario Antonio Marzani, consiglieri Giovanni Favre, Enrico Sebastiani e Marco Princivalle

Il trend nei prossimi anni in termini di iscritti: 
le sedi vacanti dovrebbero essere coperte

Mail: consiglioaosta@notariato.it

Sito internet: http://www.notariato.it/it/index.html

Le Domande

Principali problematiche a livello regionale e nazionale?
La professione a livello regionale non ha nessuna problematica particolare se non quella dell’esame di francese, introdotto per avere accesso alle sedi valdostane per le quali è richiesto il bilinguismo. Non è una problematica particolare in quanto spesso sono i nostri ragazzi che hanno studiato in Valle ad affrontarla. Può esserlo invece per chi viene da fuori in quanto evidentemente il livello di francese è molto alto. A livello nazionale direi che le problematiche sono quelle di tutte le libere professioni, cioè un calo del numero dei professionisti.

Esistono possibilità di lavoro in Valle d’Aosta oppure il settore è saturo?
La nostra situazione è leggermente migliore di quella degli altri settori giuridico-economici dove c’è un numero di professionisti molto alto. Noi siamo in una situazione di 8 notati su 16 sedi vacanti, di conseguenza l possibilità di sviluppo è reale. C’è però poi il problema del lavoro. Il numero dei notai è quello che è, il lavoro anche se aumentano i notai non cresce ma al massimo si distribuisce, ma non bisogna dimenticare che il settore dell’immobiliare dove prevalentemente operiamo è in un momento di grandissima crisi. Dal 2008, anno di inizio di questa difficile congiuntura economica, a oggi abbiamo una flessione a livello nazionale del 45% di stipulazioni in campo immobiliare. Evidentemente questo è un sintomo della difficoltà del nostro lavoro. Non dico ovviamente che sul territorio siamo tantissimi, ma se dovessimo raddoppiare, con una riduzione di lavoro così forte, probabilmente qualche problema di sopravvivenza economica si manifesterebbe inevitabilmente. Questo anche se la riduzione in Valle d’Aosta è leggermente meno drammatica grazie alle seconde case e a Finaosta che crea sempre un certo indotto legato al settore.

Esistono nuovi sbocchi professionali?
Qualche aspirazione c’è. Noi abbiamo proposto al Ministero molte disponibilità. A fronte della riduzione del lavoro immobiliare abbiamo dato la nostra disponibilità per appoggiare la magistratura civile, ad esempio nel settore delle separazioni consensuali patrimoniali senza presenze di figli, nel settore della volontaria giurisdizione, nell’assistenza degli incapaci, nel processo civile. Per non parlare delle successioni che sono un settore molto scoperto sotto l’aspetto della protezione della circolazione dei beni nella successione. Sbocchi ce ne sono, ma evidentemente ministro e Governo hanno in questo momento problemi ben più grossi da prendere in considerazione.

Iniziative di formazione realizzate nel 2012 e quali sono in programma nel 2013?
A livello regionale non ci sono grosse iniziative visto il numero ridotto. A livello nazionale ci sono dei corsi di scuola di notariato presso le grandi città dove avviene la formazione dei giovani alla professione, corsi post-universitari di specializzazione, corsi in via telematica e lezioni in teleconferenza, convegni e studi a livello interregionale. Sono tutte attività rivolte sia al notariato già esistente sia ai praticanti della nostra professione.

Consigli per chi si vuole avvicinare alla professione?
Un primo consiglio che posso dare è quello di fare una pratica molto seria. Spesso viene sottovalutata e poi ci si trova in sede di Esame di Stato o di inizio di professione senza una concreta conoscenza del problema dell’ufficio. Occorre molta umiltà perché l’esame finale è molto difficile e selettivo. Quindi nessuna presunzione di sapere. Molto studio ma senza necessità di diventare dei docenti universitari. Serve uno studio fatto bene, lineare, senza grosse pretese. E capire, se è possibile, l’essenza della professione, cioè una professione che ancora oggi, specie nelle città e nella periferie della città di Aosta, è basata molto sul contatto umano e deve essere aperta a sentire le problematiche della gente. Spesso sono sempre le stesse però per loro sono determinanti nella loro vita quotidiana. E quindi avere la capacità di aprirsi oltre che alla professione all’umanità che ci circonda.

Giudizio sulla riforma degli Ordini? Che cosa ha senso fare e che cosa no?
La riforma è uno di quei problemi che ha tenuto banco  a livello politico per anni. Ci sono state fatte proposte di tutti i tipi. Di destra, di sinistra, evolutive e via dicendo. Oggi è stata già concretata per la parte forense. Per noi Notai  molti dei problemi posti erano già stati superati. La nostra struttura è fortemente mutualistica. Siamo nati nel 1923 con un forte spirito di mutualità. Noi avevamo già la polizza di assicurazione per le malattie che copre addirittura i pensionati, particolarità che nessun’altra assicurazione ha. Abbiamo anche una polizza per i rischi professionali che ormai sta diventando obbligatoria per le altre professioni. Addirittura un fondo di garanzia che è una forma di autotassazione nostra per coprire eventuali sinistri che l’utente dovesse avere da un comportamento scorretto di qualcuno di noi; infine una forma di cassa integrazione. Mi spiego meglio. Siccome noi siamo legati al territorio. La nostra professione dipende dalle sedi dove svolgiamo le nostre attività. Può avvenire che ci siano alcune sedi particolarmente disagiate a tal punto che alcuni nostri colleghi non arrivino ad avere una remunerazione consona con la media nazionale. Se determinati colleghi – e disgraziatamente oggi sono sempre più numerosi – non arrivano nemmeno al 30% della media nazionale scatta la cassa nazionale che integra la differenza. Abbiamo un praticantato di 18 mesi già previsto, un forte adeguamento ai corsi professionali di conseguenza possiamo dire di aver già risposto a tutte le richieste della riforma.

Qual è il rapporto con il mondo delle imprese e con il mondo del credito?
Con le prime è molto corretto. Specie qui in valle d’Aosta dove con i commercialisti ci sono scambi di idee, di bozze, di costruzioni giuridiche ed economiche. Con quello del credito è un rapporto più difficile. Tutto arriva dall’alto delle banche. Poco si può incidere. E certamente, oggi come oggi, il rapporto diventa sempre più sfumato in quanto l’accesso al credito diventa sempre più complesso. L’attività dei mutui che normalmente passa per i nostri studi, soprattutto per quanto riguarda le imprese si sta diradando in maniera molto preoccupante.

Un valore da recuperare in questa nostra società sempre più sfilacciata…
L’onestà che fortunatamente io penso che all’interno della nostra categoria sia particolarmente sentita. Un’onestà morale interna e comportamentale esterna. E attraverso questo portare il nostro aiuto quanto più possibile a chi si rivolge a noi e nei limiti del possibile capire chi non ha il coraggio di chiederci aiuto, ma ne ha bisogno.

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