Questa
settimana proponiamo l'intervista a Massimo Pesando, uno dei titolari
dell’omonima Tipografia.
Il settore tipografico sta cambiando
tantissimo in questi ultimi anni...
Diciamo che la stampa tradizionale non sta
cambiando. I procedimenti sono sempre gli stessi. Esistono delle
soluzioni di nobilitazione dello stampato, che vanno ad impreziosire
la carta stampata tout court, e queste sono delle lavorazioni che
hanno fatto sì che la stampa classica si potesse evolvere. Quindi
per quanto riguarda il prodotto finale ci troviamo più di fronte ad
evoluzioni che trasformazioni. La produzione classica è sempre la
stessa. Magari son diventate iperproduttive e iperveloci. In esse
oggi si possono abbinare parecchie lavorazioni in linea e questa è
una bella possibilità.
Come azienda quali strategie avete messo in
atto?
L'aumento di investimenti è principalmente
sulla stampa digitale, cioè automazione e ultima tecnologia. Questo
ti dà la possibilità di essere molto tempestivo in quanto oggi i
volumi di stampa stanno diminuendo. Si tende ad avere pochi fogli ma
sempre aggiornati e modificati. Questo con la stampa tradizionale è
difficile e costoso, mentre quella digitale garantisce comunque una
remunerazione.
Possiamo dire che ci sono nuovi settori in
cui vi trovate ad operare?
Assolutamente
sì. Il grosso cambiamento è stata la possibilità di avere macchine
da stampa per il grande formato. Sempre digitale, ma potendo stampare
su bobine di materiali. E quindi con delle bande di stampa che
possono andare dal metro fino ai tre metri per le lunghezze della
bobina che può anche essere di 50 metri. Queste macchine e i
produttori di materiali si sono adeguati cercando di sviluppare
questa tecnologia e permettendoti di poter decorare qualunque
situazione: dal muro di casa ad un automobile, un camion o una parete
di un albergo o ancora un pezzo di centro storico che è in piena
ristrutturazione può essere
ricoperto
con una stampa con il rendering di come l'edificio dovrebbe essere al
termine dei lavori e questo senza impattare, anzi abbellendo la zona.
Il mercato regionale appare stagnante: sia
sul fronte pubblico che su quello privato…
Il fronte pubblico è tracollato.
L'investimento promozionale con la carenza di risorse si è ridotto
in maniera importante. Il settore privato invece dovendo far fronte
alla crisi ha incrementato la stampa e la promozione. Ovviamente gli
strumenti di promozione sono tantissimi. Oggi si tende all'online e
la stampa tradizionale tende ad essere messa da parte però
l'investimento promozionale-pubblicitario c'è. Ma si sta anche
aprendo un mercato sul fronte privato. La carta da parati oggi può
essere stampata in tipografia. Se uno volesse abbellire il soggiorno
o il bagno di casa propria con delle particolari decorazioni può
andare in tipografia, ad esempio, trovare quel che gli serve e
dotarsi di una parete unica, che non ha nessun'altro.
Molte tipografie stanno diventando anche
editori. Non è rischioso?
Un rischio
sicuramente. Parecchie tipografie lo erano già, ma in modo più
marginale. Oggi stanno cercando di aumentare questa possibilità per
cercare di portare a leggere un po' di più le persone. Di certo fare
impresa soltanto editoriale oggi è molto difficile, anche perché è
venuto completamente a mancare il supporto dell'ente pubblico. Visti
i numeri esigui che ci sono in Valle
d'Aosta e la particolarità delle edizioni dedicate principalmente a
problematiche territoriali, senza un supporto e un aiuto economico è
difficile produrre un libro. Produrre un libro che vende 500 copie ha
gli stessi costi di uno che ne vende un milione. Mantenere vivo un
mondo culturale, penso a tutti gli scritti dedicati alla storia
regionale, è difficile senza un supporto pubblico.
E la stampa in 3D? E’ un settore troppo
distante dai vostri interessi?
Per quello che ho potuto approfondire in quanto
sembrava un nuovo trend del momento è di difficile applicazione.
Posso dire che è abbastanza distante dalla tipografia tradizionale.
Non è una stampa, ma una creazione di oggetti. E la creazione di
oggetti più vicina ad altri settori, come ad esempio il
manifatturiero.
Un bilancio sulla vostra attività nel corso
del 2017?
La nostra attività non è cresciuta, ma
neppure si è ridimensionata. Ovviamente dobbiamo continuamente
contenere i costi soprattutto quelli occulti, di gestione e della
burocrazia. Purtroppo ognivolta che dicono di voler semplificare
finiscono per aumentare la burocrazia. E questo è un problema.
Altre
iniziative in vista per il 2018
Ci
stiamo specializzando sul grande formato e abbiamo intenzione di
aumentare la produttività sulla dimensione delle macchine da stampa
e sulla nobilitazione del prodotto sempre collegato alla decorazione:
murale, vetri e auto.
Avete
anche contatti con imprese edilizie?
Più
che altro con progettisti.
Ricordiamo
anche il vostro libro “Due motori per la vita: i miei primi anni di
lotta contro il cancro”...
Novità
editoriale, ma anche di progetto sociale, cosa che ci capita di fare
spesso. In questo caso è un progetto collegato all'estetica sociale
oncologica e siamo in contatto sia con l'associazione Viola che con
la Lega italiana per la lotta contro il tumore.
Un sogno imprenditoriale da realizzare?
Riuscire a inserire dentro l'azienda qualcuno
dei miei figli.
0 commenti:
Posta un commento