18 maggio 2017

#IlssaViola: le Voci d'acciaio di Margherita Barsimi

L’Amministrazione comunale di Pont-Saint-Martin domani, venerdì 19 maggio,  alle 18, alle Cascine di Pont-Saint-Martin, organizza la presentazione del libro “Voci d’acciaio. Storie di lavoro nelle testimonianze degli ex-dipendenti ILSSA-VIOLA” a cura di Margherita Barsimi (Musumeci Editore). 

L’Industria Lamiere Speciali Società Azionaria (ILSSA) era sta fondata da Carlo Viola, imprenditore in quel di Milano, che nel 1931 decise di investire in un’attività di assoluta novità (l’acciaio inox) acquistando un’azienda dismessa da anni (Officine Metallurgiche Cavallo) che sorgeva alla confluenza tra il Lys e la Dora Baltea a Ponte San Martino, come si chiamava allora l’attuale Pont-Saint-Martin. Non trovando operai in zona, le prime maestranze furono fatte arrivare da Candiana, in provincia di Padova, dove lo stesso Viola era proprietario di una tenuta e, successivamente, da Curiglia, paese d’origine di Viola, nel Varesotto. Nel giro di pochi anni la nuova fabbrica attrasse l’interesse del mercato, fino a quel momento dipendente dall’importazione, ottenendo anche il sostegno dello Stato. L’azienda crebbe tanto da avere, negli anni di guerra, tra i 1000 e i 1200 dipendenti, che si assestarono, dopo la guerra, intorno ai 1000. Furono gli anni in cui il filantropismo illuminato di Carlo Viola portò alla creazione di numerose iniziative sociali (scuole interne per emancipare le maestranze, colonie estive e montane per i figli dei dipendenti, spaccio aziendale, case per gli operai a Pont, per gli impiegati, a Ivrea). Nel 1954 fu acquisita dal Gruppo Orlando che le diede una svolta notevole con nuovi impianti e nuove lavorazioni. Negli anni ’80 iniziarono a essere percepite le prime avvisaglie della crisi che nel 1986 portò alla chiusura totale dell’azienda, che pur continuando ad avere commesse prestigiose e godendo della stima dei clienti, fu chiusa per favorire l’orientamento della Comunità Economica Europea che era decisa a ridurre la produzione di acciaio, privilegiando le aziende statali a scapito delle private. I proprietari, dunque, furono pagati con un compenso milionario per smantellare i macchinari, che smontati furono venduti ad aziende minori dei paesi dell’est. La Regione Valle d’Aosta, nel 1986, acquistò l’intera area che, dopo aver raso al suolo i capannoni dell’ILSSA, nel 1989, trasformò in un’area industriale ad alto tenore tecnologico e di piacevole gusto architettonico. A distanza di 30 anni, le professionalità dell’acciaieria, le storie di vita di tanti immigrati che costituirono in zona la prima grande migrazione di massa, si affacciano alla ribalta della storia dalle interviste ai protagonisti o dalle testimonianze dei familiari (un centinaio), attraverso un ricco repertorio fotografico assolutamente inedito, il tutto raccolto nel corso di una ricerca durata un paio d’anni dalla curatrice Margherita Barsimi.

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