24 novembre 2017

Come cambiano le abitudini alimentari (#mossoni08)


Il consumo di rucola è aumentato del 192%
Le continue trasformazioni a cui è sottoposta la nostra società non potevano, e non possono, certamente, trascurare il settore alimentare e i nostri comportamenti rispetto ai consumi  si sono notevolmente modificati negli  anni.  Siamo passati da una società – in e post guerra – che si cibava per vivere, al periodo successivo in cui si viveva per cibarsi,  ora si vive in un periodo in cui non si mangia (o perlomeno si mangia meno) per cercare di vivere meglio, e la nostra  dieta mediterranea è diventata un modello a cui molti fanno riferimento.

Se “meno è meglio”, con portate singole e formati più piccoli,  è anche vero che il consumatore cerca  più la qualità, ma è anche alla ricerca di prodotti “naturali”, (cosa vuol dire ?) tendenzialmente vegetariani,  veloci e più facili da cucinare, lasciando la grande cucina ai vari MasterChef  televisivi, o ai crescenti consumi nei ristoranti dove  il consumatore si deve  affidare, quasi a scatola chiusa, al ristoratore.

La società occidentale e industrializzata – alla faccia di quelle parti del mondo in cui si muore ancora di fame e di malnutrizione – spreca, però, quantitativi pazzeschi di cibo ( secondo uno studio della facoltà di Agraria dell’ Università di Bologna il cibo complessivo che va perduto lungo tutta la filiera – quello non commercializzabile, quello buttato e quello scaduto – si avvicina, in Italia, al valore del 3% del PIL) e ha modificato la propria dieta in funzione delle  rinnovate esigenze che permettono impatti positivi rispetto allo stato della nostra salute. In tale ambito il consumatore è sempre più condizionato dalle notizie ( vere o false ) rispetto alle quali con l’utilizzo di alcuni cibi aumenterebbero i benefici. Si pensi che, rispetto al 2015, è aumentato  del 192% il consumo di rucola, del 141% dello zenzero, del 94% per la curcuma e del 92% della quinoa.

Tra il 2000 e il 2015, considerando i  prezzi costanti, il valore delle categorie di spesa degli Italiani registrano un 11% in meno delle spese per prodotti alimentari, ma aumentano  del 10%  le spese per alberghi, ristoranti, beni e servizi alimentari (abbiamo speso  l’83% in più per la voce “comunicazioni”, principalmente per i soli telefonini e relativo indotto! ) in controtendenza con i principali Paesi UE : Francia +14.6%, Spagna +8.1%, UK +1.2% e Germania +0.7%   dove, invece, la spesa alimentare aumenta.

Certamente la crisi economica ha contribuito al dato: se il 52% dei consumatori si dichiara  disponibile a spendere di più per avere più sicurezza alimentare e più qualità, il 61% dichiara di profittare regolarmente delle promozioni, il 64% cerca i prodotti più convenienti e, ancora, il 61% dichiara di confrontare  i prezzi dello stesso prodotto ma di diversi brand.

Le tendenze, poi, variano anche a seconda delle latitudini: mentre nel nord ovest si privilegia il benessere, il gourmet, e l’easy food, nel nord est sono preferiti  i consumi tipici fuori casa, al centro e al sud i primi piatti basici soprattutto preparati in casa e sempre legati a prodotti tipici.

Per concludere, l’osservatore acuto se ne sarà accorto, siamo nell’era del “Senza”: mentre anni fa ogni elemento aggiunto al cibo era un valore (vitamine, proteine, calcio, sali minerali, omega 3, ecc.) oggi su ogni confezione campeggia la scritta “senza”: nell’ordine al primo posto senza dubbio i grassi e il colesterolo,  ma anche senza zucchero, senza sale, senza glutine, senza olio di palma, conservanti, coloranti, lattosio,  persino nichel e chi più ne ha più ne metta. Pur di scrivere “senza” qualcuno scrive anche “senza sfruttamento di mano d’opera” come se non sfruttare il lavoro fosse un merito e non la normalità!

Fin qui i dati, ma viene da porsi il lecito dubbio da dove il cane inizi a mordersi la coda.....sono i consumatori  – più coscienti anche grazie alle campagne di trasparenza messe in campo dai produttori  - che indirizzano sia i consumi che l’industria alimentare o si tratta ancora dell’industria che attraverso la pubblicità indirizza i consumi a proprio favore ?

Ezio Mossoni

Fonte dati : The European House – Ambrosetti – Forum Coldiretti di Cernobbio ottobre 2017


0 commenti:

 

© ImpresaVda Template by Netbe siti web