Da un omelia di Giovanni Paolo II del 1° Novembre 1980
(...) in questo giorno, in cui viviamo con particolare accentuazione la vivificante realtà della comunione dei santi, dobbiamo tenere fermamente presente che all’inizio, alla base, al centro di questa comunione c’è Dio stesso, che non solo ci chiama alla santità, ma pure e soprattutto magnanimamente ce la dona nel sangue di Cristo, vincendo così i nostri peccati.
Ecco perché i santi dell’Apocalisse “gridano a gran voce: La salvezza appartiene al nostro Dio... e all’Agnello” (Ap7,10), e poi “si inchinano profondamente con la faccia davanti al trono e adorano Dio dicendo: Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli” (Ap 7,12). Anche noi dobbiamo sempre cantare al Signore un inno di gratitudine e di adorazione, come fece Maria col suo “magnificat”, per riconoscere e proclamare gaudiosamente la magnificenza e la bontà del “Padre che ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce... e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto” (Col 1,12.13).
La festa di tutti i santi, perciò, ci invita anche a non ripiegarci mai su noi stessi, ma a guardare al Signore per essere raggianti (cf.Sal 34,6); a non considerare le nostre povere virtù, ma la grazia di Dio che sempre ci confonde (cf.Lc 19,5-6); a non presumere delle nostre forze, ma a confidare filialmente in colui che ci ha amati quando ancora eravamo peccatori (cf. Rm 5,8); ed anche a non stancarci mai di operare il bene, perché in ogni caso la nostra santificazione è “volontà di Dio” (1Ts 4,3). (...).
Buona festa a Tutti.
1 commenti:
Qui il Favre dottor Jekill, là il Favre signor Hyde.
Buona festività, comunque.
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