7 giugno 2018

Massimo Pesando (Tipografia Pesando): «Ogni volta che dicono di semplificare finiscono per aumentare la #burocrazia»


Questa settimana proponiamo l'intervista a Massimo Pesando, uno dei titolari dell’omonima Tipografia.

Il settore tipografico sta cambiando tantissimo in questi ultimi anni...
Diciamo che la stampa tradizionale non sta cambiando. I procedimenti sono sempre gli stessi. Esistono delle soluzioni di nobilitazione dello stampato, che vanno ad impreziosire la carta stampata tout court, e queste sono delle lavorazioni che hanno fatto sì che la stampa classica si potesse evolvere. Quindi per quanto riguarda il prodotto finale ci troviamo più di fronte ad evoluzioni che trasformazioni. La produzione classica è sempre la stessa. Magari son diventate iperproduttive e iperveloci. In esse oggi si possono abbinare parecchie lavorazioni in linea e questa è una bella possibilità.

Come azienda quali strategie avete messo in atto?
L'aumento di investimenti è principalmente sulla stampa digitale, cioè automazione e ultima tecnologia. Questo ti dà la possibilità di essere molto tempestivo in quanto oggi i volumi di stampa stanno diminuendo. Si tende ad avere pochi fogli ma sempre aggiornati e modificati. Questo con la stampa tradizionale è difficile e costoso, mentre quella digitale garantisce comunque una remunerazione.

Possiamo dire che ci sono nuovi settori in cui vi trovate ad operare?
Assolutamente sì. Il grosso cambiamento è stata la possibilità di avere macchine da stampa per il grande formato. Sempre digitale, ma potendo stampare su bobine di materiali. E quindi con delle bande di stampa che possono andare dal metro fino ai tre metri per le lunghezze della bobina che può anche essere di 50 metri. Queste macchine e i produttori di materiali si sono adeguati cercando di sviluppare questa tecnologia e permettendoti di poter decorare qualunque situazione: dal muro di casa ad un automobile, un camion o una parete di un albergo o ancora un pezzo di centro storico che è in piena ristrutturazione può essere ricoperto con una stampa con il rendering di come l'edificio dovrebbe essere al termine dei lavori e questo senza impattare, anzi abbellendo la zona.

Il mercato regionale appare stagnante: sia sul fronte pubblico che su quello privato…
Il fronte pubblico è tracollato. L'investimento promozionale con la carenza di risorse si è ridotto in maniera importante. Il settore privato invece dovendo far fronte alla crisi ha incrementato la stampa e la promozione. Ovviamente gli strumenti di promozione sono tantissimi. Oggi si tende all'online e la stampa tradizionale tende ad essere messa da parte però l'investimento promozionale-pubblicitario c'è. Ma si sta anche aprendo un mercato sul fronte privato. La carta da parati oggi può essere stampata in tipografia. Se uno volesse abbellire il soggiorno o il bagno di casa propria con delle particolari decorazioni può andare in tipografia, ad esempio, trovare quel che gli serve e dotarsi di una parete unica, che non ha nessun'altro.

Molte tipografie stanno diventando anche editori. Non è rischioso?
Un rischio sicuramente. Parecchie tipografie lo erano già, ma in modo più marginale. Oggi stanno cercando di aumentare questa possibilità per cercare di portare a leggere un po' di più le persone. Di certo fare impresa soltanto editoriale oggi è molto difficile, anche perché è venuto completamente a mancare il supporto dell'ente pubblico. Visti i numeri esigui che ci sono in Valle d'Aosta e la particolarità delle edizioni dedicate principalmente a problematiche territoriali, senza un supporto e un aiuto economico è difficile produrre un libro. Produrre un libro che vende 500 copie ha gli stessi costi di uno che ne vende un milione. Mantenere vivo un mondo culturale, penso a tutti gli scritti dedicati alla storia regionale, è difficile senza un supporto pubblico.

E la stampa in 3D? E’ un settore troppo distante dai vostri interessi?
Per quello che ho potuto approfondire in quanto sembrava un nuovo trend del momento è di difficile applicazione. Posso dire che è abbastanza distante dalla tipografia tradizionale. Non è una stampa, ma una creazione di oggetti. E la creazione di oggetti più vicina ad altri settori, come ad esempio il manifatturiero.

Un bilancio sulla vostra attività nel corso del 2017?
La nostra attività non è cresciuta, ma neppure si è ridimensionata. Ovviamente dobbiamo continuamente contenere i costi soprattutto quelli occulti, di gestione e della burocrazia. Purtroppo ognivolta che dicono di voler semplificare finiscono per aumentare la burocrazia. E questo è un problema.

Altre iniziative in vista per il 2018
Ci stiamo specializzando sul grande formato e abbiamo intenzione di aumentare la produttività sulla dimensione delle macchine da stampa e sulla nobilitazione del prodotto sempre collegato alla decorazione: murale, vetri e auto.

Avete anche contatti con imprese edilizie?
Più che altro con progettisti.

Ricordiamo anche il vostro libro “Due motori per la vita: i miei primi anni di lotta contro il cancro”...
Novità editoriale, ma anche di progetto sociale, cosa che ci capita di fare spesso. In questo caso è un progetto collegato all'estetica sociale oncologica e siamo in contatto sia con l'associazione Viola che con la Lega italiana per la lotta contro il tumore.

Un sogno imprenditoriale da realizzare?
Riuscire a inserire dentro l'azienda qualcuno dei miei figli.

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