Questa settimana proponiamo l’intervista a
Giancarlo Giachino, presidente della Piccola Industria di Confindustria Valle
d’Aosta.
Quest’anno avete proposto l’evento “il PMI
Day si racconta”. Di cosa si è trattato ?
PMI DAY è uno degli
eventi più significativi proposti dal Comitato Piccola Industria da
Confindustria sia a livello nostro valdostano che a livello nazionale. Non è un
caso infatti che l’iniziativa sia giunta alla sua ottava edizione. Lo dico con
orgoglio, questa edizione ha avuto in Valle d’Aosta un grande successo. Il 2017
ha visto la partecipazione di 1256 allievi di 13 istituzioni scolastiche e 14
aziende associate. Con il PMI DAY si
racconta abbiamo voluto premiare sia le imprese e le scuole che hanno aderito e,
cosa non trascurabile, per trasmettere alle nuove generazioni del nostro
territorio l’orgoglio e la passione del fare impresa, l’impegno e il talento
che contraddistinguono gli imprenditori e i rispettivi collaboratori. Posso considerarmi fortunato, perché ho con me uno
straordinario Comitato della Piccola Confindustria della Valle d’Aosta,
composto da Alessandra Fulginiti, Edi Incoletti e Alfredo Lingeri e non
dimentico neppure la struttura che ringrazio. Con l’aiuto di un piccolo
video, preparato dalla sapiente capacità della nostra struttura, abbiamo
fotografato le visite aziendali e / nelle interviste / gli studenti, i
professori e gli imprenditori hanno manifestato piena soddisfazione per questa
iniziativa. Il Presidente nazionale della Piccola Carlo Robiglio è intervenuto
per sottolineare l’importanza del PMI DAY come giornata in cui le aziende
aprono le loro porte e si raccontano a studenti e insegnanti. Un momento di
incontro e riflessione per spiegare cosa significa fare impresa, un'iniziativa
che mette al centro le persone e la loro capacità di trasformare le idee in
progetti e i progetti in prodotti e servizi”.
Fra i temi affrontati quello delle reti di
impresa. Ci credete molto in questa opportunità?
La frammentazione è una caratteristica del sistema produttivo italiano,
ma solo facendo sistema e mettendosi insieme, le piccole imprese possono
realizzare dei progetti che da sole non riuscirebbero a fare. Il contratto di
rete è lo strumento ideale per valorizzare dei progetti condivisi, mantenendone
la propria identità. Con costi estremamente limitati le piccole imprese possono
fare economie di scala e svilupparsi. Una recente indagine di RetImpresa, Confindustria e Istat hanno rilevato
che le imprese così dette “retiste” hanno registrato una migliore dinamica
occupazionale con un + 5,2% all’anno. Ancora più marcato è l’impatto sul fatturato
con un +7,4% all’anno sui contratti stipulati.
La presenza di giovani e imprese non può
non far pensare al tema dell’Alternanza Scuola-Lavoro. Un percorso necessario
ma non senza ostacoli…
È un percorso obbligato, siamo all’inizio e quest’anno l’avvio è stato
un po’ lento per tutti / anche perché / sia le scuole, sia le imprese hanno
dovuto compilare tanta carta e come tutti sanno la carta è nemica della
semplificazione e madre della burocrazia. I
ceppi dell’umanità tormentata sono fatti di carta bollata e la burocrazia è tra
le strutture sociali più difficili da rovesciare. Alternare
l’insegnamento in aula con un’esperienza in azienda è un modo per innovare la
didattica, per aiutare gli studenti ad acquisire competenze che servono per
entrare nel mondo del lavoro e sperimentare integrando le discipline
scolastiche con il saper fare e Il fare è la
vera misura dell’intelligenza. La scuola, ha un grande impegno morale in questo
senso. Sono certo che alla società costi molto meno aiutare un giovane a
costruirsi che non aiutare un adulto a ripararsi.
Qualche suggerimento?
Far crescere l’attenzione dell’opinione
pubblica, degli insegnanti dei professori e delle famiglie in modo da
potenziare questo percorso di avvicinamento della scuola al mondo del lavoro
preparando gli studenti a questa esperienza, tenendo conto che l'evoluzione
tecnologica delle imprese richiede sempre più nuove competenze e l’alternanza
ha anche l’obiettivo di tarare meglio l’offerta didattica. Mi permetta di
esprimere questa mia riflessione e convinzione negli accostamenti
all’insegnante e professore. Un insegnante ti prende per mano, ti tocca la mente,
ti apre il cuore, perché insegnare è toccare una vita per sempre. In oriente si dice “Un buon insegnante o professore è come una
candela – si consuma per illuminare la strada per gli altri.
Ormai anche la piccola industria deve
superare non soltanto i confini regionali ma pure nazionali...
