Oggi migliaia gli allevatori, casari e cittadini sono giunti dalle diverse Regioni a Roma per manifestare in piazza Montecitorio a difesa del Made in Italy e impedire il via libera in Italia al formaggio e allo yogurt senza latte, imposto dall’Unione Europea.
Le motivazioni della proposta sono così spiegate da una nota di Coldiretti. Il via libera alla polvere di latte farà sparire 487 formaggi tradizionali censiti dalle Regioni italiane ottenuti secondo metodi mantenuti inalterati nel tempo da generazioni. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata in occasione della mobilitazione di allevatori, casari e consumatori in piazza Montecitorio a difesa del Made in Italy per impedire il via libera in Italia al formaggio e allo yogurt senza latte che danneggia e inganna i consumatori, mette a rischio un patrimonio gastronomico custodito da generazioni, con effetti sul piano economico, occupazionale ed ambientale.
Con un chilo di polvere di latte, che costa sul mercato internazionale 2 euro - sottolinea la Coldiretti - è possibile produrre 10 litri di latte, 15 mozzarelle o 64 vasetti confezioni di yogurt e tutto con lo stesso identico sapore perché viene a mancare quella distintività che viene solo dal latte fresco dei diversi territori.
«Il pressing esercitato dalla
Commissione Europea sull’Italia ha già stimolato - sottolinea la
Coldiretti - gli interessi degli speculatori con le importazioni di
latte e crema in polvere che sono aumentate del 16 per cento nel
primo trimestre 2015 rispetto allo scorso anno, secondo una analisi
della Coldiretti. E non è certo casuale - precisa la Coldiretti -
che i 2/3 delle importazioni provengano da Francia e Germania, l’asse
che detta la linea politica dell’Unione Europea. E’ in corso un pericoloso braccio di ferro che
potrebbe portare alla chiusura delle stalle, alla perdita di posti di
lavoro, all’omologazione e all’appiattimento qualitativo della
produzione nazionale dopo la lettera di diffida inviata all’Italia
dalla Commissione Europea, che è stata purtroppo sollecitata
dall’associazione italiana delle Industrie lattiero casearie
(Assolatte). Si vuole porre
fine - precisa la Coldiretti - al divieto di detenzione e utilizzo di
latte in polvere per la fabbricazione di prodotti lattiero caseari,
previsto dalla legge nazionale n. 138 dell’11 aprile del 1974, che
ha garantito per oltre 40 anni l’alta qualità della produzione
casearia nazionale. Il
superamento di questa norma - continua la Coldiretti - provocherebbe
l’abbassamento della qualità, l’omologazione dei sapori, un
maggior rischio di frodi e la perdita di quella distintività che
solo il latte fresco con le sue proprietà organolettiche e
nutrizionali assicura ai formaggi, yogurt e latticini Made in Italy. La polvere di
latte è un prodotto “morto”, privo di
proprietà organolettiche, che puo’ arrivare da qualsiasi parte del
mondo dove i maggiori produttori sono Nuova Zelanda e Stati Uniti
mentre in Europa i leader sono Francia e Germania. La
disidratazione
consente di
concentrare i costituenti del latte rendendoli conservabili a
temperatura ambiente per oltre un anno e la tecnologia di produzione
prevede che il latte, dopo essere stato corretto del suo contenuto di
grassi, venga trattato termicamente con una perdita di valore
biologico delle proteine del latte che può essere anche rilevante».
«L’Italia grazie alla tutela della
legge nazionale ha conquistato un primato internazionale nella
qualità e nella varietà della produzione di formaggi con ben 487
diversi tipi censiti a livello territoriale che lo scellerato
comportamento delle lobby industriali rischia ora di far crollare» ha
affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.
«A livello Regionale
– afferma il Presidente della Coldiretti della Valle d'Aosta Giuseppe Balicco –
siamo garantiti per
il prodotto Fontina che è coperto dalla DOP, ma i consumatori non
mangiano “solo” Fontina DOP e questa imposizione Comunitaria può
aprire le porte alle frodi, danneggia i consumatori italiani con
l’offerta di prodotti di basso standard qualitativo con pesanti
effetti sul piano economico, occupazionale e ambientale in un momento
in cui l’Italia deve puntare sulle sue distintività per tornare a
crescere. Le mamme che acquistano formaggio e Yogurt per le famiglie
non sapranno se sono realizzati con latte oppure con polveri
“inerti”, facciamo di tutto per creare empatia tra produttori e
consumatori e operazioni come questa, oltre all’evidente danno
economico al settore agricolo, fanno perdere fiducia ai consumatori».
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