Addio definitivo ai
voucher. Il decreto che abolisce i buoni lavoro, già approvato dalla Camera, ha
incassato anche il sì decisivo del Senato. A dieci anni dalla loro
introduzione, proprio nel settore agricolo per la vendemmia, l’abrogazione fa
così perdere opportunità di lavoro a 50mila giovani studenti, pensionati e
cassa integrati impiegati nelle attività stagionali in campagna dove con
l’arrivo della primavera sono iniziati i lavori. Nel corso degli anni
successivi l’agricoltura è stata l’unico settore che è rimasto praticamente
“incatenato” all’originaria disciplina “sperimentale” con tutte le iniziali
limitazioni (solo lavoro stagionale e solo pensionati, studenti e percettori di
integrazioni al reddito) che gli altri settori non hanno mai più conosciuto
fino alla sua abrogazione. Su 75 milioni di
voucher usati nei primi sei mesi del 2016 appena 765mila (l'1,09%) sono stati
impiegati nelle campagne.
Non è un caso, quindi, che il numero di
voucher impiegati in agricoltura sia praticamente rimasto stabile dal 2011.
Nelle campagne sono stati venduti nell’ultimo anno circa 2 milioni di voucher,
più o meno gli stessi di 5 anni fa, per un totale di 350mila giornate di lavoro
che hanno aiutato ad avvicinare al mondo dell’agricoltura giovani studenti e a
mantenere attivi molti anziani pensionati nelle campagne senza gli abusi che si
sono verificati in altri settori.
«Occorre ora individuare una valida
alternativa perché, con l’abrogazione della disciplina del voucher, il sistema
agricolo è stato doppiamente penalizzato in quanto, se da una parte non si riscontravano nel
settore indizi di abnorme e fraudolento utilizzo da dover correggere,
dall’altra certamente l’intero percorso di emersione intrapreso dal 2008 ad
oggi rischia, in assenza di interventi adeguati, di andare perduto - ha affermato il
presidente della Coldiretti Valdostana Giuseppe Balicco nel sottolineare che - a
fronte dell’abrogazione del voucher diviene indispensabile costruire ex-novo
uno strumento che semplifichi la burocrazia per l’impresa, e che sia agile e
flessibile rispondendo soprattutto ad un criterio di tempestiva disponibilità
all’impiego».
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