Terzo e ultimo articolo pubblicato sul Rapporto Vale d'Aosta del Sole 24 Ore.
Un
nuovo modo di dialogare fra pubblicazione amministrazione e Terzo Settore.
Anche la Valle d’Aosta dal mese di gennaio ha il suo Forum regionale. Francesca
Testa e Andrea Borney sono i primi due portavoce del Forum del Terzo Settore
della Valle d'Aosta. Il nuovo soggetto, costituito a metà gennaio, rappresenta
un mondo composto da 1.319 entità “non profit”, occupa oltre 2.700 addetti
producendo almeno il 4% del Pil
regionale.
«In Valle d'Aosta – sottolinea Borney – c’è l'esigenza di nuove
modalità di dialogo tra la Pubblica Amministrazione e il terzo settore, in
virtù dei profondi cambiamenti sociali in atto e la necessità di ridisegnare le
politiche di “welfare” in percorsi il più possibile condivisi che premino i
processi dal basso. Solo con il dialogo e solo ascoltando le antenne sensibili
del territorio e coinvolgendole in tali processi, infatti, la Pubblica
Amministrazione potrà dare risposte concrete ed efficaci per uscire da questo
momento di difficoltà».
Ai lavori dell’Assemblea ha partecipato anche Stefano Tassinari,
Coordinatore nazionale del Forum del Terzo Settore. «La forza del Forum – ha commentato – è la capacità di parlare con
le persone e non solo con le istituzioni. È importante di fronte a questa crisi
non vedersi da soli ma insieme, e soprattutto vedersi attori e non stare ad
aspettare che qualcuno ci risolva i problemi. È assolutamente necessario
provare a cambiare questo modello economico, e si può fare solo dal basso».
Un
sogno condiviso anche dalla professoressa Anna Maria Merlo, docente di Economia
solidale e gestione delle aziende non profit presso l’Università della Valle
d’Aosta, per la quale il tessuto solidale valdostano presenta degli elementi di
assoluto interesse: «Istituzioni e imprese devono finalmente comprendere che comportarsi in modo responsabile e solidale e non più
con un approccio speculativo, attento unicamente al profitto e alla ricchezza,
non è soltanto un comportamento o un'attitudine che contiene dei valori, quindi
buona o giusta, ma è prima di tutto un comportamento razionale e una risposta
intelligente rispetto alle difficoltà e alle necessità delle persone e del
mondo». «Dal punto di vista della dottrina economica – conclude la docente - si tratta di una reazione razionale rispetto
ai fallimenti ormai evidenti dell'economia classica. Mi auguro che sempre di
più in futuro essere speculatori
egoisti, opportunisti, sia ritenuto un comportamento anacronistico e sbagliato.
Aggiungerei antieconomico».
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