La frammentazione, le piccole e micro dimensioni non aiutano la tenuta
competitiva del nostro sistema produttivo. I grandi cambiamenti produttivi e la globalizzazione costringono le
imprese ad aprirsi ai confini extra regionali. In Valle tante piccole realtà lo hanno fatto e lo stanno facendo. Fare
rete può avere un impatto positivo sull’estensione del proprio mercato di
riferimento (locale, nazionale o internazionale) e sulla valorizzazione dei
prodotti del territorio, anche attraverso accordi di filiera. È
questo il salto di qualità / culturale e organizzativo delle imprese valdostane
e i numeri che superiamo giorno dopo giorno lo dimostrano. È un grande viaggio
comune nella nuova dimensione del fare impresa ma anche la nostra visione di
una società aperta, inclusiva e competitiva che si stà affacciando nel mondo. Si
può crescere, si può diventare grandi, si può partecipare da protagonisti a
progetti che da soli non avremmo la possibilità di mettere in campo, si può
ottenerne molto più di quanto ne otterremmo da soli, in sostanza, in una parola
sola, Reti di Impresa.
Allarghiamo un po’ il ragionamento: come
giudicate lo stato di salute delle PMI valdostane?
Il peggio della crisi è alle spalle. C’è una ripresa a piccoli, lenti e
difficili passi. L’indagine trimestrale di Confindustria Valle d’Aosta conferma
che nel 2017 è cresciuta la percentuale degli imprenditori ottimisti su
produzione, su ordini e anche sugli investimenti, grazie agli incentivi
fiscali.
Oggi le PMI guardano al futuro con un po’ più di ottimismo, ma la caduta
dei volumi produttivi in alcuni settori come l’edilizia difficilmente sarà
recuperata a breve. Ci auguriamo che con il tempo si ritorni al trend
precedenti alla crisi. L’accesso al credito resta un tema caldo, nonché spinoso
per le nostre aziende. Da una parte le condizioni di offerta del credito sono
favorevoli, ma dall’altra resta una certa rigidità da parte del sistema
bancario a concedere affidamenti alle PMI. Serve una maggiore tolleranza al
rischio e un allentamento delle condizioni richieste, anche perché vi è un
oggettivo consolidamento della ripresa.
La situazione politica appare confusa a
livello nazionale ma pure regionale...di certo questo non aiuta l’economia...
Gli imprenditori valuteranno i governi sui provvedimenti e NON sulle appartenenze di schieramento,
anche perché più volte è stato riaffermato che Confindustria è “LAICA”. L’importante
è assicurare al Paese un Governo che deve essere stabile e deve proseguire nelle
riforme avviate negli ultimi anni. Dopo gli slogan i cittadini si aspettano dei
provvedimenti concreti, seri e che rispondano alle esigenze della popolazione,
e del mondo imprenditoriale. A Verona Confindustria ha lanciato un piano
organico di politica industriale indicando cosa va fatto e le azioni da
adottare: un’Italia più semplice, scuola, formazione e inclusione dei giovani,
un Paese sostenibile, sviluppare la mobilità, la logistica e le comunicazioni,
agevolare la crescita, un fisco a supporto di investimenti e crescita, una nuova
governance per l’Europa.
Altri eventi che state preparando?
Il PMI DAY resta per la Piccola Industria l’evento clou dell’anno che si
terrà a novembre, ma intendiamo collaborare anche ad altre iniziative volte a
favorire una maggiore integrazione tra scuola e lavoro.
Un sogno
imprenditoriale-associativo da realizzare?
Avere una Confindustria più unita, ritrovare una forte identità. Abbiamo
bisogno di una Confindustria legata alle radici del nostro territorio, ma anche
attenta a quello che succede in Italia e in Europa. Far capire agli
imprenditori non associati che stare insieme significa essere più forti, dare
più forza alle nostre proposte per lo sviluppo della nostra tanto amata Valle. La
sfida è prima di tutto culturale perché separati significa accrescere le
disuguaglianze. Nel lasciare un Messaggio ai giovani, sogno, che un domani
arrivino al successo. Per raggiungere il
successo nella vita devono sognare e credere nei propri sogni, come hanno fatto
tanti imprenditori: “sognare è gratuito ed infinito”. Loro, Sono il nostro futuro
e per questo devono essere consapevoli delle scelte che fanno e di quelle che
faranno. Accennavo alla “consapevoelzza” / una parola importante per i
ragazzi d’oggi. Un vocabolo fondamentale!!!!. Ognuno di loro deve intraprendere
un percorso perché lo vuole, perché sa dove vuole andare e come. Il successo / è
realizzare gli obiettivi, il successo / è la realizzazione di un sogno. Sognare
e immaginare, devono trasformarsi in creare. Qualsiasi oggetto, prendo ad esempio
uno smartphone, è stato creato due volte, la prima volta nell’immaginazione di
qualcuno, la seconda nella creazione vera e propria dell’oggetto. Per farsi strada nella vita
e nel lavoro, bisogna studiare e rimanere aggiornati in modo costante e continuativo.
Questa è la strada del successo.